25 marzo 2017. Alla Scala per il 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini
Il genio della bacchetta, precoce direttore d’orchestra dalla memoria portentosa, anticipatore e riformatore della rappresentazione lirica e del modo di leggere l’opera. Accompagnò dirigendo le note di Va pensiero la traslazione delle salme di Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi. Nel 1936 a Tel Aviv diresse gratuitamente il concerto inaugurale della Palestine Symphony Orchestra – l’attuale Orchestra filarmonica d’Israele- formata dai musicisti ebrei in fuga dal nazismo. E 10 anni dopo, nella Milano appena liberata, diresse il concerto di riapertura della Scala – il concerto della liberazione (nella foto a lato).
Eccole alcune tappe storiche dell’infaticabile e grande direttore d’orchestra, Arturo Toscanini a 150 anni dalla sua nascita – Parma 25 marzo 1867, che per tutta la vita coniugò la passione per la musica, l’espressione del suo talento e l’impegno civico a favore della libertà e della democrazia.
Visse tra l’Italia e gli Stati Uniti, entrambi luoghi della sua anima.
Il talento precoce e l’impegno contro il fascismo e il nazional-socialismo
Arturo Toscanini iniziò a studiare musica nella città natale a 9 anni presso il Conservatorio di Parma. Debuttò come direttore d’orchestra a 19 anni durante una tournée in Brasile nel 1886, anno in cui era approdato al Teatro La Scala di Milano. Come secondo violoncello, per la prima mondiale dell’opera “Otello” di Giuseppe Verdi, partecipò alle prove accanto al grande compositore di Busseto. Nel 1908 la sua prima volta in America per dirigere la New York Metropolitan Opera.
Fu un fervente e coraggioso antifascista. Tollerato da Mussolini per la grande fama internazionale di cui godeva, Toscanini seppe essere, in patria, voce fuori dal coro della cultura italiana assoggettato al regime fascista. Riuscì a mantenere la direzione dell’orchestra della Scala dal 1921 al 29, nonostante si rifiutò di dirigere la prima di “Turandot” di Giacomo Puccini, se Mussolini fosse stato presente in sala. Così come nel 1931 al teatro Comunale di Bologna, nonostante la presenza d’importanti personalità fasciste si rifiutò di eseguire Giovinezza e la Marcia Reale.
Ma, in quest’occasione, i fascisti non lo tollerarono. Aspettarono che uscisse da un ingresso laterale del teatro e lo aggredirono. All’episodio di Bologna, seguì una campagna di ostilità che lo attaccò sul piano artistico e personale. Sottoposto a spionaggio e al ritiro del passaporto. Arturo Toscanini decise di lasciare l’Italia e di non farvi ritorno “finché l’Italia non caccerà i fascisti e il re che ha permesso loro di governare”.
Nel 1933, contestando il nazional socialismo, rifiutò l’invito del führer tedesco Adolf Hitler e abbandonò la direzione del festival wagneriano di Bayreuth, mentre nel 1938, dopo l’annessione dell’Austria alla Germania, abbandonò il festival di Salisburgo. Inaugurò, invece, nello stesso anno, il festival di Lucerna, luogo di raccolta di molti antifascisti.
Nel 1939, infine, non sopportando l’espansione della persecuzione razziale si trasferì stabilente negli Usa. Dove già nel 1934 i suoi concerti alla guida della NY Philarmonica erano seguiti da 9 milioni di ascoltatori radiofonici e dopo la prima trasmissione televisiva avvenuta nel 1948, il suo nome era conosciuto dal 70% dei nord-americani. Una star.
Durante il conflitto bellico, come già aveva fatto durante la prima guerra mondiale, diresse concerti solo a titolo gratuito, per raccogliere fondi per le forze di liberazione e la Croce Rossa internazionale.
Rifiutò nel 1949 la carica di senatore a vita offertagli dal presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi, “per terminare” la sua “esistenza in semplicità in cui” l’aveva “sempre percorsa”.
Si ritirò dalla scena a 87 anni. Nel suo ultimo concerto nel 1954 alla Carnegie Hall di New York, per la prima volta nel corso della sua lunga carriera, anche se per pochi secondi venne meno la sua prodigiosa memoria. Si spense a New York il 16 gennaio 1957, ma la sua bara fu trasportata in Italia e deposta nel foyer della Scala, omaggiata da migliaia di persone (nella foto a lato).
A 60 dalla sua morte Arturo Toscanini continua a rappresentare un punto di riferimento per i direttori d’orchestra.
Le commemorazioni per il doppio anniversario nelle 2 patrie
Il suo doppio anniversario, 150 dalla nascita e 60 dalla morte sono ricordati a Milano, dove il 22 marzo 2017 al Teatro alla Scala è stato presentato il libro e il video che racchiudono la sua straordinaria esistenza e carriera artistica ed è stata inaugurata, presso le sale del museo del teatro meneghino la mostra fotografica.
Il 25 marzo, giorno della nascita di Toscanini, sempre alla Scala, Riccardo Chailly (nella foto a lato), dirigerà il concerto commemorativo. A seguire il tour americano: il 27 marzo alla Librare of Congressi e il 28 all’Union Station, Washington e, infine, il 29 marzo alla Rizzoli Bookstore di New York.