Le armi ad aria compressa sono realmente a bassa capacità offensiva?

La vendita delle armi ad aria compressa, dei pezzi e delle munizioni  non ha restrizioni.

Considerata un’arma “a bassa capacità offensiva, non assimilata alle armi comuni da sparo” la sua potenza si misura in joule (rappresentata simbolicamente dall’j), l’unità di misura internazionale. L’j indica la potenza dell’energia scaturita dalla compressione del gas quando il proiettile esce dalla canna.

Fino al calibro 4,5 joule la vendita delle armi ad aria compressa è libera (basta aver compiuto i 18 anni di età e presentare, al momento dell’acquisto, un documento valido di riconoscimento), se raggiunge i 7,5 joule è necessario il porto d’armi anche per la detenzione.  L’armiere ne registra la vendita sul libro di carico; non necessitano  denuncia e sono detenibili in numero illimitato.

Il regolamento  ne prevede l’uso al poligono o in aree chiuse e protette  e sempre trasportata nell’apposita valigetta; al tiro a segno le pistole si usano da una distanza di 10-15 metri, i fucili superano i 30 metri. Possono usarle anche i minorenni, purché assistiti da maggiorenni.

Concepite, dunque, per uso sportivo, questo tipo di armi, negli ultimi mesi, sono state protagoniste di diversi attacchi a esseri umani, per lo più per motivi razziali e/o etnici. E non sono innocue, basti pensare ai 2 tipi di munizione di cui sono dotate: a piombini o sfere di acciaio di diametro pari ai 4 millimetri.  Anche con un’arma di calibro inferiore ai 7,5 joule, la munizione, se prende il bersaglio umano, supera facilmente il millimetro di profondità della pelle, conficcandosi nell’interno dell’organismo.

In alcuni paesi dell’UE la vendita è libera anche per armi con una potenza ben superiore ai limiti italiani: fino a 27 joule e, con questo calibro, se  centrano gli organi umani vitali causano danni letali. Secondo gli esperti, inoltre, ci vuole poco per modificarle artigianalmente e renderle più potenti, superando la potenza dei 7,5 joule, come spesso accade.

Truccata è risultata l’arma ad aria compressa che nel luglio 208 ha ferito una bambina rom, all’epoca dei fatti di 13 mesi, alla schiena, mentre passeggiava per una via romana, in braccio alla mamma. La bambina ricoverata d’urgenza in ospedale, dove è rimasta per 73 giorni, ha rischiato di rimanere paralizzata.   A sparare un uomo da un balcone.  Sessantenne, ex dipendente del Senato appassionato di armi, si è giustificato affermando che stava sparando ai piccioni, ma il risultato di una delle 3 perizie che hanno ricostruito la dinamica dell’incidente, esclude il rimbalzo nella traiettoria del proiettile, stabilendo che l’uomo ha mirato in basso, non in alto e che la pressione sul grilletto è stato costane.  Potrebbe trattarsi di tentato omicidio colposo, con un arma “non assimilata alle armi comuni da sparo”.

Potrebbero interessarti anche...

11 Risposte

  1. Vercingetorix ha detto:

    “La potenza si misura in joule” è falso, si misura in Watt.
    “La potenza dell’energia” è un’espressione senza significato. L’energia è una cosa, la potenza è un’altra.
    “Scaturita dalla compressione del gas” è falso, a scaturire l’energia è la DEcompressione dei gas.
    Il calibro è la misura della larghezza interna della canna, non c’entra nulla con l’energia.
    Le armi ad aria compressa sono di libera vendita fino a 7.5j, non 4.5. (cfr: tra le armi da fuoco la munizione più debole è il cal .22, che sprigiona circa 100 j. 7.5 è davvero poco.)
    Al poligono sia pistole che carabine ad aria compressa tirano a 10 metri, non “oltre 30”.
    Le munizioni non sono certamente da 4mm. I piombini da aria compressa sono cal 4.5mm o 5.5mm.
    27j non sono comunque sufficienti per causare ferite letali se non in casi estremamente sfortunati.
    Chi modifica la propria carabina per ottenere un’energia superiore al limite di legge è un delinquente e non è certo colpa della carabina.

    Prima di scrivere un articolo dovreste spendere almeno due minuti per informarvi sull’argomento trattato. Tra tutto quello che avete detto non c’è una cosa giusta, che non sarebbe nemmeno un problema, ognuno è libero di essere ignorante su ciò che non lo riguarda. Quel che non va bene è fare disinformazione in questo modo.

  2. Giovanni ha detto:

    @Vercingetorix Più o meno concordo, tuttavia sui 27 joule ci andrei cauto: un dardo a 27 J in un occhio o sulla giugulare penso possano essere letali, anche se non mi offro volontario per dimostrazioni pratiche.

    • Vercingetorix ha detto:

      Nell’occhio quasi sicuramente si perderebbe la vista, sulla giugulare dipende dalla distanza ma sì, potrebbe risultare letale. Appunto a questo mi riferivo quando parlavo di case estremamente sfortunati. Resta la linea guida principe del maneggio di ogni arma: quando la si impugna bisogna SEMPRE considerarla letale e non prenderla mai alla leggera, anche se all’atto pratico, per fortuna, nella maggior parte dei casi delle armi ad aria compressa non è questo il caso.

  3. Andrea ha detto:

    Da quando sopra i 4.5j serve il porto d armi IL PORTO D ARMI SERVE SE LA REPLICA SUPERA I 7,5J

  4. Marco ha detto:

    /// in alcuni paesi dell’UE la vendita è libera anche per armi con una potenza ben superiore ai limiti italiani: fino a 27 joule \\\ In quali paesi ? Da quello che so la potenza piú alta per la libera vendita è quella permessa dalla legge francese, cioé 20 joule

  5. Enzo ha detto:

    @Marco (in particolare). Non conosco i limiti di energia allo sparo consentiti per la libera vendita in ogni paese europeo, ma mi risulta che siano di 21J in Spagna e di 40J (non 20J) in Francia. Spero di non essere male informato.
    Viene da chiedersi il perché di differenze così percentualmente rilevanti tra il limite consentito in Italia e quello consentito in Spagna, per non parlare di quello francese.
    Siamo noi un paese di delinquenti o, piuttosto, c’è qualcosa che non va nei nostri legislatori?
    Per quanto mi riguarda, me ne guardo bene dallo spendere una cifra che oscilla tra almeno i 150 e i 250 euro per l’acquisto di una carabina limitata a soli 7,5J (anzi, meno). Tantomeno sarei disposto a prendere il porto d’armi solo per poter acquistare una carabina ad aria compressa da 35-40J, energie per me già soddisfacenti nella pratica del plinking o del tiro a segno.
    Un’idea per elevare i limiti, senza compromettere la sicurezza pubblica e senza limitare, d’altro canto, la libertà dei cittadini, potrebbe essere l’obbligo di acquistare un primo modello con energia non superiore a 7,5J e solo dopo due o tre anni, salvo infrazioni commesse dall’interessato, permettergli l’acquisto di carabine o pistole più potenti. Un po’ lo stesso principio cautelativo adottato per i neopatentati, diciamo. Se un individuo può risultare pericoloso, è senz’altro meglio capirlo mettendogli in mano un’arma da 7,5J, piuttosto che una da 40. Se, invece, non si è fatto arrestare detenendo un’arma da 7,5J per un certo periodo, allora dovrebbe essere improbabile che lo faccia successivamente, con una da 40…

  6. franco ha detto:

    Chi scrive certe stupidaggini sono gli stessi che vorrebbero disarmare le forze dell’ ordine e mettere in galera i cacciatori. Gente che poi fra le mura domestiche maltrattano la moglie o usano soprusi sui minori. Purtroppo una diffusa mancanza di cultura porta a demonizzare le armi solo perché così si chiamano. Avessero letto Cesare saprebbero che il de bello gallico inizia in modo molto chiaro……

  7. Francesco ha detto:

    L’articolo è stato scritto dalla non intelligenza artificiale e quindi zeppo di errori e senza siglificato.

    • Vercingetorix ha detto:

      Purtroppo no, è stato pubblicato ben prima che l’IA si diffondesse. Siamo proprio di fronte all’ignoranza crassa di un giornalista che si sente libero di pontificare su argomenti dei quali non conosce neanche l’ABC.

  8. Salvo ha detto:

    Certamente,cone diceva a suo tempo Salvini, aumentare i jole fino a 20 ,senza porto d’armi, per una piccola difesa in casa .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.