E tu vuoi davvero andare a Machu Picchu in aereo?
Vai a Machu Picchu in aereo? Presto – se tutto va come vuole il governo peruviano – ce lo potremo chiedere davvero. Perché il Perù sta seriamente pensando (al punto d’aver dato il via a dei lavori preliminari) di dotare uno dei siti archeologici più visitati (e più fragili) del mondo di uno scalo aeroportuale.
La cosa desta curiosità, oltre che preoccupazione. Perché il sito dove sorge questa unica e inimitabile città precolombiana è impervio e inaccessibile, al centro della Valle Sacra, in un luogo reso complicato da raggiungere dalla vastità enorme e incontrollabile delle montagne. Impervio e inaccessibile? Non molto, visto che nel 2018 ci è andato circa un milione e mezzo di turisti, circa il 12% in più rispetto al 2017, e addirittura quasi il doppio rispetto a 10 anni fa. Un’esplosione di interesse che è manna dal cielo per un Paese – e soprattutto per una regione – altrimenti povera di fortune economiche. Ma che ha fatto scattare il campanello d’allarme a chi, quel patrimonio unico e inimitabile, vuol preservarlo, oltre che sfruttarlo.
Ecco così che l’UNESCO ha scritto direttamente al governo peruviano per ricordare obblighi e chiedere spiegazioni. La lettera, segretata da mittente e destinatario ma anticipata per larghi stralci dal Guardian, unisce due preoccupazioni: la prima è relativa agli impatti dei lavori di costruzione dello scalo aeroportuale, che dovrebbero interessare un’area piuttosto estesa nei pressi dell’inizio della Valle Sacra, a circa 30 chilometri dal sito archeologico; la seconda, ben più profonda, è relativa agli obiettivi primari della costruzione dell’opera, ovvero aumentare a dismisura il flusso di turisti (paganti, e pesanti).
Tra l’altro, non è certo la prima volta che l’UNESCO rimprovera il Perù per la sua gestione di Machu Picchu. Già nel 2017 fece presente che i visitatori erano troppi, più del doppio rispetto al limite raccomandato dall’UNESCO stessa. La risposta è stata nella forma, più che nella sostanza. Perché il governo peruviano ha organizzato l’erogazione dei biglietti in modo da scaglionarne l’ingresso. Ridotto quindi il tempo di visita, e il numero per turno, ma non il numero complessivo dei visitatori.
Con una postilla da non poco: secondo le stime del governo peruviano stesso, infatti, il nuovo scalo – oltre che ad alleggerire la pressione sull’aeroporto della vicina Cusco, anch’essa patrimonio dell’umanità – servirà a conseguire un raddoppio del numero annuo di turisti.
Una manna, o una tempesta? E noi italiani, dall’alto della nostra esperienza, cosa ne pensiamo?
Decisamente da condividere! Come si fa a voler usare “mordi e fuggi” tutto?
È l’anno del turismo lento: bisognerebbe che le persone ci riflettessero!!!