Processione di fede. Testimonianza di spiritualità

La fede può essere testimoniata dalle grandi processioni che resistono nel tempo e sono visibili ancora ai giorni nostri? A ciascuno la propria fede; oggi vi racconterò un esempio di spiritualità cristiana.

In quel di Sestri Levante, ridente cittadina addormentata sul mare ed avvolta da colline profumate di ginestre il più bel posto del mondo per chi vi è nato e cresciuto, vi sono decine e decine di chiese, cappelle e luoghi di preghiera che ti invitano a conoscere come la vita del passato fosse permeata, ad ogni angolo di strada, di quella fiducia nel Signore e che oggi pare superata o forse addirittura scomparsa.

E tra le tante chiese ve ne è una arrampicata tra fasce di ulivi, lecci ed agave, il cui suono della campana arriva lontano, lontano, a seconda di come tira il vento, ma che tutti i cittadini riconoscono perché ricorda loro una festa patronale alla quale nessuno vuole mai mancare, quella della Beata Vergine del Carmelo.

La millenaria chiesa di S. Stefano del Ponte, appollaiata su di una collina e cinta da vigneti, custodisce la statua di questa Madonna ed ogni anno, nella terza domenica di luglio viene portata in processione lungo tutte le vie della cittadina. E’ una tradizione che si perde nel tempo, sembra che la prima volta si sia svolta nel 1697, ma certo è che coinvolge tutta la popolazione, anche gli ospiti stagionali, o i passanti occasionali.

Un numero impressionante di persone, simile ad un fiume in piena, che parte dalle porte della chiesa e che percorre un tratto di quasi tre chilometri tra strade strette, ponti, e viali coronati di palme per giungere fino alla basilica

Collegiata S. Maria di Nazareth, ove viene celebrata la S. Messa e ripercorrere a ritroso il percorso fatto in precedenza fino al rientro nella chiesa dalla quale era partita almeno due ore prima. Qui il passato mi ricorda quando il nonno ci raccontava che sua moglie, già avanti negli anni, ed allora la vecchiaia partiva molto prima degli odierni settantenni, si preparava il giorno prima, il sabato, e diceva: “Cascasse il mondo, ma la processione me la devo fare tutta!”

Parole che testimoniano la fede, la forza ed il coraggio che ha sempre distinto le gente di Liguria.

Uomini e donne cresciuti, in una quotidiana lotta, per reperire cibo e lavoro con la sola forza delle braccia, alla ricerca di un sostentamento, proveniente dal mare, o dalla misera e dura terra dei brevi tratti di campi rubati proprio alla furia del mare.

Ritornando alla processione che è partecipata da vari parroci della diocesi, con in testa il Vescovo, bimbi della prima comunione, dalle signore vestite tutte rigorosamente di nero, e non in segno di lutto ma di rispetto, da uomini e donne della confraternita, da alcuni sindaci della zona, dai frati del vicino convento, dalla banda in perfetta divisa, e dai tre crocifissi, di cui uno nero, del peso di 130 chili, che gli uomini più forti di Sestri Levante si passano da un crocco all’altro tenendo le braccia dietro la schiena e camminando a passo cadenzato al suono della musica, tutti precedono la statua della Madonna del Carmelo ornata di fiori e cinta da grappoli d’uva, segno tangibile di gratitudine per i frutti della terra donati in quell’anno da Nostro Signore.

Verrebbe da pensare alla fatica di quei portatori dei Cristi, ed a come meriterebbe essere ripagata! Ed invece no, in questo paese, sono proprio loro a pagare una quota di denaro per essere inseriti tra coloro che faticano, in onore, proprio della Santa Vergine.

Tra le due ali di folla ci sono inoltre i bimbi più piccoli vestiti come S. Giovanni Battista avvolto in una pelle di pecora, o come S. Pietro con le chiavi in mano, o S. Rita con un cesto di rose, o S. Matteo con il Vangelo sul braccio, o S. Teresa con il crocifisso, o S. Lucia con un paio di occhiali o S. Antonio con un grosso pezzo di pane in mano, o S. Domenico e tanti altri. A questo punto, l’afflusso di tante persone, valutate sempre oltre duemila, causa il blocco del traffico e fa formare file interminabili di auto.

I “mugugni” dovrebbero essere inevitabili ed invece, nessuno fiata, anzi il canto della Salve Regina si alza con più forza verso il cielo. Gioco forza piangere, asciugarsi quelle lacrime che sanno tanto di speranza perché, così facendo, scopriamo ogni giorno di più, che abbiamo urgente bisogno di misericordia. Meraviglioso è pure quello stormo di rondini che si danno appuntamento sulla piazza e volano nel cielo a rendere omaggio alla Madonna del Carmelo.

Così ad ogni estate, col sole che scalda la pelle, ed il sudore che inzuppa gli abiti, questa processione rinnova i sentimenti più profondi, quelli della spiritualità, della bellezza, del sacrificio, della devozione, ed è come se qualcuno dall’alto provasse a bussare per l’ennesima volta alla porta del cuore degli uomini di buona volontà.

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