Metroscenico a Madrid. Il teatro in stazione
“Dove è Babia?” si interroga una donna, vestita da esploratrice nella banchina della stazione metropolitan Città Universitaria, di Madrid, nel bel mezzo dello stupore di chi è in attesa del prossimo metrò, probabilmente immerso nei sui pensieri o assorto nello schermo del suo cellulare o tablet. Anabel Béjar, recita un divertente monologo sull’uomo che gli ha detto che l’avrebbe incontrata lì…
Si tratta di una delle dieci proposte scelte per la creazione di spazi di CronoTeatro durante la celebrazione della la Settimana delle Lettere, promossa dalla Universidad Complutense di Madrid, che si svolge a Madrid dal 24 al 28 aprile 2017 e, che consiste nella rappresentazione di brevi testi teatrali negli spazi delle stazioni metropolitane e nei vagoni dei treni che arrivano e partono dalla Città Universitaria.
César Barló, direttore di AlmaViva Teatro e coordinatore di questa attività da 4 anni, spiega come le rappresentazioni siano di 2 o 6 minuti, recitate durante i cosiddetti “horarios valle”, opposti agli orari di punta, vale a dire dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18.
Le storie di “Stazione” invece sono più lunghe, durano 6 minuti e riflettono quello che può accadere in stazione. Quante vite scorrono contemporaneamente in una stazione?
La ricezione da parte dei viaggiatori è sempre buona, anche se nei primi secondi si può generare un po’ di confusione, come spiega Barló.
Immaginiamo la reazione degli inconsapevoli “metro spettatori” nell’assistere alla rappresentazione di un uomo vestito da coniglio in piena crisi romantica che chiede al proprio compagno di ravvivare la loro relazione. Sorrisi e risata seguono all’iniziale leggero sgomento.
Anche se le opere sono a tema libero, gli organizzatori hanno specificato che ognuna di loro prova a illustrare ” la rapidità del mondo nel quale viviamo: i conflitti, gli innamoramenti o le riflessioni che possono sorgere in qualsiasi momento e la Metro si trasforma così in uno dei migliori scenari in cui rappresentare la velocità della società attuale.”
Un autentico certamen teatrale a cui possono partecipare attori, compagnie teatrali, amatoriali o professionali, spagnoli e stranieri. Le 10 rappresentazioni sono scelte da una giuria di quattro membri – Cristina Anta, María Bastianes, Conchita Piña y Antonio Rojano, tra 24 proposte presentate. Le messe in scene si svolgono sia vagoni, sei nelle banchine o in altri spazi della stazione.
Nel bando si specifica che le proposte non devono consistere esclusivamente in testi teatrali, ma prevedere l’azione teatrale, così da poter essere rappresentate. Inoltre non devono prevedere elementi di scenografia “fissa”, vale a dire elementi che ostacolino il passo dei viaggiatori sia nei vagoni che nella stazione. Un elemento di valutazione, la congruenza della pièce teatrale con lo spazio scenico, non convenzionale come la metropolitana di Madrid.
L’intento è quello di fare del viaggio in metro, un momento in cui godere di un attimo di vita vissuta, immaginata e, soprattutto, rappresentata. Le storie di “Treno” sono quelle si scrivono per la durata di un viaggio da fermata a fermata. Un unico spazio, il vagone. Che cosa si può raccontare in 2 minuti? Uno sforzo di compressione teatrale, un vero atto di sfida del CronoTeatro.
La metropolitana come scenario teatrale non è una novità per la cultura teatrale spagnola, come leggiamo nel libro Espacios urbanos en el teatro español de los siglos XX e XXI dove Cesar Barló (nella foto a lato) afferma: “le opere di Crono-Teatro hanno il valore di stimolare la creazione di nuove drammaturgie all’altezza del nostro tempo”.
Una innovazione-tradizione che si ricollega alle forme di teatro breve della storia letteraria iberica: autos, entremeses” (intermezzi) e le “pulgas dramaticas” (pulci drammatiche) di Moreno Arenas come evidenzia Eileen Doll nel libro citato: “in una società completamente assorbita dai mezzi sociali, con la frammentazione attuale di qualsiasi attività intellettuale come parte della manifestazione del postmodernismo e con la crisi economica, la mini-piéce è diventata qualcosa di tipico delle produzioni di qualsiasi drammaturgo o drammaturga della Spagna“.
Le mini opere incluse nel progetto Crono Teatro hanno trovato ispirazione proprio nella metro di Madrid, sfidando l’orologio per vedere fino a che punto i giochi drammaturgici potevano spingersi uno spazio urbano quotidiano.