David Grossman. Instancabile voce di pace

Lo scrittore israeliano David Grossman, instancabile voce di pace è il vincitore del Taobuk Award 2021, il premio del festival letterario Taormina Book Festival.  Gli verrà consegnato il prossimo 19 giugno nel Teatro Antico della città siciliana e il giorno dopo lo scrittore terrà una conversazione pubblica dedicata alle sue opere e al suo attivismo.

La motivazione del premio oltre al talento letterario  fa riferimento al suo impegno civile dello scrittore, come ha spiegato Antonella Ferrara, direttrice artistica del Festival: “Riconosciamo nell’opera e nella scrittura di Grossman quella “fiammella pilota” capace di alimentare un fragile equilibrio di pacifica convivenza e la speranza di un cambiamento. Vogliamo guardare alle sue parole come a un auspicio di metamorfosi dei fondamentalismi in un desiderio condiviso di pace e sicurezza, soprattutto in questi giorni di scontri tra Israele e Hamas: una visione che l’autore condivide da sempre con i suoi lettori”.

Il pensiero di Grossman. Così perdiamo tutti

In merito al riaccendersi del conflitto in Medio Oriente tra israeliani di questi giorni, David Grossman ha espresso il suo pensiero nell’intervista rilasciata a Francesca Caferri di La Repubblica e ripresa da Clarissa Valia in TPI.

“Ho vissuto diverse situazioni estreme: questa è una delle peggiori … . Così perdiamo tutti “ ha esordito lo scrittore. “È un accumularsi di minacce, rabbia, frustrazione: a un certo punto scoppia e ci troviamo improvvisamente nel mezzo di un’operazione militare. O di una vera guerra. La spiegazione è logica, ma non basta per smettere di chiedersi come sia possibile che dopo tutti questi anni siamo ancora prigionieri di questo circolo vizioso, senza che si intraveda una via d’uscita“.

Per Grossman “è a rischio il fragile equilibrio d’Israele” perché nella crisi attuale “si fronteggiano cittadini arabi israeliani e cittadini ebrei israeliani e quando parliamo di arabi israeliani, parliamo di un quinto della popolazione israeliana”. L’ebreo Grossman con l’obiettività di sempre aggiunge che gli uni e gli altri hanno uguali diritti soltanto “sulla carta”. Nella realtà gli arabi israeliani “si vedono negate moltissime cose: basti pensare alla legge che dichiara Israele Stato nazione degli ebrei e che fa degli arabi quasi cittadini di serie B“.

Gli avvenimenti di questi giorni sono per Grossman “una violenza orribile, perché spezza ogni idea di coesistenza, il sottile filo che si era creato negli anni e che faceva pensare che gradualmente saremmo riusciti a vivere l’uno accanto all’altro”. Ma se il dialogo è fallito e non solo per colpa dello Stato ebraico perché “chi per anni ha sostenuto il dialogo è stato delegittimato dall’assenza di risultati e oggi è visto come una sorta di traditore. Da entrambi i lati, crescono solo gli elementi più violenti ed estremisti. Si nutrono l’uno dell’altro: ogni volta che c’è un conflitto, lo usano per legittimare le loro posizioni estremiste“.

E come finirà? “Come sempre, per esaurimento – ha risposto lo scrittore – una delle due parti a un certo punto non ce la farà più e inizierà una mediazione: bisognerà solo vedere quante persone moriranno nel frattempo. In una situazione che sarebbe potuto essere prevenuta”.

Ma è evidente “che se non riusciremo ad arrivare a uno Stato in cui le due comunità si sentiranno a casa, perfettamente uguali, e potranno contare sul fatto che le loro vite hanno lo stesso peso sulla bilancia, avremo perso tutti. Solo se la minoranza arabo- israeliana si sentirà protetta e la maggioranza di religione ebraica non minacciata, ci sarà la possibilità di creare qualcosa di valore e si ridurrà lo spazio per la violenza. Da entrambe le parti. È il mio sogno, la mia speranza, e oggi il mio timore maggiore è che si spezzi”.

Vedi alla voce: amore

David Grossman, considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura contemporanea, è nato a Gerusalemme il 25 gennaio 1954.

Autore fra i tanti libri scritti di Vedi alla voce: amore e A un cerbiatto somiglia il mio amore, Grossman è da tempo anche un attivista politico sostenitore del dialogo tra ebrei e gli arabi musulmani per raggiungere la pace nella Regione.

 

Nell’estate 2006 in occasione della Guerra israelo-libanese – pur essendosi schierato dalla parte di Israele contro le milizie del partito islamico Hezbollah – insieme a colleghi altrettanto celebri Amos Oz e Abraham Yehoshua, chiese al proprio Governo di trovare un accordo per il cessate il fuoco e, quindi, intavolare i negoziati per raggiungere una soluzione concordata.

Due giorni dopo e poche ore prima del cessate il fuoco imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il figlio Uri, richiamato alle armi venne ucciso da un missile anticarro. Aveva vent’anni.

Nell’orazione funebre lo scrittore fra l’altro disse: “ Uri era un ragazzo con dei valori, parola molto logorata e schernita negli ultimi anni. In questo mondo a pezzi e crudele e cinico non è ‘tosto’ avere dei valori, o essere umani o sensibili al malessere del prossimo, anche se quel prossimo è il tuo nemico sul campo di battaglia. Ho imparato da Uri che si può essere sia l’uno che l’altro. Che dobbiamo difendere noi stessi e la nostra anima. Insistere per preservarla dalla tentazione della forza e da pensieri semplicistici, dalla deturpazione del cinismo, dalla volgarità del cuore dal disprezzo degli altri, che sono la vera, grande maledizioni di chi vive in un’area di tragedia come la nostra”.

Fedele a queste parole, dopo la morte del figlio, David Grossman ha intensificato il suo impegno a favore della pace.

Nel 2014 ancora una volta con Oz, e Yehoshua –  e oltre a 800 israeliani tra cui il premio Nobel Daniel Kahneman – Grossman firmò una petizione che chiedeva ai Parlamenti europei di riconoscere la Palestina come Stato.

 

Immagini: 1) lo scrittore David Grossman, vincitore Taobuk Award 2021; 2) da sinistra David Grossman, Abraham Yehoshua e Amos Oz

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