Perché il lockdown è stato efficace

Le misure di contenimento in Italia hanno ridotto la trasmissione del contagio  COVID- 19 del 45% ed evitato 200mila ospedalizzazioni.  A rivelarlo è lo studio pubblicato su Pnas, condotto da Andrea Rinaldo, professore di costruzioni idraulica all’Università di Padova e direttore del Laboratory of Ecohydrology dell’Ecole Polytechnique Federale di Losanna (EPFL), in collaborazione con ricercatori di altre istituzioni universitarie.

Le restrizioni di movimento e la chiusura delle attività sono state introdotte a febbraio nella zona del Lodigiano (Lombardia) e a Vò Euganeo (Veneto) poi, con i decreti dell’8 e 11 marzo,  nel resto d’Italia.

Il periodo preso in considerazione dai ricercatori va dal 21 febbraio al 25 marzo e comprende l’analisi di 107 provincie e aree metropolitane connesse tra loro dalla rete di mobilità.

L’ analisi ha consentito lo sviluppo del modello di diffusione dell’epidemia che presenta 2 scenari controfattuali che simulano, rispettivamente, cosa sarebbe accaduto se ci si fosse limitati al confinamento delle provincie lombarde e venete o come e quanto l’epidemia si sarebbe diffusa se l’Italia non avesse preso nessuna misura restrittiva.

A febbraio il R0 (l’indice di contagio prodotto da ciascun individuo infetto) riscontrato dai ricercatori era intorno al 3,6 (ogni malato di Covid-19 poteva contagiare più di 3 persone), il 25 marzo era sceso a 1  (secondo l’Istituto superiore della sanità,  un’epidemia è da ritenersi contenuta quando il valore di R0 è inferiore a 1.)

La conclusione dello studio, è, dunque, che il lockdwn “è stato efficace” e ha evitato “il collasso del sistema sanitario nazionale” commenta Andrea Rinaldo sul sito unipd.it, ma in vista della fine delle misure restrittive, consiglia estrema prudenza perché “se dovessimo tornare alle condizioni di esposizione al contagio dei giorni di febbraio saremmo ancora in tempo per una catastrofe – posto che – il numero di suscettibili è quasi ovunque intorno al 95% della popolazione“.

“Cautela e massicci interventi di campionamento” conclude Andrea Rinaldo – sono la soluzione che tiene insieme sia i costi sia i benefici delle politiche locali e nazionali”.

Oltre dai ricercatori dell’Università di Padova e del Politecnico federale di Losanna, lo studio è stato svolto da Marino Gatto (prima firma) del Politecnico di Milano con il contributo degli scienziati della Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università di Zurigo.

 

 

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