5 nonomoli – Il sogno olimpico di una donna trans

Pronta la lista degli atleti che parteciperanno ai Campionati Europei Paralimpici di atletica che si svolgeranno a Bydgoszcz (Polonia), dal 1° al 5 giugno 2021.

La delegazione, guidata dal direttore tecnico nazionale Vincenzo Duminuco, sarà composta da 23 atleti, 7 donne e 16 uomini.

Grande attesa per la gara di Valentina Petrillo – 400 metri categoria T3, dopo che recentemente ha portato il record italiano a 1:01.17, stabilito a Modena, nel corso del Trofeo Liberazione FIDAL, portacolori della Omero Bergamo.

L’ipovedente Valentina Petrillo è la prima atleta trans gender a prendere parte a una competizione del genere, come sottolinea il Comitato Paralimpico, dal proprio sito, dopo essersi accreditata come prima atleta partecipante nella categoria del proprio genere percepito ai Campionati di atletica leggera di Jesolo nel settembre 2020.

Le regole del Comitato Olimpico 

Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha aperto ai transgender per la prima volta nel 2003. Allora decise che per competere nelle diverse categorie di genere, i transgender dovevano essere sottoposti all’intervento chirurgico e, da almeno 2 anni, alla terapia ormonale di conversione. Nel 2016 il Comitato ha rivisto le regole stabilendo che i trans gender possono gareggiare nelle gare di genere cui si sentono di appartenere, attraverso il controllo dei livelli di testosterone. Per accedere alle competizioni femminili l’atleta non può superare per 12 mesi i 10 nanogrammi per litro, prima dell’evento sportivo al quale si registra.

Il CIO, probabilmente fedele al suo spirito universalistico, è stato tra le prime organizzazioni a tagliare il filo del traguardo dell’inclusione dei transgender, pur tra le polemiche di alcuni/e atleti/e mai assopite per la semplificazione dell’esame ormonale che temono generi un dislivello tra le concorrenti negli sport che richiedono potenza.

Le Federazioni sportive procedono in ordine sparso. La World Para Athletics, dopo anni di ricerche condotte da un gruppo di esperti guidato dalla studiosa canadese Joanna Harper, nel 2018 ha accettato i criteri CIO, fissando il parametro dell’eleggibilità per atleti trans he to she (da uomo a donna) in 12 mesi continuativi con una concentrazione certificata di testosterone inferiore a 5 nmol/L.

La Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (FISPES) nel 2019 ha accolto il regolamento della World Para Athletic.

5 nonomoli – Il sogno olimpico di una donna trans

La napoletana Valentina Petrillo, classe 1973, scopre di avere problemi alla vista mentre frequenta la terza media: la difficoltà nella lettura rileva una degenerazione maculare ereditaria.

La malattia non frena la sua passione, lo sport, che scopre, racconta, fin da piccola. Anzi da piccolo perché fino al 2018 Valentina è stato Fabrizio sposato e padre di Lorenzo. Poi la decisione di fare outing e di intraprendere il percorso di transizione, con accanto la moglie che racconta “mi ha sempre sostenuto nel mio nuovo percorso” ma dalla quale ora, per legge, deve, divorziare. Gareggia la sua ultima gara maschile nell’ottobre 2018. Poi inizia la terapia ormonale che cambia il suo corpo e fa crollare le prestazioni sportive precedenti. “Il primo mese sono ingrassata 10 chili, per 90 giorni non sono riuscita a correre, mi faceva male tutto. La mia mente andava veloce, il mio corpo no”. Poi ce l’ha fatta. Valentina è ripartita: Jesolo, a giorni Bydgoszcz e poi, il sogno olimpico, Tokyo 2020.

La storia di Valentina Petrillo sarà raccontata nel docu-film in lavorazione 5 nonomoli – Il sogno olimpico di una donna trans,  prodotto da Ethnos e da Gruppo Trans, con la consulenza della ricercatrice Joanna Harper e con il sostegno di Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti e Arcigay-Associazione Lgbti italiana e il Comune di Bologna, città d’adozione dell’atleta paralimpica.

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