Ghana 2022. Il polo museale della cultura panafricana
Un museo in Africa che riunisca tutta la storia, la filosofia, l’arte, l’artigianato, la musica la letteratura, gli ideali, in una parola tutta la cultura materiale e immateriale tipica e prodotta dal grande continente, dagli uomini e le donne del grande continente e/o che provengono dal grande continente: in una sola parola panafricanismo. Si tratta del Pan african heritage world museum (Pahwm), che, come ci informa nigrizia.it sorgerà in Ghana nel 2022.
Peculiarissimo progetto la cui missione, come scrivono gli organizzatori “è creare un ambiente in cui le persone di origine africana e tutti gli altri possano scoprire e sperimentare la vera storia delle origini dell’umanità, lo sviluppo delle culture e le grandi civiltà della Valle del Nilo che influenzarono il passato, informano il presente e plasmeranno il futuro, servendo da ispirazione per le generazioni a venire”.
Arte, ma soprattutto cultura, dicevamo, quindi, politica nel senso più ampio del suo significato, inteso come l’insieme di tutti i soggetti che hanno fatto e fanno parte della società. E trattandosi di un continente che ha vissuto la diaspora nelle sue varie epoche storiche, il museo vuole creare le connessioni tra le diverse eredità culturali locali ed essere luogo di accoglienza per tutti: dagli studiosi ai viaggiatori. E, altro compito importante che l’istituzione si prefigge, figura quello di riportare nei giusti termini la narrazione della storia del continente spesso trascritta in modo alterato o deformato quando non falsificato e, quindi, facilmente mal interpretato .
Il polo museale
Il polo museale e centro studi, sarà costituito da un edificio centrale, e nel vastissimo spazio di oltre 300mila metri quadrati sar dotato dei seguenti allestimenti esterni:
il Palazzo dei regni africani
• ricostruzione dei regni africani (antichi e moderni) con curatori per guidare i visitatori;
• ogni regno mostrerà la sua arte e cultura e fornirà spazio per acquistare souvenir e cenare;
il Giardino delle sculture
• dei leader politici panafricani
• degli eroi / eroine panafricani
• degli scienziati panafricani in scienza e tecnologia
• degli inventori / innovatori panafricani
• dei leader della gioventù panafricana
• degli studiosi e scrittori panafricani
la fattoria delle erbe / piante (con chalet)
• Piante medicinali a base di erbe africane
• Alloggi per vivere
• Spazio per il risveglio spirituale
• Frutteto
• Whole Foods Shop / Ristorante
L’edificio centrale, invece, avrà una forma a cono, che non corrisponde ad una mera scelta estetica, ma si rifà al rams horn – una delle trascrizioni della simbologia adinkra, tramandata da secoli dai sapienti artigiani riproducendo le sue icone sui tessuti cerimoniali dell’Africa occidentale, dalla Costa d’Avorio al Ghana – e che rappresenta, attraverso le corna del montone, l’umiltà unita alla forza.
Anche la scelta del terreno dove sorgerà il Pahwm ha un forte significato simbolico, si tratta del Pomadze hills, l’area protetta sulla strada verso Cape Coast, che per secoli, scrive nigrizia.it “ha visto partire milioni di africani in catene imbarcati sulle navi negriere”.
Oltre il ritorno
L’edificazione del museo è parte dell’ampio progetto del Beyond the return (oltre il ritorno), l’insieme d’iniziative lanciate dal Ghana agli afro-americani e caraibici, decisi di ritornare alla propria terra di origine e che vede già coinvolta un’ampia parte delle vaste comunità afro-americane, afro – giamaicana e afro – brasiliana. Principalmente coloro che si sono già trasferiti in Africa a seguito del progetto precedente Year of return (l’anno del ritorno).
Conoscere il passato per costruire il presente: la cultura è il primo tassello al quale seguiranno azioni concrete come accordi economici per favorire opportunità d’investimento per potenziare crescita e sviluppo. Obiettivo finale: realizzare il sogno ghaneano di rendere il decennio 2020-2030 la decade del Rinascimento.
Il Pahwm è stato ideato da Kojo Yankah, fondatore dell’African University College of Communications. Il progetto architettonico affidato a George Wireko-Brobby in collaborazione con HTL Africa, sarà realizzato grazie al sostegno d’importanti organizzazioni tra le quali l’Unesco e l’Unione Africana. Il budget previsto di 30 milioni di dollari si otterrà attraverso una raccolta fondi.
Il panafricanismo
Alla base della decade del Rinascimento c’è il Panafricanismo, la dottrina e il movimento nato negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento, che proponeva l’unificazione culturale e politica del mondo africano e dei neri della diaspora e che tra nel febbraio del 1919 vide celebrarsi a Parigi il suo primo congresso. Altri vennero organizzati fino al 1945 Londra, New York e Manchester
Tra i fondatori Marcus Mosiah Garvey (St.Ann’sBay – Giamaica 1887 – Londra 1940) che promuoveva il ritorno dei neri americani in Africa con la costituzione di uno Stato indipendente (il sionismo nero, fonte Treccani enciclopedia) e William Edward Burghardt Du Bois (Great Barrington, Massachusetts, 1868-Accra, Ghana, 1963) primo nero che insegnò storia ed economia all’Harvard University, che sosteneva, invece, l’esigenza di conquistare i pieni diritti sia in Africa sia nei Paesi dove si erano formate le comunità nere a seguito della tratta atlantica – e l’autodeterminazione dell’Africa, ai tempi in gran parte colonizzata dalle potenze europee.
Dapprima movimento ideale nella seconda metà del Novecento, con l’inizio della decolonizzazione del Continente ha assunto una connotazione politica. Molti dei leader delle lotte d’indipendenza africane degli anni Cinquanta del Novecento si sono formati nell’ambito culturale e politico del panafricanismo.
Istituzionalmente i principi del movimento hanno visto la loro materializzazione nell’organizzazione nazionale Unione Africana (formatosi nel 1963) e in alcune importanti realtà regionali.
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