Monti liguri. Una parte del grande abbraccio del sentiero CAI
Oggi tutto il mondo è talmente vicino a noi che ci è difficile provare a descrivere le emozioni che si provano nell’incontrare la natura sia essa come vegetazione o come formazione montana.
Sicuramente molti sono i meriti che vanno ai volontari del CAI (Club Alpino Italiano) e a tutti coloro che spinti da una passione nata fin dalla gioventù, riescono a gioire nel tracciare vie, sentieri, lungo i percorsi più impervi delle nostre montagne e che incoronano spesso le regioni d’Italia.
Incontrare quindi Andrea Percivale che racconta queste bellezze della natura, è stato come scoprire quanto è varia e bella, l’alta via dei monti liguri che con i suoi 440 Km. parte da Ventimiglia ed arriva a Ceparana.
Percivale, geografo e guida ambientale escursionistica insiemeal suo collega Marco Molinari, geologo e guida, ha scritto la nuova guida “Alta Via dei Monti Liguri. Sentiero Italia CAI.
Il sentiero Italia CAI, ideato per la prima volta nel 1983 e acquisito dal Club Alpino Italiano nel 1990, è il sentiero escursionistico più lungo d’Italia, un percorso di media quota, articolato in 400 tappe, da Nord a Sud e da Sud a Nord.
Sul sito Sentiero Italia CAI leggiamo: “Con il progetto Sentiero Italia abbiamo un sogno, quello di unire l’Italia intera in un grande abbraccio, attraverso la percorrenza a piedi degli straordinari territori che il nostro Paese è in grado di offrire non appena si abbandona la strada asfaltata” (Vincenzo Torti, Presidente Generale CAI)
Alta Via dei Monti Liguri lungo l’arcobaleno
In 44 tappe, dal monte Gagero al Monte Beigua fino al passo della Forcella è tutto un percorso fatto di sentieri e tratturi disegnati catastalmente dall’AVML (Alta Via dei Monti Liguri) con cartografie del CAI .
Raggiungere la quota massima sul monte Saccarello (2201 m.) attraversare la valle Sturla, Forte dei Ratti, Monte Fasce, Davagna, il Passo del Bocco fino alle 5 Terre, a Portovenere e Palmaria vuol dire che il conoscere è pari ad uno stimolo, quello del vedere, del capire e dell’amare.
La Liguria è paragonata a un arcobaleno e quando il progetto degli uomini promuove cose difficili da realizzare che necessitano molto tempo per essere portate in porto, la riuscita dell’impresa è pari ad un “miracolo.
Apprezzabile è quindi sapere che a ogni km. di un percorso si trova un un cartello per poter contattare il 112; inoltre le 434 targhette poste lungo i sentieri rilevano la posizione dell’escursionista che può avvisare il 112 comunicando con il numero posto sulla targhetta e, in breve tempo, sarà raggiunto.
La zona della val D’Aveto, con il Monte Zatta, è la più ricca di vegetazione, boschi di faggi bellissimi e con fioriture spontanee di ogni tipo di fiori sia in estate che in autunno.
Nel discendere dal monte Pagliaro si possono poi incontrare le lapidi che ricordano i partigiani uccisi nell’ultimo conflitto e così la natura fa da sfondo alla storia.
Poi vi sono i sentieri di raccordo con le arterie stradali importanti che collegano la Liguria con l’Emilia, il Piemonte e la Toscana e tra queste l’antica Via del Sale che percorre i tornanti del Cento Croci.
Il tutto va di pari passo con l’archeologia perché sempre e soltanto il sottosuolo fornirà quegli elementi e reperti che ci diranno chi siamo e chi eravamo. Si possono così vedere residui di fortificazioni o casematte o resti di case del secolo scorso a testimonianza che l’uomo sapeva vivere in condizioni disagiate e lontano da qualsiasi agglomerato abitato.
Non tutti i sentieri sono percorribili in mountain bike o a cavallo, per questo è consigliabile informarsi prima di organizzare una gita e conoscerne per tempo a fondo la transitabilità di tutto il percorso.
Sul finire della sua narrazione Andrea Percivale non poteva non fare scorrere sullo schermo le foto scattate e solo allora ci si è resi conto che lassù era proprio come stare a due passi dal cielo e pensare a quell’immensità ove Leopardi “annegava il suo pensiero e vedeva dolce naufragar nel mare!”