Ambiente. Se cinquant’anni vi sembran pochi
Da Stoccolma al rapporto del Club di Roma. Il pianeta non smaltisce l’inquinamento
Nel giugno 1972, dal 5 al 16, si svolse a Stoccolma la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano.
Fu in quell’occasione che per la prima volta fu richiamata l’attenzione sulla necessità di salvaguardare le risorse naturali per il beneficio di tutti e, quindi, per migliorare stabilmente le condizioni di vita. Condizione da raggiungere soltanto con la collaborazione internazionale e con una visione a tutto campo in grado di risolvere i problemi ambientali senza dimenticare gli aspetti sociali ed economici, come si disse già allora. E già allora giovani ambientalisti protestavano davanti la sede della Conferenza.
Nello stesso anno il Club di Roma – associazione non governativa formata da economisti e scienziati che gli diedero questo nome perché si riunirono, per la prima volta, nella capitale italiana presso l’Accademia dei Lincei – pubblicò il rapporto Limiti della crescita nel quale, oltre a sostenere che le risorse naturali sulle quali si basava la crescita economica come ad esempio il petrolio non erano infinite, poneva il problema della limitata capacità di assorbimento del nostro pianeta delle sostanze inquinanti delle stesse risorse: previsioni che si confermarono subito dopo con la crisi petrolifera del 1973-74
La Conferenza di Stoccolma adottò il rapporto del Club di Roma e nello stesso anno venne elaborato il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e creato il sistema di osservazione della Terra (Earthwatch) oggi parte dell’UNEP.
Parole e fatti: risalgono agli anni Settanta le fonti rinnovabili: le prime celle fotovoltaiche, i pannelli solari, l’estrazione di energia dal moto ondoso, gli impianti eolici; ad esempio in Danimarca, dove, scrivevamo nello scorso gennaio, progettano di raggiungere entro il 2030 la riduzione del 70% delle emissioni di gas serra.
La Carta della Terra
Nel 1987, per volere delle Nazioni Unite, prese il via la redazione della Carta della Terra che riunisce i principi etici fondamentali ed è guida della transizione verso lo sviluppo sostenibile delle generazioni del XXI secolo. La stesura della Carta terminò nel 2000 con la consultazione globale e nello stesso anno approvata da organizzazioni rappresentative di milioni di persone presso la sede dell’Unesco, a Parigi.
1992. Conferenza di Rio. Il primo grido di un’adolescente
Sono trascorsi, invece, 30 anni esatti dalla prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente che si tenne a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992. Chiamata in portoghese Eco 92, in inglese The Earth Summit, in Italiano Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (traduzione del suo nome ufficiale United Nations Conference on Environment and Development (UNCED), ma nota soprattutto come Conferenza di Rio, vi parteciparono 172 governi, 108 capi di Stato o di Governo, 2400 Ong che diedero vita a un Forum parallelo al quale aderirono oltre 17mila persone.
Vennero trattati temi come l’esame dei modelli di produzione, per limitarne gli eccessi di tossine del piombo e petrolio e i rifiuti tossici, le risorse di energia alternativa in sostituzione all’energia fossile ritenuta causa del cambiamento climatico globale, il sistema dei trasporti in modo da limitare le emissioni dei veicoli, soprattutto nel traffico della città causa di danni alla salute dei residenti e la crescente scarsità di acqua.
Il Summit raggiunse risultati importanti come la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici più nota come Accordi di Rio, al fine di tutelare la biodiversità, l’equilibrio dell’uso degli elementi naturali e della ripartizione delle risorse genetiche.
Il documento porterà alla stesura del Protocollo di Kyoto, il primo accordo internazionale sulla riduzione delle emissioni di alcuni gas serra responsabili del riscaldamento climatico e uno dei più importanti strumenti giuridici internazionali nel contrasto ai cambiamenti climatici. Adottato a Kyoto, Giappone, l’11 dicembre 1997 è entrato in vigore il 16 febbraio 2005.
Un particolare: alla Conferenza di Rio intervenne l’antesignana di Greta Thunberg, una dodicenne attivista del Canada, Severn Cullis-Suzuki, che pronunciò un discorso simile a quello che, molti anni dopo, irromperà nella coscienza collettiva, della svedese Thunberg, ispiratrice del movimento Fryday for Future.
“Sto lottando per il mio futuro […]. Sono qui a parlare a nome delle generazioni future […]. Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono dei buchi nell’ozono, ho paura di respirare l’aria perché non so quali sostanze chimiche contiene. Nella mia vita ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno vedere tutto questo”.
Immagini: 1) New York, 22 aprile 1970, uno studente del ‘Pace College’ con una maschera antigas “annusa” un fiore di magnolia nel City Hall Park durante la Giornata della Terra, photo by AP. Rio de Janeiro, giugno 1992: 3) primo Summit della Terra, si parla di cambiamenti climatici;3) l’intervento dell’allora dodicenne ambientalista al vertice, Severn Cullis-Suzuki, antesignana di Greta Thunberg; 4 Roma, 18 aprile 2019, Greta Thunberg interviene al Senato: 5 ) Vancouver, ottobre 2019 da sinistra Greta Thunberg e Severn nel corso di uno Sciopero per il Clima del movimento Fryday for Future