Un turismo diverso. Da Brugnato al Cupolone

Più passa il tempo e più scopriamo che l’Italia non solo è meta di un turismo internazionale che indiscutibilmente la pone tra i primi nel mondo per le sue bellissime città, per la sua grande bellezza delle opere d’arte, della cultura, perché è la patria della musica melodica ed operistica, ma anche perché possiede un patrimonio unico nei suoi borghi piccoli e grandi che riservano sorprese a non finire.

I portali pubblicitari sfornano a scadenza mensile liste di luoghi che meritano citazioni e di essere visitati.

Così il portale americano Fodor’s pone tra i 12 borghi italiani più belli, Brugnato, e lo classifica come il paese dei cento colori. Lo si incontra quando, lasciata la Versilia, l’autostrada comincia ad incontrare l’Appennino ligure, e da lì intravvedi la sequenza delle gallerie che l’attraverseranno. Prima però, sotto la carreggiata sinistra dell’A 12, si erge un campanile ed il suo orologio sembra scandire uno stop. Per questo imbocchi l’uscita e vai incontro a questo centro, abitato da circa 1300 persone, addormentato sulle sponde del Vara, nella valle dei Borghi Rotondi, tuffato in quell’entroterra collinare che lo divide dalle 5 Terre.

Non c’è luogo o territorio che fin dalle sue origini, non abbia pensato a costruire fortificazioni per prevenire invasioni o scorribande piratesche, e così anche Brugnato ha le sue antiche mura medievali e la sua torre a protezione della zona, oggi facenti parte di una sezione archeologica.

Il consiglio di Fodor’s è davvero prezioso ed è percorrere quelle vie strette, pulitissime, obbliga ripetutamente ad alzare gli occhi. Ecco il colore delle case che va dal rosso genovese, a quello più scuro come la ruggine, al tenue rosa pallido, all’azzurro del suo cielo, al giallo del limone nascosto tra il verde del basilico e quello più chiaro della mela.

Sono gli stessi colori che trionfano nei giorni del Corpus Domini nell’infiorata e che ricoprono tutte le vie del centro. Chissà poi perché diventa così facile incontrare ed andare e percepire il richiamo del sentimento religioso che ci regala l’Oratorio di San Bernardo, il Santuario di N. S. dell’Olivo, l’ex Convento di San Francesco ora dei Padri Passionisti terminato nel 1635 assieme alla chiesa di Sant’ Antonio Abate e l’Abbazia di Maria Assunta, oltre al visitare il ricco Museo Diocesano e quello Mineralogico, particolarmente curato.

Dove c’è un fiume c’è sicuramente un ponte che si erge alle spalle del paese e dove l’acqua scorre con “rapide” adatte a fare rafting e canoa acrobatica. E questo arco medievale era l’antico collegamento che univa la strada che da Pontremoli arrivava a Sestri Levante. Talvolta il suo corso si ingrossa oltre misura e tende a straripare e gli abitanti di Brugnato vegliano in allerta ogni volta che la pioggia dura molti giorni ed assume le sembianze di un’alluvione, come quella del 2011, quando tutto il territorio subì gravi danni, ma grazie ai suoi fondali sassosi, che facilitano lo scorrere delle acque fino al mare, il letto e le sponde hanno ripreso la funzionalità preesistente. La zona fa parte del parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara ed è fruibile per fare lunghe passeggiate con circuiti di trekking, in mountain bike, cavalcate nei boschi ed anche gare di pesca fluviale.

Nella frazione di Bozzolo, distante 2 km. dal centro abitato, non poteva mancare un castello, posto sulla collina, costruito nel 1179 a seguito di un accordo tra il vescovo di Brugnato e quello di Genova, e l’Abbazia annessa è stata fondata dai monaci di S. Colombano nel VII secolo, per questo viene ritenuto che la nascita/fondazione della cittadina sia legata proprio ai seguaci di S. Colombano.

E nel bel mezzo di tanta storia non poteva mancare una guerra per il possesso di questa città, ed anche se i Guelfi ed i Ghibellini, si erano contesi altri territori, i Malaspina ed i Fieschi si sono dati battaglia a più riprese per diventare padroni di questo feudo che solo nel 1861 entrò a far parte del Regno d’Italia.

Così come non può mancare una sosta nelle trattorie per gustare i tipici piatti liguri un poco influenzati dalla cucina toscana, ma udite, udite, avreste mai immaginato di gradire i classici primi piatti romani al ristorante Antico Borgo? Ebbene assaggiate i tonnarelli aglio e olio o quelli cacio e pepe e vi troverete subito sotto il cupolone magari alla trattoria della compianta Sora Lella.

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