Nobel per la Pace. Stampa libera per giornalisti senza paura

Giornalismo libero, trasparente, affidabile per un’opinione pubblica che approfondisce la propria riflessione sugli eventi, ampliando la consapevolezza del suo ruolo civico e per supportare le situazioni di estremo svantaggio affinché si possa intervenire per un reale cambiamento che segua la via della democrazia e della pace.

Questo è il significato del Nobel per la Pace 2021 assegnato l’8 ottobre a Dmitry Muratov e Maria Ressa, giornalisti senza bavaglio di 2 Paesi, rispettivamente la Russia e le Filippine, dove la libertà di stampa è sempre più limitata e controllata ma dove i reporter della loro stoffa – lo dimostrano i fatti – rischiano la vita ma non si arrendono né tradiscono il tacito patto di onestà e di lealtà con l’opinione pubblica.

Un premio che asseconda l’importante rilievo espresso dal direttore dell’Istituto di Ricerca per la Pace di Oslo, Henrik Urdal, alla vigilia del premio: è tempo che “l’Accademia di Oslo contribuisca a un discorso pubblico e informato sulle ramificazioni dei regimi autocratici e dell’ingiustizia etnica”.

“Senza la libertà di parola e di stampa, sarebbe difficile promuovere con successo la fratellanza tra le nazioni, il disarmo e un mondo migliore” ha commentato Berit Reiss-Andersen, presidente del comitato norvegese per il Nobel.

Dmitry Muratov. Ricordando Anna Politkovskaya e ringraziando Gorbaciov 

Dmitry Muratov, 59 anni, lavora per il Novaya Gazeta, quotidiano nato, in parte, dalla donazione che Mikhail Gorbaciov (o Gorbachev), fece del proprio Nobel del la Pace, ricevuto nel 1990 per essere stato uno degli artefici della fine della Guerra Fredda.

La Novaya Gazeta è una testata nota per i suoi reportage su argomenti sensibili come la corruzione governativa e le violazioni dei diritti umani. Muratov (uno dei 60 giornalisti co-fondatori del giornale) prima come direttore (dal 1995 al 2007) oggi come caporedattore “ha contribuito a creare l’unico giornale con influenza nazionale che leva una voce critica nella Russia di oggi” sostiene il Comitato per la protezione dei giornalisti.

Per la Gazeta lavorava la giornalista Anna Politkovskaya: il 7 ottobre, vigilia del premio, è stato il 15° anniversario della sua uccisone per le inchieste sulle violenze commesse dalle forze russe, contro i civili in Cecenia e altrove.

Oltre alla Politkovskaya altri 5 giornalisti di Novaya Gazeta sono stati uccisi in Russia; tutti riferivano a Muratov, che “per decenni ha difeso la libertà di espressione in condizioni sempre più difficili” ha concluso Reiss-Andersen.

Maria Ressa. Quando Duterte non fa paura

Anche Maria Ressa, 58 anni, doppia cittadinanza americana e filippina, ha fondato un giornale indipendente: il Rappler.com, nel 2016. Prima aveva condotto inchieste sul terrorismo nell’Asia sudorientale, aperto l’ufficio di corrispondenza della Cnn  prima Manila e poi a Giakarta.

Per molto tempo Ressa è stata perseguita per il suo lavoro che spesso ha colpito Rodrigo Duterte, presidente delle Filippine. Spesso arrestata ha ottenuto la libertà su cauzione per ben 10 volte.

Nel 2018 è stata nominata Persona dell’anno dalla rivista Time che nell’anno successivo l’ha inserita nell’elenco delle 100 persone più influenti, e una delle donne più influenti del secolo.

Nella Classifica della libertà di stampa mondiale 2021 stilata da Reporters sans frontières, le Filippine e Russia sono rispettivamente al 138th e 150th posto su 179 Paesi.

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