La guerra e la Costituzione italiana

Il presidente della Consulta, Giuliano Amato, nel corso della conferenza stampa seguita alla relazione sulla giustizia costituzionale 2021, ha specificato che oltre all’articolo 11 (che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli..) e all’articolo 52  ( per il quale: La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge), c’è  “l’articolo 78 che dice che il Parlamento delibera lo stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari. Ciò implica inesorabilmente che l’Italia possa trovarsi in guerra, altrimenti non vi sarebbe ragione che questo articolo si trovi in Costituzione”.

E se a essere aggredita non è l’Italia ma un altro Paese, l’Italia può partecipare o contribuire alla difesa. “Sottolineo che se all’Italia non fosse consentito per Costituzione di partecipare alla difesa di Paesi terzi aggrediti sarebbero illegittimi per l’Italia sia l’articolo 5 del trattato Nato sia l’articolo 42 dell’Unione europea che dice che qualora uno Stato membro subisca un’aggressione sul suo territorio gli altri Stati membri sono tenuti a prestare assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità all’articolo 51 della Carta dell’Onu, che configura come diritto naturale di autotutela quello di uno Stato di difendersi da un attacco armato” ha precisato Amato

Questi trattati internazionali,  ha riassunto il presidente, “implicano un obbligo degli Stati membri che un’interpretazione restrittiva di quei tre articoli” della Costituzione italiana “renderebbe illegittimi”.

Preoccupazione per la tenuta degli ordinamenti europei

Nella sua relazione annuale Amato ha osservato che è “meno incoraggiante è la situazione generale intorno a noi, che comporta tante tragiche conseguenze e getta non poche preoccupazioni sull’avvenire, anche per la tenuta degli ordinamenti costituzionali europei.

Le ripercussioni della guerra in Ucraina investono anche le sedi e le forme di collaborazione fra le Corti. Basti pensare all’uscita della Federazione russa dal Consiglio d’Europa, con tutte le conseguenze che potrebbero venirne anche nella partecipazione della Corte costituzionale russa alle sedi rappresentative delle stesse Corti”.

Che il legislatore regoli i diritti e le tutele dei figli delle coppie omogenitoriale

Il presidente della Corte Costituzionale è entrato anche nel dibattito sui diritti e le tutele dei figli di coppie omogenitoriali: “Con due sentenze, la n. 32 e la n. 33, la Corte ha dichiarato inammissibili le questioni sollevate in tema di bambini nati da maternità surrogata e di riconoscimento di figli nati da fecondazione eterologa nell’ambito di coppie omosessuali. Ma in ambo i casi –  ha notato Amato – è stata ritenuta imprescindibile l’esigenza di tutelare l’interesse dei bambini. Il vuoto oggi esistente non può essere colmato da un intervento puntuale della Corte, che rischierebbe di generare disarmonie nel sistema complessivamente considerato”.

Colmare questo vuoto spetta quindi alla politica, come già puntualizzato in passato dalla Consulta: “Esso richiede, si è detto, un intervento del legislatore, che disciplini in modo organico la condizione dei nati nelle diverse circostanze nelle quali quella tutela è più carente“. Amato ha ricordato che “ci sono genitori di coppie omosessuali sposati legittimamente in altri Paesi, dove hanno legittimamente registrato un figlio, e questo figlio non può essere iscritto come tale da noi. Qui davvero il Parlamento farà bene a trovare la difficile unità d’intenti per risolvere questioni come queste”.

Il ruolo della Consulta

Infine, Amato ha voluto specificare il ruolo della Consulta: “Noi non siamo la maestrina del Parlamento, non siamo un’autorità superiore al Parlamento, non diamo moniti ma sollecitiamo il Parlamento a intervenire. Noi interpretiamo la superiorità della Costituzione sopra le leggi. La parola ‘monito’ non mi piace, devo trovarne una per sostituirla” ha concluso il presidente della Corte Costituzionale.

(Fonte: Agenzia Direwww.agenziadire.it)

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