Esperanto. La forza di un sogno che non svanisce
Sono oltre 2mila, provenienti da oltre 60 Paesi del mondo i partecipanti al 108° Congresso Universale di Esperanto organizzato a Torino presso il Politecnico, che vede per 5 giorni lo svolgersi di dibattiti, lezioni, concerti ed altri eventi culturali incentrati sulla lingua della pace.
Ai lavori, rigorosamente tenuti in lingua, seguono gli accadimenti serali presso le Officine Grandi Riparazioni e i Musei Reali, mentre per ai “momenti ludici” è riservato l’impianto del CIT Turin.
Confluenza di valori umani ed immigrazione, l’esperienza inclusiva di Torino tema scelto per questi appassionati della lingua della pace la cui Federazione italiana (in esperanto Itala Esperanto-Federacio) è stata fondata nel lontano 1910, oggi sezione regionale dell’UEA (Associazione universale esperanto).
Esperanto: pace e democrazia linguistica
L’esperanto, come è noto, nasce nella seconda metà dell’Ottocento per merito dell’oculista e linguista polacco di origine ebraica, Ludwik Lejzer Zamenhof (1859 – 1917) che volle fornire i popoli di una lingua ausiliare internazionale – e fra queste il suo esperanto divenne la più nota – che riuscisse a creare reciproca comprensione propedeutica alla pace e alla democrazia linguistica, vale a dire alla salvezza degli idiomi minori, altrimenti condannati all’estinzione per la protervia degli idiomi dei Paesi egemonici economicamente e politicamente.
Una seconda lingua, oltre quella madre, universale, di facile apprendimento – anche da autodidatta – ma espressiva. Ecco quindi l’esperanto (che significa colui che spera) che Zamenhof sviluppò eliminando ogni sorta di eccezioni, con regole e termini provenienti dalle altre lingue come il latino, le lingue romanze, quelle germaniche, le slave e quelle asiatiche come il giapponese.
I libri e il primo congresso
Nel 1887 Zamenhof pubblicò l’Unua Libro, il primo libro, come riferisce la traduzione del titolo, che descrivere il nuovo idioma, ne annuncia le 16 regole, ne annovera oltre 900 radici dei termini e con testi in prosa e in poesia in lingua.
Il 5 agosto 1905 fu la volta della pubblicazione di Fundamento de Esperanto dove il linguista – noto come Doktor Esperanto (come aveva firmato la prima opera) oltre alle 16 regole riportava un dizionario universale e una collezione di esercizi. Nello stesso anno ti tenne il primo Congresso Mondiale d’Esperanto in Francia.
Homaranismo: per tutti i popoli e le religioni
Sempre nel tentativo di promuovere la fratellanza dei popoli Zamenhof si dedicò poi alla costituzione di una religione che fosse “pienamente umana”, denominata prima hilelismo (indirizzata alla risoluzione dei problemi dell’ebraismo), poi homaranismo per tutti “i popoli e le religioni”.
Tragica fatalità della storia
Dal suo matrimonio con Klara Silbernik (1863 – 1924) famosa esperantista – come il padre Aleksandr e il fratello Joseph – che non esitò a farsi carico della pubblicazione di Una Libro, nacquero Adam, Sofia e Lidia: il primo fu ucciso dai nazisti, mentre le sorelle morirono nel campo di sterminio di Treblinka.
Una tragica fatalità della storia che non si può non rimarcare.
Evento: Congresso universale di esperanto 2023;
dove: Politecnico di Torino;
fino: al 5 agosto 2023.
Immagine: Ludwik Lejzer Zamenhof, creatore dell’esperanto con il simbolo della lingua, la stella a 5 punte tante quanti sono i continenti