Elsa Schiaparelli. Il colore di una vita surrealista
Passato e presente ma anche passato e futuro, suggerisce la mostra a Parigi dedicata a Elsa Schiaparelli.
Nella capitale francese nel Musée des Arts Décoratifs viene celebrata Elsa Schiaparelli la couturier italiana, che inventò il rosa shocking affascinò gli artisti dell’avanguardia del Novecento con i quali creò originali abiti indimenticabili, ispirò gli stilisti della generazione successiva come, Yves Saint Laurent, Azzedine Alaïa, John Galliano e Christian Lacroix e la cui Maison chiusa nel 1954 è stata comprata e rilanciata nel 2006 da Diego Della Valle, fondatore di Tod’s. L’eco del suo nome e delle sue nuove idee non è mai affievolito.
Nata a Roma nel 1890, figlia di intellettuali di origini piemontesi, scoppiata la Grande Guerra con il neo marito, un nobile ma squattrinato britannico, decise di trasferirsi a New York.
Qui la vita non fu semplice e quando i soldi della dote terminarono – e dopo aver lavorato come traduttrice e nel commercio – scoprì il marito nelle braccia della ballerina Isadora Duncan, Elsa decise di tornare in Europa e di stabilirsi in a Parigi, su consiglio dell’amica Gabrielle, moglie dell’artista Francis Picabia. Era il 1922.
In Francia conobbe Paul Poiret, il grande sarto francese che la introdusse nel mondo della moda. “La mia ignoranza era assoluta il mio coraggio di conseguenza infinito” dirà Elsa di quegli anni.
Nel 1927 a 37 anni inaugurò il suo primo atelier. Con la prima serie di golf con grandi fiocchi ad effetto trompe l’oeil o a scheletro ai raggi X, con i cappelli dalle fogge straordinarie e con i tailleur dalla linea ‘a triangolo capovolto’ con spalle importanti per dare slancio a ogni tipo di fisico, fu grande e veloce successo: nei primi anni Trenta 400 erano le sarte che lavoravano nel suo atelier mentre la rivista britannica Time le dedicava la copertina. Era l’agosto del 1934 ed Elsa si preparava a trasferire la sua attività al civico 21 di Place Vendôme.
Fu creatrice rivoluzionaria che seppe esprimere al massimo la sua creatività con gli amici surrealisti Salvador Dalì, Jean-Michel Frank, Meret Oppenheim e Alberto Giacometti.
Ma volle legare il suo nome indissolubilmente a un colore, qual rosa intenso che inventò e chiamò shocking come l’autobiografia che scrisse Shocking life e come ripreso dalla mostra odierna Shocking: The Surreal World of Elsa Schiaparelli, curata da Daniel Roseberry, direttore artistico della griffe dal 2019 e che con abilità, ma poco fatica considerando lo spirito innovativo della couturière italiana, riporta in auge accessori e capi con il Dna di quasi un secolo fa.
520 i pezzi in mostra (fino al 22 gennaio 2023), la metà creati dalla stessa Schiaparelli, oltre ai pezzi nati dai talenti che ha ispirato, e quelli realizzati oggi da Roseberry come evoluzione naturale della stile “di una donna di oggi vissuta in un’altra epoca” come chiosa Dephine Bellini, amministratrice delegata di Schiaparelli.
Immagini: 1) Elsa Schiaparelli con una sua famosa creazione: il cappello a scarpa; 2) Daniel Roseberry, attuale direttore artistico della Maison Schiaparelli chiusa nel 1954, comprata e rilanciata nel 2006 da Diego Della Valle, fondatore di Tod’s