Non c’è tempo da perdere per salvare i semi della resistenza

È andato a Pablo Albarega (Uraguay) il titolo di Photographer of the Year (Fotografo dell’anno) dei Sony World Photography Awards (SWPA) 2020. La serie d’immagini con le quali si è distinto s’intitolano Seeds of Resistence (Semi di resistenza), scatti aerei che vedono protagonisti alcuni degli attivisti ambientalisti in lotta per la difesa dei territori dell’Amazonia e dei popoli autoctoni.

Nel corpus di lavoro Albarega ha raccolto le sue opere che propongono, alternandosi, persone e paesaggi la cui natura è minacciata dalle attività minerarie e dal commercio agricolo. I protagonisti sono ritratti dall’alto per raffigurare l’intenso legame che hanno con la propria terra: pronti a donare la propria vita pur di tutelarla. Intenzione del fotografo è raccontare le storie delle comunità amazzoniche per evidenziare la loro lotta per un suolo sacro “perché vi riposano gli antenati” e fondamentale per la salute ambientale presente e futura. Una vicenda che riguarda loro quanto noi tutti. Stanno combattendo anche per noi, stanno morendo anche per noi. Il rapporto di Global Witness 2019, riferente all’anno precedente, riportava nell’amazzonico Stato di Parà gli attentati mortali di 8 persone: tra loro il leader Paulo Sérgio Almeida Nascimento. Il numero delle vittime è non mai preciso perché, scriveva Global Witness già allora, molti omicidi non sono perseguiti, mentre molti attivisti retrocedono dal loro impegno a causa delle minacce e delle ritorsioni che subiscono.

Gli scatti di Albarega, dunque oltre alla loro affascinante originalità ci forniscono un’ulteriore “ potente testimonianza visiva di come la deforestazione proceda di pari passo con la distruzione di comunità e popoli” per dirla con le parole di Mike Trow, presidente della categoria Professional del Sony World Photography Awards 2020.

La notizia della vittoria di Albarega e il tema del suo lavoro richiamano alla mente sia la maestria fotografica di Claudia Andujar (celebre per i suoi reportage sul gruppo Yanomami ai quali ha salvato la vita) sia il recente video appello del fotografo brasiliano Sebastião Ribeiro Salgado.

É notizia di queste ore il triste record dei casi di Covid-19 raggiunto dal Brasile, ormai sopra il milione. Salgado, insieme alla moglie Lélia Wanick Salgado (fondatori del progetto  di sviluppo ambientale Istituto Terra), all’inizio del maggio scorso lanciava un video-appello ai vertici del Brasile per chiedere di “adottare misure immediate per proteggere le popolazioni indigene del Paese da questo devastante virus”, sottoscritto da molte personalità del campo artistico e non, tra i quali il nostro Renzo Piano, e che chiunque può firmare sul sito Avaaz.org.

Nel video – realizzato dal regista Fernando Meirelles per l’agenzia Contrasto correlato da 20 fotografie del fotografo brasiliano – sentiamo Salgado dire “Queste popolazioni indigene fanno parte della straordinaria storia della nostra specie. La loro scomparsa sarebbe una tragedia estrema per il Brasile e una perdita immensa per l’umanità. Non c’è tempo da perdere”. A quasi 2 mesi dalla pubblicazione del messaggio, i fatti, purtroppo, gli danno ragione. E Albarega ce lo ricorda: i Semi della resistenza non vanno lasciati da soli e non c’è tempo da perdere per salvarli e salvare la loro terra.

 

Immagini: 1) scatto della serie ‘Semi di resistenza’ del fotografo Pablo, Albarega nominato ‘Fotografo dell’anno’ dai  Sony World Photography Awards 2020; 2) il fotografo brasiliano Sebastião Ribeiro Salgado e la moglie Lélia Wanick Salgado hanno lanciato un appello alle autorità brasiliane perche adottino misure immediate per difendere le popolazioni autoctone amazzoniche dalla pandemia

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