Arturo Toscanini 155. Il taccuino ritrovato

Ritrovata in un vecchio baule un’agendina del 1935 dove il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini scriveva le date dei concerti prendeva appunti e fissava pensieri. Alcuni incomprensibili racconta il sovrintendente Alberto Triola,  della Fondazione Toscanini di Parma, mostrando il cimelio al giornalista della rubrica trafug’Arte di SkyTg24 e, indicando come esempio,  la data del 4 luglio, giorno in cui gli Stati Uniti celebrano l’Independence Day,  quando il grande maestro vergava  Beata tua madre che ti ha creata. Si riferiva all’America o a qualche amata segreta?

Nel 2022, centocinquantacinquesimo anniversario della nascita di Toscanini, apprendiamo aneddoti che ampliano il già nutrito ritratto del maestro che abbanews.eu redasse nel 2017.

Fu Toscanini, racconta oggi Triola il primo che spostò l’interesse del pubblico dal musicista – compositore al musicista –  interprete; il primo che vietò alle signore di indossare i cappellini a teatro, perché disturbavano la visione agli spettatori seduti nelle file posteriori; il primo che pretese il buio totale nel teatro durante la rappresentazione delle opere liriche – le mezze luci favorivano le conversazioni fra il pubblico e non l’ascolto; il primo a organizzare le loro dirette radio e, per evitare qualsiasi rumore – compreso il fruscio delle pagine  che avrebbe potuto sporcare il sonoro – fece scrivere i programmi su teli di seta, conservati presso la Fondazione).

Ed è vero che aveva abolito i bis. Il pubblico seguiva soprattutto le romanze non tutta l’opera lirica e di queste richiedeva i bis a dispetto del Maestro che era convinto – giustamente – che interrompevano l’organicità dell’opera. Il primo addio alla Scala di Milano, conclude Triola, fu proprio per un bis non concesso. Dalla platea accesso dissenso che fece infuriare Toscanini. Era il 1903.

 

Fonte: Trafugarte- Skytg24

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