Potere della riconciliazione. L’audacia della speranza

abe-e-obamaDopo la visita storica di Barak Obama a Hiroshima nella primavera scorsa, Shinzo Abe, primo ministro giapponese, si è recato in visita ufficiale alle isole Hawaii nei giorni 27 e 28 dicembre 2016, per commemorare le vittime di Pearl Harbor; 2400 americani che il 7 dicembre 1941 persero la vita sotto l’attacco nipponico, che segnò l’ingresso degli Usa nella II guerra mondiale.

Nel corso della visita, Abe ha depositato una corona di fiori al cimitero nazionale di Honolulu, dove riposano 50mila militari nord-americani caduti nei conflitti del Pacifico e della guerra del Vietnam.  Successivamente si è recato al cimitero di Makiki, dove sono sepolti le vittime dei conflitti e gli emigrati giapponesi.

abe-e-obama-depositano-la-corona-di-fioriL’importanza della visita di Abe e della nuova alleanza tra Usa e Giappone, dalla fine del conflitto mondiale, ha toccato l’acme quando, nel corso  della cerimonia commemorativa presso l’USS Arizona Memorial a Pearl Harbor (Honolulu), da dove i 2 leader hanno lanciato il messaggio di pace, tolleranza e riconciliazione.
“Mai più guerra. Mai più si devono ripetere gli orrori della guerra.” ha detto il premier giapponese, dopo aver rinnovato la promessa di non ricorrere più alla guerra, per poi aggiungere “L’alleanza tra Giappone e Stati Uniti è un’alleanza di speranza. Il mio desiderio e che i nostri bambini, i loro figli, i nipoti e le persone di tutto il mondo, continuino a vedere Pearl Harbor come il simbolo della riconciliazione”.
Barak Obama da parte sua ha rafforzate le parole del premier: “Qui ci ricordiamo che anche quando l’odio arde con più forza” ha detto il presidente statunitense “quando l’impulso primario sembra prendere il sopravvento, dobbiamo resistere. Resistere all’impulso tribale che ci porta a demonizzare chi è diverso da noi”.

obama-e-abe-con-i-veteraniCon la visita del premier giapponese alle Hawaii si chiude un anno, il 2016, fondamentale per i rapporti tra i 2 paesi, che con Abe e Obama, nonostante la loro differenza politica  – il primo è un nazionalista di destra, il secondo, come è noto, un progressista internazionalista – sono stati particolarmente armoniosi e fruttuosi per entrambi i reciproci paesi.

Una visita storica all’insegna della riconciliazione  che ha visto Shinzo Abe esprimere le sue condoglianze “sincere ed eterne” ma non chiedere perdono per i morti di Pearl Harbor, così come non l’ha fatto Obama 7 mesi fa quando ha visitato Hiroshima, la città dove gli Usa lanciarono la bomba atomica il 5 agosto del 1945.

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