Inclusione? Persone con disabilità in viaggio rischiano di non tornare a casa

 

I posti sul treno regionale Genova-Milano erano stati prenotati; nonostante ciò 27 persone con disabilità sono stati costretti a scendere dal vagone perché tali posti erano stati occupati da altri passeggeri che si sono rifiuti di alzarsi e farli sedere.

Il fatto è accaduto nel pomeriggio del 18 aprile 2022, lunedì dell’Angelo alla stazione di Genova Piazza Principe dove (ed è ancora più sconcertante) a nulla sono valsi gli interventi del personale di Trenitalia e della Polfer (Polizia ferroviaria): la comitiva di persone con disabilità e i loro accompagnatori è stata costretta a tornare a casa con un pullman organizzato da Trenitalia.

Il fatto è stato denunciato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e dall’assessore ai Trasporti Gianni Berrino. “Quello che è accaduto oggi su un treno diretto da Genova a Milano è vergognoso, un episodio da stigmatizzare. Segna la totale mancanza di rispetto e sensibilità verso le persone disabili. Nonostante siano intervenuti gli operatori di Trenitalia e gli agenti della Polfer non c’è stato niente da fare”.

Trenitalia – riporta MilanoToday– ha spiegato che a Savona un atto vandalico aveva messo fuori uso un convoglio, sostituito da autobus e da un nuovo treno su cui erano stati riversati i posti per la comitiva; treno dove,  una volta che ha  raggiunto la stazione genovese, sono saliti altri passeggeri che si sono seduti indifferenti ai cartelli affissi sui sedili e altrettanto indifferenti alle richieste (così almeno riportano le cronache) di cedere il posto a chi ne aveva diritto: un diritto ben annunciato. E a Trenitalia non è rimasto altro che organizzare un pullman per ripotare a Milano la comitiva.

Posti riservati sul treno che da Genova avrebbe dovuto riportarli a Milano. Ma una volta sul convoglio 27 persone con disabilità e i loro accompagnatori hanno trovato i posti a loro riservati occupati da altri passeggeri indifferenti ai cartelli affissi e agli interventi di Trenitalia e Polfer.  E per tornare a casa, alla comitiva non è rimasto altro da fare che ripiegare su un bus messo a disposizione da Trenitalia.

In mancanza di ulteriori informazioni mentre scriviamo, supponiamo che il convoglio messo fuori uso a Savona abbia provocato ritardi e sovrapposizione di passeggeri: una catena di disagi che iniziano da quell’atto vandalico, e come tale stupidamente perverso, che finisce col pagare, sempre e inevitabilmente, i più fragili di noi.

Basterebbe poco (ma quel poco è tanto, è tutto) per essere una società inclusa, basterebbe essere civili e, quindi, responsabilmente  rispettosi del nostro prossimo. Perché inclusione non è soltanto una questione di infrastrutture compatibili e abbattimento delle barriere architettoniche. È, prima di tutto, sapersi mettere nei panni degli altri.

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