Sos, in Europa è tornata la censura
La censura torna a imbavagliare l’arte? Sembra un paradosso che nel XXI secolo un artista moderno o contemporaneo subisca sia il biasimo sia il controllo per la sua espressione artistica. Eppure le cronache che provengono dalla stessa Europa c’inducono a questa pessimistica prospettiva.
Andiamo ai fatti. Sappiamo che nel 2018 ricorrono gli anniversari della morte di diversi artisti austriaci. Fra questi troviamo il pittore Egon Schiele, considerato uno dei maggiori pittori del secolo scorso, famoso per i sui nudi di donna e uomini, intensi, sofferenti, doloranti, dove anche un occhio non esperto evince il richiamo all’introspezione psicologica piuttosto che alla celebrazione fisica. Eppure Londra e Berlino – due capitali dell’Europa libera e libertaria – si sono rifiutate di esporre i pannelli della campagna commemorativa lanciata da Vienna nel dicembre 2017. Tale campagna, infatti, prevedeva il lancio di alcuni pannelli di grande formato che riproducevano le opere più famose di Schiele contemporaneamente a Vienna a Londra e a Berlino.
La Germania è stata la prima a rifiutare l’esposizione dei pannelli dei nudi di Schiele. A ruota, sono seguiti i venditori degli spazi pubblicitari londinesi che hanno mostrato perplessità perché le riproduzioni “potrebbero causare difficoltà”. Sia i tedeschi sia gli inglesi hanno offerto l’alternativa di esporre i pannelli con dei banner sui punti ‘più scoperti’ dei nudi. Non banner qualsiasi, però, va detto, ma informativi, con sovraimpresse informazioni sulla pittura espressionista.
Quadri artistici di un secolo, riconosciuti universalmente come opere d’arte, si sono scontrati con la censura morale di un’Europa che nello stesso intervallo è riuscita e riesce a ingurgitare ogni forma di pornografia.
Con un salto temporale di 2 mesi andiamo a Madrid dove il 21 febbraio 2018 è stata inaugurata ARCOmadrid2018, la Feria Internazionale dell’Arte Contemporanea che riunisce 211 gallerie. Ebbene, appena ha aperto i battenti, la stessa istituzione feriale organizzatrice, IFEMA, ha chiesto alla manifestazione Arco di ritirare dall’esposizione il quadro Prigionieri Politici dell’artista spagnolo Santiago Sierra. Il motivo? Lo riportiamo testualmente: “evitare polemiche”.
L’installazione di Sierra è composto da 24 fotografie di personaggi politici spagnoli contemporanei che secondo Sierra sono “condannati per le loro idee, prigionieri politici dello Stato spagnolo, anche se istituzionalmente sostiene il contrario ”. Sono i volti coperti dai pixel di alcuni dei sostenitori del movimento 15-M, del gruppo ambientalista ‘Solidari@s’ e direttori del giornale abertzale Egin. Una censura nella censura dunque: Sierra che presenta un’istallazione di denuncia che viene rimossa “perché pur rispettando al massimo la libertà di espressione” informa IFEMA nella sua nota “le polemiche che suscita (l’opera di Sierra) rischia di sviare l’attenzione dall’insieme della Fiera. Una fiera commerciale” sottolinea la nota “di livello internazionale che si pone l’obiettivo di dare impulso al collezionismo per garantire il ritorno degli investimenti e degli sforzi che affrontano le gallerie partecipanti”.
Parole contraddittorie rispetto agli intenti, dunque. Perché l’installazione di Sierra sarebbe stata in vendita presso la stessa ARCO, per conto della galleria Helga de Alvear. Considerando la fama dell’autore e il valore complessivo dell’installazione (80mila euro), supponiamo che almeno per la galleria Heulga l’istituzione fieristica un danno l’abbia provocato, eccome.
E pensare che un tempo, per vendere, le polemiche si creavano… ad arte!
Ma non è detto che finisca così. Il Comune di Madrid, compartecipata dell’ente fieristico una volta appresi i fatti, ha riunito una giunta straordinaria, per chiedere una rettifica della decisione in nome della libertà d’espressione e della libertà artistica.
Gli anticorpi democratici a Madrid ancora funzionano e arrivano proprio dalla politica che, forse, IFEMA voleva in qualche modo proteggere.
Contraddizioni del XXI secolo, che suggeriscono di stare sempre all’erta.