Amedeo Lia. L’ultimo mecenate

Vi dice niente questo nome? E’ stato un  mecenate, amante dell’arte pittorica e di molto altro e che continua a far conoscere la bellezza  dei colori a tantissime persone.  Il suo nome è passato alla storia per aver lasciato più di mille opere d’arte della sua collezione privata al Museo civico di La Spezia.

Nato nel 1913 in Puglia visse in Liguria (scomparso nel 2012), conosciuta dopo aver frequentato l’accademia navale di Livorno, e se ne innamorò perdutamente perché sentiva quel mare vicino e simile a quello dove era nato. Da ingegnere navale a collezionista, da imprenditore ad antiquario, la sua è stata una vita dedita completamente all’arte.

Raccolse un numero imprecisato di quadri, tra i quali un Raffaello di età giovanile, un Pontorno, Tintoretto, Alessandro Magnasco, Bernardo Bellotto, Pietro Longhi, Marieschi e tantissimi altri. Scusate se è poco, e arricchì questo patrimonio con miniature, argenti, avori, vetri artistici, maioliche e molti reperti archeologici. Non mancano in questa collezione circa 70 tavole in legno e moltissime tempere di diverse epoche.

Nel 1995 donò tutto quanto al museo cittadino, ospitato nel convento dei frati minori di San Francesco da Paola, e quello divenne la dimora di 1150 opere di immenso valore dall’epoca classica, al tardo antico, al medioevo, fino al XVIII secolo.

Fino al 26 giugno 2022 proprio in questo silenzioso complesso sono in mostra i dipinti del XV secolo degli allievi della scuola di Leonardo da Vinci che allora lavorava a Milano per Ludovico il Moro e preparava L’ultima Cena.

Da Il Giampietrino, ovvero Pietro Rizzoli che dipinse una copia del Cenacolo ora alla Royal Academy di Londra, ed dove risultano aggiunti i particolari dei bicchieri e dei motivi floreali, alla sua Madonna seduta in preghiera davanti al Crocefisso, a Marco d’Oggiono, autore della Pala Grifi con la Resurrezione del Cristo e che fu autore  degli affreschi per la chiesa di Santa Maria della Pace, il polittico del museo di Blois ed all’estasi della Maddalena esposta a Palazzo Vecchio a Firenze. Leonardo ricordiamo aveva dipinto due Madonne La Madonna con il garofano” oggi a Monaco e la celebre Madonna Benois oggi all’Eremitage di San Pietroburgo, oltre alla Madonna con l’ermellino che rafffigura Cecilia Gallerani e che è attualmente al Museo di Cracovia.

Ma La Madonna  Lia con Bambino è il fiore all’occhiello di tutta la quadreria  perché fu proprio Amedeo Lia a  donare nel 2007, alla pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano, questo capolavoro di Francesco Galli detto il ‘Napoletano’, il più misterioso giovane tra i “piccoli artisti” della bottega di Leonardo e anche perché fu uno degli allievi migliori e che assimilò perfettamente le tecniche del maestro. Altre sono le opere esposte, una più bella dell’altra, ma lasciamo al visitatore la gioia di scoprirle.

Come non ricordare dunque Amedeo Lia, un grande benefattore e che provava una gioia immensa nel dare la possibilità a tante persone di conoscere, nel silenzio ovattato di un convento, la lunga trama del vedere, il muoversi dei colori che ti portano ad ascoltare in qualche modo il mondo dell’arte, ed il relazionarsi con qualcosa di assolutamente grande in quanto, tutto ciò, ti può fare capire che lo stupore che si prova davanti ad un quadro è solo pari alla necessità di scoprire la bellezza che ci ha accompagnato per secoli.

 

Immagine: 1) Museo civico di La Spezia in occasione della mostra dedicata ai dipinti del XV secolo degli allievi della scuola di Leonardo da Vinci che allora lavorava a Milano per Ludovico il Moro e preparava L’ultima Cena, parte del lascito del mecenate Amadeo Lia; 2) La Madonna  Lia con Bambino, donata da Lia alla pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano

 

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