Supplente per un giorno. Scuola per una vita

 

Quando siamo studenti e studentesse e ci avvisano che in classe sta per entrare la quasi mitica figura del “supplente”, spesso si tira un sospiro di sollievo: niente interrogazioni, niente spiegazioni sostanziali.

Un programma televisivo dal titolo Il Supplente, a scatola chiusa, potrebbe evocare l’eco dell’ennesimo spettacolo “real time” che sfrutta la pseudo-quotidianità in nome dell’intrattenimento.

Nel mese di giugno, a cavallo tra gli esami di maturità e la fine dell’anno scolastico, la Rai ha tramesso un prodotto televisivo originale che fa intravedere un diverso modo di porsi nei confronti dei giovani e dei docenti; una realizzazione autentica, pur sempre filtrata dall’occhio indiscreto della telecamera.

Classi quinte di diverse parti di Italia (Roma, Caserta, Milano) si sono trovate in un giorno, come tanti altri, ad incontrare il loro supplente estemporaneo: un personaggio famoso che con il proprio bagaglio personale e professionale offre una lezione sui generis, improntata alla partecipazione attiva degli studenti e studentesse.

Un format che permette al pubblico di entrare direttamente in aula e osservare la “gioventù in azione”, esaminare sfaccettature e particolarità sia delle dinamiche di gruppo che delle espressioni individuali. Viene in mente il cult cinematografico di Daniele Luchetti, La Scuola, tratto dai testi dello scrittore (e insegnante) Domenico Starnone, Ex cattedra e Sottobanco; uno spaccato “surrealmente reale” del sistema scuola. Un documento di sano realismo capace di scardinare le scansioni temporali, restando inevitabilmente attualità.

Una finestra aperta sul mondo della formazione: la scuola, buona o cattiva, calca le scene lasciando spazio ai suoi giovani che, finemente stimolati, tirano fuori i loro sogni, le paure, le ansie, i progetti, insomma tutto ciò che anima il loro microcosmo adolescenziale.

Supplenti- professionisti, ognuno nel proprio settore: Roberto Saviaino, Mara Maionchi, J-Ax, Enrico Mentana e Flavio Insinna; tornare a scuola, suscita sempre emozioni e una sottesa emozione, quasi fanciullesca, traspare da ognuno di loro: non uno sguardo all’indietro, ma uno sguardo intimo verso la gioventù che rimane, forse sopita, ma sempre presente, in ognuno di noi.

Il supplente si confronta con il “docente-tutor” della classe che “osserva inosservato”, l’andamento della lezione singola; ogni puntata-lezione affronta una tematica diversa.

Saviano, presso il  Convitto Nazionale Statale “Giordano Bruno” di Maddaloni, parla del concetto di legalità; che cosa è giusto o non giusto? Si tocca il delicato tema della liberalizzazione delle droghe leggere; i punti di vista sono diversi, ma il dibattito scorre in modo piacevole e rispettoso; Mara Maionchi presso l’Istituto Artemisia Gentileschi di Milano focalizza l’intervento sul talento, figlio prediletto di ognuno, mette in rilievo come vada curato e stimolato con premura e attenzione. Un’indicazione importante per un giovane che sta per abbandonare le mura domestiche della scuola per affrontare il mondo sia esso legato all’università o direttamente al lavoro.

Seconda puntata: il rapper J-Ax si mostra visibilmente emozionato nel fare ritorno al suo istituto (l’ITT“ Ettore Molinari di Milano) questa volta nelle vesti di insegnante. Parla con umile intensità della sua formazione di cui si dichiara autentico appassionato, tocca il tema della diversità, parlando del padre dell’informatica: Alan Turing.

Dalla diversità massacrata nell’Inghilterra degli anni 50 per motivi sessuali (Turing era omosessuale fu condannato, costretto a scegliere tra il carcere e la castrazione chimica, scelse la seconda, ma nel 1954 si suicidò), il rapper affronta con calviniana leggerezza il fenomeno del bullismo, da “ex bullizzato”, salvato grazie alla solidarietà e alla protezione di due suoi compagni. Studenti extracomunitari si sentono particolarmente colpiti dall’assenza di solidarietà.

Terza puntata: Enrico Mentana presso il liceo Virgilio di Roma si fa professore di storia e, dietro una cattedra informale, racconta il fascismo, la sua nascita, le sue conseguenze e lo spirito della storia attraversa la classe. Dalle parole del giornalista, trapela la passione che lo guida nel suo mestiere e la “consegna” ai ragazzi, evidenziando come proprio la passione sia motore di ogni azione.

Last but not least, Flavio Insinna, autentico coach educativo, presso l’Istituto Pirelli di Roma, passa dalla Divina Commedia alla poesia di Umberto Saba che mette in rima il calcio, una partita vinta con la forza della squadra. La coesione, il lavoro di gruppo diviene il motivo portante dell’incontro. Gli studenti sono invitati a creare un progetto e raccontarlo in classe. Negli incontri precedenti, le studentesse e gli studenti, si erano cimentati in elaborati scritti sul tema della puntata-lezione.

Da ogni incontro emerge uno scambio proficuo di punti di vista, di idee, e di progetti; una dialettica orizzontale, un genuino senso critico, lontano da ogni forma artefatta di educazione; la cultura non è un valore di cui vantarsi a cena (come suggerisce Insinna), bensì un’arma per difendersi dalle minacce degli Azzeccacarbugli contemporanei.

Chi scrive ha una lunga esperienza spesa all’interno degli istituti di scuola secondaria di secondo grado e, di certo, può confermare che gli e le adolescenti sono uno scrigno di possibilità da svelare e dis-velare. I giovani dietro un’apatia spesso solo apparente hanno oggi, più che mai, bisogno di stimoli da parte di chi non solo possiede le competenze per formare e in-formare, ma vive la propria professione con rigore e spirito critico.

Una necessità ricorrente in ogni aula, la necessità da parte dei discenti di essere ascoltati.

Il format è prodotto da Palomar Entertainmented è stato presentato al MipTv, mercato leader dedicato al contenuto audiovisivo e cross media a livello internazionale, da Armoza, che si occupa della distribuzione internazionale del programma col titolo di The Teacher Surprise.

 

 

 

 

 

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