30 anni fa l’assedio di Sarajevo

 

Il 5 aprile 1992 iniziava l’assedio di Sarajevo. Sarebbe durato fino al 29 febbraio 1996 diventando il più lungo mai avvenuto nella seconda metà del Novecento.

Il numero di vittime stimato durante quei 4 anni, superano le 12mila persone e oltre 50mila i feriti, la maggior parte dei quali  civili.

Tra i morti e la migrazione forzata, il numero della popolazione si ridusse del 64%. Gli abitanti di Sarajevo nel 1995 ammontavano a poco più di 330mila persone. A decimare la popolazione contribuirono notevolmente i bombardamenti che provocarono uccisioni di massa.

L’assedio fu incessante, interrotto soltanto per un giorno, tra l’11 e il 12 dicembre 1992, da un gruppo di 500 pacifisti guidati da Don Tonino Bello e coordinati dall’Associazione Beati costruttori di pace.

Il gruppo che proveniva dall’Italia nell’agosto 1993 organizzò una nuova marcia con il tentativo di rompere nuovamente l’assedio, ma non ci riuscì. Se ne organizzò una analoga nell’ottobre successivo nel corso della quale morì il religioso e pacifista italiano Moreno Locatelli. Gli sparò un cecchino, mentre il religioso deponeva un fiore sul ponte Vrbanja, in ricordo di persone che in quel punto avevano perso la vita.

Questo anniversario ci rimanda a 5 anni fa e a un’altra guerra non ancora risolta, quella in Siria.

Mariupol, città martire, come Aleppo cinque anni fa

Era l’ultima settimana di marzo  2017, quando i partecipanti della marcia a sostegno per i civili di Aleppo (Civil march for Aleppo– CMFA) raggiunsero Sarajevo e organizzarono l’evento The barefoot day for peace in Syria, che consisteva nel camminare a piedi nudi lungo un telo bianco con le palme dei piedi colorate con vernice rossa. Un gesto simbolico, un tributo a tutte le vittime dell’assedio, dalla guerra in Bosnia a quella della Siria iniziata nel 2011 e in quei giorni al culmine.

Mai avremmo immaginato che 5 anni dopo avremmo avuto un’altra guerra in Europa, con le forze russe che dal 24 febbraio hanno invaso l’Ucraina. Mai avremmo immaginato allora che oggi temiamo per Mariupol, la città ucraina martire così come lo era Aleppo in quei giorni.

L’assedio di Sarajevo avvenne nel corso della lunga serie di guerre tra le nazioni balcaniche dell’ex Jugoslavia e produsse la più grande affluenza di rifugiati in Europa dalla Seconda guerra mondiale.

Nel 2017 erano i medio orientali a cercare la pace attraverso la rotta balcanica chiusa dai muri di cinta soprattutto ungheresi. Chi non aveva altra scelta che cercare di superarli, andava incontro a “brutalità sistematica e umiliazioni, indipendentemente dalla loro età, sesso o nazionalità di provenienza”, completamente dimentichi di quel che era accaduto 25 anni prima in quei territori.

 

Immagine 1) cimitero di Sarajevo; 2) marzo 2017,  Sarajevo, la Civil March for Aleppo durante il 25° anniversario dell’assedio

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