Elena Tomei. La regola per vivere felice

(“…L’avrà lasciato in bianco co’ l’idea/de minchionà la gente che lo sfoja,/o avrà capito che la vera gioja/finisce ner momento che se crea?/Era un matto o un filosofo? Chissà come sognava la felicità?” da Libbro muto di Trilussa)

Conosco Elena da diversi anni, ma sempre tramite la scrittura, grazie all’uso dei social network; la seguo con interesse e divertimento. il suo grande amore, il teatro in ogni sua declinazione: attrice, assistente di scena, curatrice dei social di alcune produzioni teatrali.

Ama inoltre lo sport, i balli di gruppo, la zumba in particolare. Qualche giorno fa, leggo un suo post che mi colpisce: “Per lo stato italiano, l’autismo è una malattia, ma al tempo stesso le persone autistiche, smettono di esserlo a 18 anni”. L’illogicità è palese. “Primo, l’autismo non è una malattia, ma una condizione di diversità neurologica, si parla di neurodiversità, secondo, se l’autismo è una malattia, come fa a scomparire dopo i 18 anni?

Le scrivo. Le chiedo spiegazioni, e decidiamo di incontrarci, per un’intervista. E così entro nel mondo di Elena, così come lei entra nel mio. Più volte nell’intervista mi dice: “Ognuno di noi è diverso, è unico, ma dall’autismo non ci “si guarisce”, si nasce autistici e si muore autistici”.

Come non stringersi a lei e con lei, intorno al concetto di unicità che caratterizza ogni essere umano, eppure facciamo tanta fatica ad accogliere la diversità altrui, che poi è la nostra.

A livello giuridico-tecnico, il compimento dei 18 anni, decreta la non esistenza dell’autismo in modo indiretto, vale a dire, nella tabella alla quale si deve far riferimento per assegnazione dell’invalidità civile non esiste una voce relativa all’autismo.)

Chi gode della legge 104, continua a poterne godere dei diritti e non deve rifare la domanda, attualmente, ma chi non ha avuto una diagnosi e non ha la 104, il cammino è molto più articolato. Un problema che esiste e che va risolto al più presto a livello legislativo per dare voce e mettere luce sui tanti italiani che convivono con l’autismo e che vanno riconosciuti.

La diagnosi di autismo infatti non esiste per gli adulti. E De Robertis lo spiega così: “L’invalidità civile viene valutata in base alle tabelle del 2992, tuttora vigenti, che però non comprendono la voce autismo. Attualmente esistono delle Linee guida scientifiche, che dovrebbero proprio agevolare una corretta individuazione dell’autismo.

Un percorso di sensibilizzazione

Tra le maggiori incorrettezze rispetto alla descrizione dell’autismo, c’è proprio il fatto di considerarlo una malattia e non una condizione di neurodiversità. Elena, con la trasparenza e l’autenticità che la caratterizza dichiara “Il nostro compito è quello di far capire chi siamo, come vediamo, sentiamo, così da non leggere più un articolo dal titolo “Come curare l’autismo”.

Non c’è un neppure un velo di polemica nella sua voce, ma un profondo, veritiero desidero di far comprendere. Un servizio direi, alla società, perché chi non capisce, altera la realtà, la gonfia, la restringe, le toglie la possibilità di essere quello che è.

Pinocchio, Molière e tanto altro

Da piccola, quando andava alle elementari, amava ascoltare la fiaba di Pinocchio che il nonno le leggeva, ogni sera; un nonno che purtroppo non le è più vicino fisicamente (scomparso nel 2016 a 104 anni compiuti!), ma che rimarrà per sempre nel suo cuore e nella sua mente. “Ho sempre visto Pinocchio, un po’ come noi neurodiversi, un bambino così diverso dagli altri, che vive tante avventure, prima di comprendere se stesso e il cammino da intraprendere.

Il padre lo manda a scuola, ma poi lui cambia idea e decide di andare a divertirsi, si fa abbindolare dal Gatto e la Volpe che gli rubano le monete che aveva nascosto sotto terra; si ritrova nella pancia del pescecane con il padre, capisce che devono uscire da lì e che per farlo devono trovare una soluzione. Pinocchio è un burattino che ha una storia, fa tante marachelle che non si dovrebbero fare, ma poi capisce che se continuerà a farle, non potrà crescere. Alla fine dimostra di avere un gran cuore.”

Mentre parla mi immagino Elena che ascolta il nonno e il fantastico e forse molto più reale di quanto si possa percepire, mondo del mitico Pinocchio. Probabilmente già in quegli anni la sua sensibilità, il suo modo di vedere e sentire le cose (come più volte, rivela durante la nostra intervista-conversazione) stava germinando, così da avvicinarla al favoloso mondo del palcoscenico.

Un altro ricordo letterario-affettivo legato al nonno: “lui conosceva a memoria un libro intero di poesie di Trilussa e alla mia festa di laurea ha interpretato quella sul libro muto che io recitai il giorno del suo funerale. Il nonno negli ultimi anni di vita aveva l’abbonamento al Teatro Tirso de Molina e andavamo insieme.

Gli anni scolastici (in particolare elementari e medie) non sono facili, preda di quello che viene definito bullismo, ma altro non è che la malevola incapacità della persona, fin da piccola, di mettere alla berlina il “diverso”, vittima a sua volta della società o tendenza perversa dell’uomo fin dalla culla? Ancora una volta, ricorriamo al termine “comprensione”, solo la comprensione ci può rendere solidali, amorevoli e gentili, l’uno con l’altro.

La scelta dell’università fa appello al suo interesse per le lingue e per il teatro; non è un caso che la sua tesi di laurea riguarderà il commediografo francese (francese è la sua prima lingua) Molière, tra teatro e cinema. L’incontro con il francese risale all’età dell’infanzia, quando la famiglia, in estate, spesso si recava in Francia a casa di amici. La seconda lingua di studio è lo spagnolo, lingua che, assieme al brasiliano, “ritrova” nei suoi amati balli di gruppo.

Tra tirocini, attività ludiche e progetti socio-culturali

Negli anni fa parte di vari progetti fra cui Garanzia Giovani e Formiamo il futuro, grazie ai quale collabora con Consorzio Platone, lavora in un’agenzia di viaggi e presso la Casa Internazionale delle donne: qui nella biblioteca, dove si dedica alla scansione di documenti, e per un periodo alla reception dell’Ostello Orsa Maggiore. Fa parte dell’Associazione Not Equal, si occupa dell’organizzazione dell’AS Film Festival (social media prima, all’accoglienza poi), festival del cinema promosso e organizzato da ragazzi e ragazze con la sindrome di Asperger. In modo naturale, approda al mondo al teatro, con diverse mansioni e ruoli. Per un anno ha fatto Servizio Civile presso la Biblioteca di Scienze della Formazione di Roma Tre.

 Ma come nasce la passione per il teatro?

“La mia passione per il teatro è nata per gioco a scuola; fin dalle elementari sono andata a teatro e partecipavo alle recite scolastiche. Le prime volte che andavo a teatro, avevo paura di vedere il sipario aprirsi, poi ho capito che dietro il sipario, ci sono le persone che raccontano una storia, questo mi ha affascinato, e non ho più smesso di andare a teatro”.

In particolare, in questi ultimi anni, segue come social media manager, le opere teatrali di Veronica Liberale.

Il primo spettacolo che vede della suddetta è Pane, Latte e Lacrime, commedia ambientata a Roma a San Lorenzo, nei giorni che precedono il bombardamento del 19 luglio 1943. “Il testo, mi spiega Elena, nasce dall’incontro di Veronica in un centro anziani del quartiere San Lorenzo di Roma, con persone che hanno vissuto il bombardamento; dalle loro testimonianze è nata l’opera.

“Mi piace molto perché è ambientato a San Lorenzo, mio padre era lì, al momento del bombardamento, aveva 5 mesi. Avevo scritto un post sulla stagione teatrale 2018/2019 del Teatro de’ Servi, dopo essere stata agli assaggi teatrali, e lo inviai al teatro stesso che lo pubblicò e mi invitò alle prime degli spettacoli in cartellone fra cui, appunto, Pane, latte e lacrime. La prima di tale spettacolo fu il 17 maggio 2019, proprio 4 giorni dopo il mio compleanno. Fu lì che incrociai per la prima volta Veronica (“eravamo amiche di Facebook dalla primavera del 2018 ma non avevamo mai avuto nessun vero contatto”) e mi disse che stava scrivendo un testo sull’autismo. Mi avrebbe contattato.”.

Eh già perché Elena non solo possiede l’abbonamento al teatro Tirso de Molina (ci andava con il nonno), ma negli anni lo frequenta anche come allieva, va spesso anche ad altri teatri fra cui il Teatro 7 (dove, anche lì, è stata allieva ed è tuttora abbonata) e, appunto, il Teatro de’ Servi e ha anche partecipato a diversi progetti teatrali, collaborando come assistente di scena, ballerina e attrice.

Il testo che stava per scrivere Veronica Liberale è Gregory, ambientata negli anni Novanta, storia di una famiglia, in chiave di commedia, il cui figlio Gregory non viene preso in carico dal servizio sanitario nazionale, in quanto privo di diagnosi relativa all’autismo.

“Lo spettacolo è stato messo in scena la scorsa stagione al Teatro de’ Servi e lo sarà anche la prossima, dal 19 al 23 dicembre 2022; al termine della commedia, il palcoscenico è messo a disposizione dalla compagnia per chi ha progetti, testimonianze e associazioni che girano intorno all’autismo e li voglia far conoscere al pubblico.

Io, ad esempio, in un paio di occasioni ho colto questa opportunità di raccontare quella che è la mia testimonianza, anche e soprattutto sull’importanza del teatro; in questo modo si può sensibilizzare l’opinione sul modo diverso che abbiamo di vedere e sentire il mondo. La gente dovrebbe capire che ci sono tanti ragazzi che hanno delle difficoltà, devono comunque capire i ragazzi che hanno problemi. Tutti siamo diversamente unici, con le proprie capacità, con i propri punti di vista. Uguali, in quanto esseri umani”.

Tra l’altro Gregory, continua Elena, è una storia che insegna molto. Gregory è un figlio come gli altri, ma avere un figlio autistico è una crescita perché esso, come detto, ha un modo diverso di vedere e di sentire le cose. Stimola a una maggiore profondità.

Un’altra opera di Veronica Liberale che Elena segue e ama in particolare è Direzione Laurentina, andata in scena la scorsa primavera al Teatro 7 Off, che racconta la paura della diversità e le difficoltà nel rapportarsi con gli altri: 5 sconosciuti (una signora borghese, un giovane ambulante afgano, una guardia giurata e una mamma con la figlia incinta) che in una serata di inizio autunno si ritrovano a passare la notte e, causa sciopero e maltempo, il giorno dopo chiusi nella stazione perché perdono “l’ultimo metrò” per soccorrere la ragazza. Al termine di una delle repliche, sale sul palco con la compagnia, per raccontare la sua storia. È proprio il 2 aprile, la giornata internazionale dell’autismo. Anche di questo spettacolo, Elena ne è social media manager. Le chiedo come ha appreso queste competenze: “Da sola, studiando per conto mio, guardando quello che fanno gli altri. Da autodidatta”.

Tornando a Gregory: lo “spazio aperto” messo a disposizione al termine della messa in scena, ha dato alla Fondazione Giovanni Campaniello onlus (la cui finalità è la realizzazione di centri di ospitalità per soggetti adulti interessati da Disturbi dello Spettro Autistico per lo svolgimento delle attività sociali durante l’arco della giornata) la possibilità di raccontare le sue attività e i suoi progetti e di invitare la compagnia teatrale a portare lo spettacolo a Genzano in in ricordo del Presidente Giovanni Campaniello, scomparso il 19 luglio 2021.

 A 15 anni, la diagnosi

“Solamente quando ho auto 15 anni dalla dott.ssa Flavia Caretto ho scoperto che quello che avevo era la Sindrome di Asperger, prima di esserne a conoscenza, non capivo perché i miei compagni d’asilo mi mozzicavano, alle elementari, mi prendevano in giro, anche se mi davano dei consigli quando non volevo fare niente, mi dicevano guarda se non studi, non vai avanti.

Spettacolo e sport, un modo di stare mondo

Elena spesso partecipa ad eventi di fitness, fra cui quelli organizzati da Street Workout: un format nato qualche anno fa da un’idea di Simone Massaro (scomparso purtroppo nel dicembre 2020 ma che fortunatamente la suddetta ha conosciuto) e Maria Intorto che concilia stazioni di fitness con lunghe camminate non solo nei luoghi più belli di Roma ma anche nei parchi, nel mentre nelle cuffie ascolti musica e senti la voce degli istruttori che ti accompagnano nel percorso e ti guidano durante le stazioni.

Elena ama lo sport, in particolare i balli di gruppo e la zumba; un modo divertente di allenare il corpo. “Mentre balli, lavorano tutti i gruppi muscolari, a differenza di un ballo classico; mentre balli fai molto esercizio fisico, fai uno squat, un affondo, ma non te ne rendi conto.”

Con l’Associazione Giuliaparla, conduce allenamenti all’aperto di fitness, zumba e altre attività, per persone neurodiverse, all’interno di un progetto, Solo se non piove, in collaborazione con un operatore della suddetta associazione che si occupa di sport.

Sono molti i progetti di formazione e di imprenditorialità che promuove Giuliaparla con cui Elena collabora; per un periodo, finché il tempo a sua disposizione glielo ha permesso, ha partecipato ad AutBnb, progetto di agenzia turistica e immobiliare gestita da e rivolta a persone autistiche. un’autentica impresa turistica che organizza visite guidate, vacanze e altre attività. “Anche se ora lavoro e ho meno tempo, al ritorno a casa, ci passo”.

Elena è orgogliosa e soddisfatta di avere firmato un contratto con l’ospedale Ifo di Roma, lavora in ambito amministrativo.

3 volte al mese, si vede con Antonella, è il suo punto di riferimento, la supporta, si confrontano, e fanno diverse attività insieme. “Se qualcosa non va, ne parliamo”. Si conoscono da tanto tempo, da quando Antonella l’ha intervistata per la tesi del suo Master.

Oltre al teatro e lo sport, Elena ama scrivere, in particolare le poesie, ma grazie a una scrittrice che sta scrivendo una storia ispirata al suo incontro con lo sport, viene a conoscenza di un bando che ha come tema la scrittura creativa e il bullismo/cyberbullismo.

Inizia a scrivere il suo racconto, ispirato alla sua storia, visto dagli occhi di un tale Francesco, è complicato, ma va avanti; la sua fatica letteraria vince il primo premio Curcio per le attività creative, nasce come attività di promozione sociale, di lotta all’analfabetismo, di riduzione della povertà educativa, apertura al dialogo e al confronto. Il tempo della scrittura lo ricorda come “prezioso e piacevole”.

Le chiedo se ama più il teatro e la scrittura: “Il teatro mi vede più coinvolta perché interagisco verbalmente con le persone, ti confronti, stai sul  palco con altre persone; quando parli rappresenti dei personaggi, si raccontano e nel frattempo raccontano la storia dei personaggi.

Parlando di personaggi, mi incuriosisce sapere se ha dei personaggi che le stanno particolarmente a cuore. “No, non ci sono personaggi che mi stanno particolarmente a cuore fra quelli da me interpretati.” Poi ci riflette e mi dice: “C’è n’è uno che mi piace molto, Angeletta di Pane, latte e lacrime, perché è geniale è poetico, una ragazzina a cui tutti vogliono bene, un personaggio che spero di poter interpretare”. Veronica, mi vede in questo personaggio: -Sicuramente saresti un’Angeletta meravigliosa- mi ha detto.

Grazie a un premio vinto alla rassegna Artisti sul comò al Teatro Antigone dove ha partecipato con il monologo La gita di Pietro De Silva, sarà in scena con lo spettacolo “Io per loro” dal 16 al 19 febbraio 2023 alla Sala Lysistrata, scritto e diretto da Veronica Liberale. Sul sito leggiamo: “Uno spettacolo in cui si ride, si riflette e ci si commuove anche.”

Le chiedo se vuole salutarmi con un pensiero in particolare: “Voglio solo dire a chi ci governa, ai nostri politici che devono capire una volta per tutte che il teatro è essenziale. Mi auguro che nel prossimo futuro ci sia una maggiore considerazione per chi vive di teatro, davanti e dietro le scene. Il teatro vive di persone, di oggetti, di scene e soprattutto degli applausi che danno la carica. Non c’è teatro se non c’è pubblico.

Approfitto per ringraziare tutte le persone che, come me, hanno un senso di responsabilità, oltre ad aver scelto di vaccinarsi perché è anche grazie a me stessa e a loro se siamo tornati a vivere, dopo un periodo difficile!”

Prima di lasciarla, le chiedo se esiste un modo privilegiato per rafforzare la comprensione tra neurotipici e neurodiversi: “Meglio parlare attraverso la storia delle persone”.

Immagine di copertina: Elena Tomei e Veronica Liberale, dopo la messa in scena di “Pane, latte e lacrime”.

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2 Risposte

  1. Piera ha detto:

    Grande Elena sei magnifica , vai avanti cosi

  1. Luglio 17, 2023

    […] Regia: FABRIZIO CATARCI. Interpreti: MAURO MANDOLINI, nel ruolo di padre Libero, VERONICA LIBERALE, FRANCESCA PAUSILLI e ANDREA VENDITTI. Costumi: SORRISI D’AUTORE. Luci e fonica: DENIS PERSICHINI. Foto di scena: ELENA TOMEI […]

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