Documento stilato dalla Conferenza Onu sul clima, contro il negazionismo di Donald Trump
Donald Trump, prossimo presidente degli Usa – entrerà in carica il 20 gennaio 2017 – afferma che il “concetto del riscaldamento globale” è stato creato per “contrastare l’industria americana”. Trump nega, quindi, il fenomeno del riscaldamento globale, dato orami per certo dal 97,1 degli scienziati di tutto il mondo.
La posizione di Trump ha suscitato la preoccupazione dei rappresentanti presenti alla Conferenza Onu sul Clima (COP 22) in corso a Marrakech, che giovedì 17 novembre 2016 hanno emanato una dichiarazione congiunta a sostegno degli Accordi di Parigi, entrati in vigore il 4 novembre scorso.
La dichiarazione di carattere non tecnico ma meramente politica è stata resa necessaria dal neo eletto 45° presidente degli Usa, Donald Trump, il quale, in base alle sue posizioni in tema ambientale che abbiamo riportato, vorrebbe sottrarre gli Stati Uniti d’America dal rispetto degli Accordi di Parigi e ridurre i fondi che gli Usa devolvono per battaglia internazionale contro il riscaldamento condotta dai programmi delle Nazioni Unite.
Le dichiarazioni di Trump sono avvenute nel corso della campagna elettorale e non sono state confermate dopo la vittoria delle elezioni.
Ma il documento di giovedì 17 novembre, vuole rendere evidente l’incertezza creata e la gravità che causerebbe alla lotta contro i cambiamenti climatici, se gli Usa – prima potenza mondiale, seconda come per emissione dei gas serra emessi nell’atmosfera – metterà in atto le posizioni di Trump, ma al tempo stesso conferma che, anche con l’assenza degli Usa, gli Accordi di Parigi saranno rispettati e applicati. Perché, si legge sul documento, “l’impulso” frutto degli Accordi contro il riscaldamento del clima è “irreversibile”, essendo stato assimilato oltre che dagli Stati sottoscriventi, anche dalla Comunità scientifica, dalle imprese e dai Governi Regionali.
Il documento del 17 novembre 2017 vuole essere anche un richiamo affinché tutti gli Stati “aumentino le loro ambizioni”, vale a dire si diano più da fare perché il taglio delle emissioni deciso non “è sufficiente per raggiungere l’obiettivo” che consiste nel fare in modo che la temperatura a fine secolo, rimanga di sotto i 2 gradi di media rispetto ai livelli preindustriali.
La dichiarazione, infine, fa riferimento anche alle preoccupazioni dei paesi in via di sviluppo che avrebbero bisogno di maggiori finanziamenti per adottare le misure atte alla lotta ai cambiamenti climatici, comprese l’adozione delle fonti di energia pulita. Nel testo tali paesi ribadiscono e sottolineano il loro impegno d’investire i 100mila milioni di dollari , che riceveranno dai paesi più ricchi. Una transizione “necessaria per raggiungere gli obiettivi degli Accordi di Parigi consapevoli che rappresentano un’opportunità per incrementare la prosperità e lo sviluppo sostenibile”.
Per approfondimento, documento del 17 novembre 2017, Marrakech Action Proclamation for our climate