Tarim Bu Aziz. La vanità dei falò digitali
Le bufale sono sempre esistite é vero, ma la sistematicità con cui si moltiplicano in virtù del mezzo digitale le rende particolarmente e disturbanti.
L’ultima (o forse giá soppiantata da altre in tempo reale), il fantomatico Tarim Bu Aziz che, mediante un profilo stereotipato su Facebook, chiede come misura di integrazione l’inserimento dei numeri arabi a scuola.
La notizia, tendenziosamente falsa, ha fatto il giro del web. Ora come non interrogarsi sulle conseguenze dell’apparente facezia. Cui prodest?
A chi giova burlare il prossimo, quasi a tesi, viene da dire. Un beffardo apologo medievale che vuole incriminare comportamenti ritenuti “amorali”? Quale é la mediocrità del risultato?
Dimostrare quanto l’ignoranza sia figlia del pregiudizio? Questo lo sa chi ignorante non é; chi ignora o non ha la prontezza di spirito di captare una banale ciancia e risponde in modo con le emozioni base, irrazionalmente dunque, che lezione ne trae?
La derisione sterile non può generare che ulteriore confusione e aggressività.
Popolo delle fakenews, valutate il senso civico e la necessità di un’azione diametralmente opposta.