A Possagno la mostra Canova’s George Washington

Dopo il successo alla Frick Collection di New York giunge a Possagno, dall’11 novembre al 28 aprile 2019 la mostra Canova’s George Washington. E così torna a casa anche il modello in gesso a grandezza naturale della statua raffigurante George Washington, commissionata al grande scultore, Antonio Canova, dall’allora presidente Usa.

Il monumento perduto

Nel 1816  Parlamento del North Carolina, su richiesta del presidente Thomas Jefferson, commissionò ad Antonio Canova la  realizzazione del monumento. E lo scultore, non a caso considerato il maggiore esponente del neoclassicismo, riprodusse il primo Presidente degli Stati Uniti d’America (nonché uno dei redattori della Costituzione), come Cincinnato, che rinuncia ai privilegi del potere per ritirarsi a vita privata.  Antonio  Canova eseguì la statua in marmo di Carrara nel suo studio romano, riprendendo le fattezze del volto del Presidente Usa da una copia della scultura che Giuseppe Ceracchi eseguì nel 1795.  Dopo 5 anni l’opera ultimata partì per il Nuovo Mondo, dove fu esposta in un’aula del Parlamento della capitale Raleigh e dove visse, raccogliendo successo e fama per 10 anni, fino a quando un incendio scoppiato nel Parlamento fece crollare il soffitto dell’aula, riducendo la statua in frantumi. Una grande perdita per gli States che non hanno mai smesso di piangere la prestigiosa statua.

A completare la narrazione del monumento perduto nella Gypsotheca –  Museo Antonio Canova, saranno esposti le prime idee di sviluppo, 4 modellini preparatori i disegni e le incisioni delle traduzioni, il ritratto di Canova eseguito nel 1815 da Thomas Lawrence, 2 busti di raffiguranti Jefferson e Washington realizzati dallo scultore francese neoclassico, Jean-Antoine Houdon.

La mostra è curata da Mario Guderzo in collaborazione con Xavier F. Salomon, Chief Curator della Frick Collection.

La  Gypsotheca di Possagno: la più grande monografica d’Europa

La Gypsotheca (dal greco gypso e theca: raccolta di gessi) di Possagno, conserva tutti i calchi e i modelli originali dell’intera produzione di Antonio Canova, creata nel 1829 per volere del vescovo Giovanni Battista Sartori, fratellastro dell’artista, il quale volle portare nel paese natale di Canova, tutte le opere presenti nello studio romano dell’artista, che sorgeva a Via delle Colonnette.

Con l’intenzione di esporre tali opere degnamente, fu costruito un edificio accanto alla casa dove lo scultore era nato, su progetto dell’architetto veneziano Francesco Lazzari, ultimato nel 1836.  Mentre l’allestimento, che Sartori desiderava identico allo studio romano, fu curato dal primo conservatore della Gypsotheca, lo scultore Pasino Tonin, che si occupò anche del restauro dei calchi e delle statue. Nel 1844 il progetto del vescovo era pronto: un vero complesso museale comprendente, appunto la Gypsotheca, la Casa Natale (che conserva i dipinti, disegni e gli abiti dell’artista) e il Giardino, Brolo e Parco con la Biblioteca e l’Archivio Storico.

Nel 1917, nel corso della Prima Guerra Mondiale, la Gypsotheca fu colpita da una granata che distrusse e lesionò alcuni gessi. Restaurati dai conservatori Stefano e Siro Serafin, il museo fu riaperto nel 1922. Per prevenzione, nella Seconda Guerra Mondiale, parte dei modelli della Gypsotheca furono trasferiti nel Tempio di Possagno, dove furono conservati fino al 1946. Infine, nel 1957 l’architetto Carlo Scarpa riparò alle variazioni che il complesso aveva subito a causa dei danni delle 2 guerre, riportandolo all’idea originaria del vescovo Sartori.

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