AIDS 2018. Le adolescenti e i giovani uomini sono i più vulnerabili

Dal 23 al 27 luglio 2018, Amsterdam, presso la RAI Amsterdam Convention Centre, ospita la 22° edizione della biennale Conferenza internazionale sull’AIDS (AIDS Conference 2018), organizzata dall’International AIDS Society, la principale associazione indipendente mondiale formata dai professionisti dell’HIV. Vi partecipano oltre 180 Paesi e circa 18mila tra ricercatori scientifici, operatori sanitari, politici,  associazioni di categoria e malati che offrono la loro testimonianza.

Dalla Conferenza emergano  i primi numeri sulla diffusione della malattia nel mondo. E sono nuovamente numeri preoccupanti, perché se è pur vero che negli ultimi 8 anni i morti sono diminuiti, rimane immutato il tasso dei decessi  fra gli adolescenti.  Nel 2017 i contagiati dall’HIV nella fascia di età fra i 15 e i 19 anni sono stati 1 ogni 2 minuti.  Nel mondo sono circa 1,2 milioni gli adolescenti che vivono con l’HIV (dati Unicef). E, purtroppo, come anticipato dal registro pediatrico italiano nel dicembre 2017, da queste cifre non sono esenti i bambini, : nella fascia di età fra i 10 e i 19 anni, 430mila sono stati contagiati, mentre 130mila non sono sopravvissuti alla malattia.

Sostiene il rapporto Women: all the heart of the HIV response for children (Donne: al centro della risposta all’HIV per i bambini) che sono gli adolescenti “a sopportare il peso di questa epidemia” ed è fra gli adolescenti “che i progressi mondiali fatti negli ultimi 20 stanno rallentando”.

Le cause sono da ricercare nei rapporti sessuali precoci e/o forzati, dalla povertà e dalla mancanza di accesso ai servizi di consulenza e ai test.  Il rapporto, che si basa sulle statistiche dell’epidemia mondiale ancora in corso e sul suo impatto sulle persone più vulnerabili, asserisce che tra gli adolescenti sono le ragazze a essere le più colpite (3 su 5). Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef spiega che l’HIV “prospera tra i più poveri che vivono ai margini della società e, spesso, sono le ragazze a trovarsi al centro di questa crisi”.

Tra gli adulti, invece, sono gli uomini a essere i soggetti più deboli, perché sono meno curati delle donne. La fascia di età tra i 24 e i 35 di giovani uomini, nei paesi dove si registra la più alta incidenza della malattia, ha meno accesso alle cure e ai test: meno della metà dei sieropositivi contro il 60% delle donne.
A denunciarlo è la MenStarCoalition, l’associazione presentata ad Amsterdam dal cantante Elton John e dal principe Harry, che ha già raccolto 1,2 miliardi di dollari destinati alla causa: promuovere l’accesso degli uomini alle terapie.  Per raggiungere l’obiettivo l’Associazione ha in agenda varie iniziative come la realizzazione di campagne per la diffusione delle attrezzature e dei test e  la promozione dell’autotest in Kenya.

Elton John ha puntato il dito contro le discriminazioni cui sono sottoposte le persone Lgtb nei Paesi dell’Europa dell’Est, in Russia e nel Medio Oriente alle quali viene ostacolato l’accesso alle terapie.

“Se non esistesse questo fanatismo e questo odio – ha dichiarato il cantante britannico nel corso del suo intervento alla Conferenza – sarebbe molto più rapido eradicare il virus”.

Tanti i soggetti coinvolti dalla MenStarCoalition: dalla stessa Elton John Aids Foundation al Fondo Globale con Aids, Tubercolosi e Malaria, passando dalla Children’s Investment Fund Foundation (CIFF) fino alle multinazionali Johnson & Johnson.

 

Foto dall’alto: logo Conferenza,  24 luglio 2018, Amsterdam, principe Harry (by Robin Utrecht/Shutterstock) e il cantante Elton John

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