Minneapolis. La cittadinanza attiva può cambiare le cose

48 ore di protesta a livello mondiale. Sebbene i tempi pandemici che stiamo vivendo siano in contrasto con gli assembramenti che abbiamo visto in questi giorni (seppur con la mascherina), tali manifestazioni hanno costituito una risposta a gran voce, trans-nazionale e intergenerazionale contro l’abominio del fenomeno razzista. L’altra faccia della miseria umana.

Ci sembra dunque giusto rilevare un evento che sebbene di natura locale, possa assurgere a simbolo oltreconfine, di come una piccola rivoluzione che viene “dal basso” possa incidere sulle istituzioni. Un sogno di cittadinanza attiva.

Il Consiglio Comunale di Minneapolis ha promesso di smantellare il dipartimento di polizia, per creare un sistema nuovo di sicurezza pubblica della città. A rivelarlo è stato il New York Times il 7 giugno 2020, riportando la dichiarazione che alcuni membri del consiglio hanno fatto “davanti a centinaia di persone riunite a fine giornata” e  alle ultime ore del week – end che ha visto manifestare molte città del mondo per la morte, nella stessa Minneapolis, dell’afro-americano George Floyd per mano di un agente della polizia.

Nove su 13 consiglieri – dunque una maggioranza a prova di veto – hanno spiegato alla folla che il sistema di polizia della città non può essere riformato ma che il dipartimento può essere demolito e sostituito con lo sviluppo di piani da elaborare insieme alla comunità, attingendo da “studi del passato, decreti di consenso e riforme della polizia sia degli Usa sia realizzate  nel resto del mondo”.

Un successo, dicevamo, per le tante persone che sono scese in piazza in questi giorni contro le forze dell’ordine, spesso accusate di razzismo, soprattutto quelle di questa città. Un successo per gli attivisti che da tempo “spingono verso drastici cambiamenti nelle attività della polizia e per i quali la promessa dei consiglieri rappresenta “un punto di svolta che può portare a una trasformazione della sicurezza pubblica della città” scrive il NYT.

Il Time rileva che il Partito Democratico americano ha elaborato la proposta di legge “Justice in Policing Act 2020″, per riformare la polizia a livello nazionale. La bozza affronta i temi della responsabilità e delle pratiche delle forze dell’ordine con gli obiettivi di rendere più facile perseguire gli agenti rei di cattiva condotta sia “consapevolmente sia per eccessiva indifferenza” e di garantire una “maggiore trasparenza del comportamento della polizia”.   La Justice in Policing Act prevede anche la creazione del “Registro nazionale per i comportamenti illeciti della polizia”, un data base per cercare “di impedire agli ufficiali di trasferirsi da un dipartimento all’altro senza che siano stati rilevati comportamenti illeciti” nel corso della loro carriera.

La proposta di legge è stata presentata al Congresso l’8 giugno 2020.

 

 

Immagine: Minneapolis (Minnesota – Usa) manifestazione a Powderhorn Park a Minneapolis. Nove dei 13 membri del Consiglio comunale si sono impegnati a smantellare il Dipartimento di Polizia.  Photo by Laylah Amatullah Barrayn per il New York Times

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