La cancel culture non rimuove Mozart e Beethoven

“Pur mantenendo viva – e non sminuendola in alcun modo – la tradizionale eccellenza della facoltà nell’analisi critica, nella storia e nell’esecuzione di una vasta gamma di musica d’arte occidentale, da Machaut al sound art (passando per Mozart e Beethoven), stiamo anche offrendo ai nostri studenti l’opportunità di studiare musica non occidentale e popolare da tutto il mondo” dice la nota dell’Oxford University, raccolta e pubblicata da rollingstone.it, e che conforta dopo che alcuni siti e giornali italiani affermavano che la facoltà di musica della prestigiosa università del Regno Unito intendesse cancellare i grandi musicisti dal proprio programma perché giudicati “suprematisti bianchi”.

Vittime anch’essi della cancel culture? Ossia della cultura della cancellazione e/o rimozione (vedi l’abbattimento delle statue) di tutte quelle personalità storiche e capisaldi culturali ora ritenute colpevoli di aver in passato violato i diritti delle minoranze, della parità di genere dell’uguaglianza e, in generale inaccettabili dal politicamente corretto?!

Un equivoco, ci dice ora l’Ateneo britannico nato da un articolo pubblicato sul Telegraph lo scorso 27 marzo, secondo rollingstone.it dove un professore faceva riferimento a una riforma dell’attuale programma di studi della facoltà eccessivamente incentrato sulla “musica bianca europea del periodo dello schiavismo”. L’articolo riportava le opinioni di un solo professore di Oxford che, lui sì, spingeva alla revisione della “notazione musicale classica giacché sistema rappresentativo del colonialismo” dunque “uno schiaffo in faccia agli studenti non bianchi”.

Le dichiarazioni di uno solo sono state attribuite a tutta l’istituzione che ora ha chiarito che non intende affatto abbandonare la tradizionale notazione musicale ma di allargare il programma includendo anche le varie culture musicali extraeuropee, creare un excursus completo che porti fino alla notazione musicale attuale, pop compreso. La cultura non funziona per sottrazione è realmente tale con tutto il suo portato esperienziale soltanto quando include, certamente, questo sì, senza mai perdere mai l’onesta intellettuale.

 

Immagine: da sinistra, rappresentazioni dei musicisti Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791) e Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)

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