25 maggio, giornata mondiale dell’Africa
Il 25 maggio si celebra l’Africa, una data che rimanda alla nascita officiale dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OAU) che riunisce i Paesi africani, fondata nel 1963 e sostituita nel 2002 con l’Unione Africana. Non per tutte, ma per alcune nazioni del Continente, come il Gambia, Zimbabwe o Ghana il 25 maggio è il giorno della festa nazionale.
Siamo soliti parlare dell’Africa come se fosse un immenso luogo senza frontiere, in realtà è costituito da 54 Paesi sovrani (senza considerare la Repubblica Araba Saharawi democratica e Somaliland in attesa del riconoscimento internazionale). È, dunque, il Continente con più Stati indipendenti al mondo: Stati che, pur avendo caratteristiche comuni, ciascuno presenta le sue peculiarità.
Differenze e confini, però, non impediscono agli africani di trasferirsi liberamente da un Paese all’altro del Continente. Si fa un gran parlare della migrazione verso l’Europa: in realtà, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), oltre l’80% degli africano che decidono – o sono costretti – a lasciare il proprio Paese, migrano rimanendo nel Continente. E, infatti, secondo l’Onu, l’Africa ospita il numero più grande di sfollati, 24,2 milioni.
Le cause del grande flusso migratorio sono politiche, economiche, familiari, crisi umanitarie, conflitti e surriscaldamento globale. Clima a parte, gli altri motivi derivano dalla fragilità politica del Continente, figlia dell’epoca del colonialismo e dello sfruttamento dei Paesi Occidentale: negli ultimi 3 decenni regimi dittatoriali e guerre civili hanno contribuito a insanguinare parti del Continente e alcuni conflitti sono ancora in corso.
Per le stime della Banca Mondiale, l’Africa sub sahariana è il maggiore esportatore mondiale di metalli e minerali (13,7% nel 2017), e tra le sue materie prima figura anche il cotone e il gas. Eppure (o per questo) gli ultimi dati dell’Indice di Sviluppo Umano (HDI, Human Development Index) confermano la maggiore povertà del mondo nei seguenti Paesi: Mozambico, Liberia, Mali, Burkina Faso, Sierra Leone, Burundi, Ciad, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana e il Niger.
In Africa, uno dei Paesi più ricchi del mondo, 5 dei 10 in crescita e parlamenti al femminile
Ma in Africa c’è anche uno dei Paesi più ricchi del mondo: la Nigeria che, per il suo prodotto interno lordo (PIL) il Fondo Monetario Internazionale, nel 2018, l’ha posto al 29° di una classifica formata da 30 Stati.
E sono africani 5 dei 10 Paesi con la maggior crescita nel 2017: Libia, Guinea – Conakry, Etiopia, Ghana e Costo d’Avorio (dati: Banca Mondiale).
Altro primato africano, forse inaspettato, è la presenza della donne nei parlamenti. Oltre al Ruanda – il 61,3% dei deputati – troviamo la Namibia con il 46,2% dei deputati e il Sudafrica, con 42,7%.
I giovanissimi
Continente giovanissimo, il 47,4% della popolazione, nel 2015, aveva meno di 18 anni (dati: Onu), il doppio della popolazione giovanile in Europa. Un fenomeno che, a dire degli esperti, presenta 2 lati opposti ma entrambi determinati dalle possibilità di lavoro: se ce ne sarà a sufficienza per tutti, a breve, questi giovani saranno la forza lavoro che farà crescere il Continente; ma se non avranno opportunità, saranno costretti all’immigrazione irregolare o, per frustrazione, rischieranno di cadere nella delinquenza o di unirsi ai gruppi estremisti. Per le previsioni dell’ONU, entro il 2050 il 58,9% degli africani vivrà nelle città (oggi sono il 42,5%) e sarà una sfida per le economie dei centri urbani: saranno in grado di fornire opportunità di lavoro a tutti?
Una fortuna per le compagnie di telefonia mobile
Quel che per ora è certo e che nel presente e nel prossimo futuro gli africani rappresentano un mercato formidabile per le compagnie dei cellulari e smart-phone: alla fine del 2018, il 45% degli abitanti sub-sahariani era abbonato ai servizi di telefonia mobile (il 36% ha un cellulare intelligente), secondo le stime degli esperti del settore, nel 2025 il 23% dei nuovi abbonamenti globali arriverà dall’Africa.