Confluences. La storia raccontata dai copricapi di tutto il mondo

Antoine de Galbert

Il Musée des Confluences di Lione (Francia) esporrà fino al 15 marzo 2020 la splendida  donazione di Antoine de Galbert Le monde en tête, dedicata ai copricapi di tutto il mondo e di tutti i tempi.

Antoine de Galbert è un gallerista francese di arte contemporanea che nell’arco di trenta anni ha collezione oltre 500 copricapi. Durante i suoi viaggi, dai suoi innumerevoli incontri con collezionisti e antiquari, de Galbert è riuscito a riunire cappelli antichi e moderni, preziosismi o semplici, e tutti, che provengano dall’Oceania o dall’Africa, dall’America o dall’Asia, forniscono una chiave d’accesso per entrare nella vasta diversità culturale di ieri e di oggi del nostro mondo.

Cina, provincia Guizhou distretto Kaili, metà del XX secolo

Africa- Turkana

Cappelli di ogni foggia e dai materiali più diversi: oro, perle, pietre preziose, ma anche legno, piume colorate, addirittura terra, come svariate sono le loro funzioni: protettive, identitarie , sociali o simboliche.

Africa, Turkana  copricapo maschile – seconda metà XX secolo –

Al museo antropologico e centro scientifico des Confluences di Lione, sarà possibile ammirare 335 copricapi: il più antico è un cappello peruviano precolombiano del XV secolo, il più moderno un ‘adornamento indossato da una sposa del Bengala nel XXI secolo.

XX secolo Nuova Guinea

copricapo femminile fine XX secolo, Cina

L’esposizione è completata da maschere, 5 costumi e oggetti provenienti da tutti i continenti che daranno al visitatore, come scrive lo stesso de Galbert nel catalogo Voyage en mon tête, di compiere, restando immobili, un avventuroso viaggio mentale e interiore nella storia dell’uomo.

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