Albino Badinelli. Un eroe per il 25 aprile

Sono trascorsi 102 anni dalla nascita di Albino Badinelli e 78 dalla sua morte, e per quel giovane carabiniere di 24 anni, la strada verso la sua beatificazione si sta accelerando.

Oggi a distanza di tanti anni sacrificio che compì durante la Seconda guerra mondiale rimane come un esempio raro e speciale. I conflitti bellici sono sempre inutili tragedie che spengono uomini, donne e le tante anime belle, generose e innocenti. Tra queste c’è sicuramente Albino Badinelli nato a San Stefano D’Aveto il 6 marzo 1920, ottavo di 14 figli di Vittorio e Caterina Ginocchio.

Un ragazzo come tanti, figlio di lavoratori ai quali dava il suo aiuto, attento scolaro, amante del disegno e dell’arte pittorica, cantore nel coro parrocchiale, con un sogno nel cassetto, diventare carabiniere. Vide realizzato questo suo desiderio quando nel 1939 frequentò l”Accademia Militare di Torino e dopo due anni diventa carabiniere e va a Scicli in Sicilia.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale viene inviato a Zagabria in Croazia e nel 1944 è di servizio a San Maria del Taro, cittadina che viene subito attaccata e isolata.

Viene così invitato a tornare al suo paese, dove ha i genitori e tre sorelle che sono in attesa di notizie di un fratello partito per la Russia, da dove non tornerà più. Ma anche lì gli scontri tra nazifascisti e partigiani sono all’ordine del giorno.

Un giorno rientrando a casa vede un fuoco provenire dalla vicina chiesa a lato del cimitero e corre a chiedere aiuto al padre. Gli incendi non si arrestano e molte sono le persone che perdono la vita. Il comandante di brigata, Cadelo, invita tutti i giovani del posto a presentarsi in caserma e a costituirsi.

Badinelli si presenta volontariamente ma nonostante tutta la sua disponibilità è considerato disertore ed è decretata la sua fucilazione. Altre venti persone sono considerate sovversive, ma lui si offre al loro posto e ne chiede la liberazione. Chiede di confessarsi e con al fianco  di un monsignore Monteverde ed in mano il Crocifisso va verso il luogo della sua esecuzione. Conferma di perdonare i suoi carnefici e ripete ciò che disse Gesù: “Perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Due colpi al cuore ed uno alla testa saranno il prezzo da pagare per salvare 20 ostaggi dalla morte certa e dalla distruzione del suo paese.

Sulla sua lapide posta nella frazione di Allegrezza, davanti alla chiesa della Madonna  dove venne trucidato il 2 settembre 1944 è stato scritto: ” Oh che tu passi, chinati al suo ricordo e prega per lui e per il mondo la pace.” Restano indimenticabili le parole che l’arciprete di Santo Stefano Monsignor Casimiro Todeschini pronunciò: ” Con serena e cristiana fortezza affrontò il plotone di esecuzione perdonando tutti, offrendo il suo sangue per la Pace e per la redenzione dei Popoli”. Ed un testimone aggiunse: ” Il Carabiniere Albino Baldinelli entra nel mondo degli eletti che, con il loro sacrificio supremo, resero possibile il nostro riscatto”.

Il 6 marzo del 2017, in occasione della Giornata europea dei Giusti, a Palazzo Marino, Milano, Baldinelli, nato prioprio il 6 marzo, è stato nominato Giusto, per aver perdonato i suoi uccisori,  il successivo 3 agosto, il presidente Mattarella lo ha insignito della medaglia d’oro al merito civile e papa Francesco nel Sinodo dei giovani del 2018  ha inserito il nome del martire Albino come testimone dell’amore di Cristo per farlo conoscere alle nuove generazioni. È stato, quindi, aperto il processo di canonizzazione verso il percorso di Servo di Dio.

In tempi di guerra, come gli attuali, dove una parte del mondo che sta vivendo questa esperienza, ricordare gli esempi, eredità del terribile ultimo conflitto mondiale, sia un monito, il sangue versato non cancella le ingiustizie, il male, l’odio tra le genti, ma sarà sempre e soltanto la forza del bene a vincere.

Perdonare il fratello – avversario non sarà un sentimento facile da mettere in pratica, tanti ci sono riusciti, e Albino Badinelli, come Salvo d’Acquisto ne sono i testimoni, avendo dato la loro vita anche per coloro che si definivano nemici.

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