Gunditjmara. La cultura della natura
Sacro per gli aborigeni Gunditjmara ((indigeni austriliani della regione Victoria, il cui nome deriva da Gunditj = appartenenza a, mara = persona), il paesaggio Budj Bim nei pressi del lago Condah, nel sud ovest dello stato australiano del Victoria, è il luogo in cui potere ammirare ciò che è rimasto del più grande sistema d’acquacultura in Australia.
Risalente a migliaia di anni fa, questa area dimostra la prova che una parte della popolazione, cosiddetta aborigena, aveva fondato una comunità, la quale sistematicamente coltivava, nutrendosi e commerciando, anguille affumicate. Queste ultime vengono ancora considerate una prelibatezza tra i membri del clan.
Si può visitare, tramite guide Gunditjmara, l’area di questo lago e i visitatori potranno vedere le trappole per pesci e anguille. E le uniche abitazioni permanenti costruite da una comunità autoctona in Australia.
Il patrimonio paesaggistico del Budj Bim è stato inserito nel The National Heritage List, un elenco di luoghi aborigeni, naturali e storici di grande importanza per la nazione australiana.
Questa area, lago incluso, forma il perimetro del Gunditjmara, la naziona tradizionale di questo gruppo indigeno. Le persone che ci vivevano e avevano delle responsabilità ben specifiche riguardo al lago sono i Kerrup-Jmara ( la gente dell’acqua, nella loro lingua).
Per i Gunditjmara, il loro sistema culturale èstrettamente correlato con il paesaggio. I loro principi e valori risiedono in questo luogo storico.
La loro storia è notevole. Mostra il loro attaccamento all’area, mantenuto fino ai giorni nostri, nonostante gli innumerevoli tentativi di espropriazione da parte dell’autorità. È lo stesso clan che organizza i tour turistici.
Le visite sono di vario tipo, a seconda della propria disponibilità di tempo. Io ho optato per quella più completa e più lunga. Circa 5 ore.
Si inizia con una introduzione presso il centro culturale tra varie foto, d’epoca e non, e la appassionata spiegazione di uno dei volontari, il quale introduce il suo gruppo, le tradizioni e la loro provenienza. Di interessante rilevanza la spiegazione su come il “passatempo” di costruire cestini sia durata fino ai giorni nostri, in particolare tra le donne anziane della tribù.
In seguito, ci si dirige in auto verso un punto panoramico, in cui si può ammirare una piccola parte del lago, passando per una caverna, la missione del lago Condah ( a 3 chilometri dal lago, fondata nel 1867 e chiusa nel 1919; le missioni sono un triste capitolo del conflitto tra coloni e colonizzati quaggiù) e il gran finale del tour: il sistema di pesca, idrico e le rovine.
Chi meglio di loro potrebbe immergere il visitatore in questo paesaggio intriso di storia e cultura, poco conosciuto, ahimè, anche tra gli australiani non indigeni?
Una visita a questo luogo spettacolare è un modo per contraddire chi pensa che gli aborigeni non abbiano fatto nulla prima dell’arrivo dei britannici. E, soprattutto, per mostrare che la storia, anche qui, è di casa.
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