Suora tenente e fante donna della Marina. Oltre le ir-regole sociali

Tra gli anniversari storici del 2019 figura il ventennale dell’approvazione della legge 380/99 (20 ottobre), che ha aperto alle donne italiane le porte delle Forze Armate e della Guardia di Finanza, allineando l’Italia ad altri Stati della Nato. Nell’Ovest del mondo, infatti, fin dagli anni Settanta del Novecento gli eserciti avevano iniziato ad accordare il reclutamento femminile per i servizi attivi.

Anche l’accesso al servizio militare ha rappresentato una lunga conquista delle donne, non ancora  ultimata.  Secondo esponenti del Ministero della Difesa, è necessario “continuare a cambiare una cultura che si nutre ancora di pregiudizi e stereotipi che vedono nella forza fisica dell’uomo il requisito più importante per essere un buon militare”.

Chi persegue pregiudizi e stereotipi, probabilmente, non conosce le storie di Catalina de Erauso (la suora tenente) e Ana Maria de Soto.

Catalina de Erauso, famosa come la Monja alférez (la suora tenente), visse nella prima metà del XVII secolo. Figlia di Miguel, capitano al servizio di Filippo III di Spagna, che soleva allenarsi in compagnia dei figli – inclusa Catalina – insegnando loro l’arte della guerra. Tuttavia, scelse per Catalina il convento.

Spirito ribelle, a 15 anni, senza alcuna vocazione monastica, fuggì in cerca di avventura. Si tagliò i capelli, si procurò abiti maschili e, riuscendo a passare per un ragazzo, s’imbarcò verso le Indie (l’attuale Sud America).

Nel Nuovo Mondo, dopo varie peripezie e turbolente esperienze, sotto la falsa identità di Alonso Martínez de Guzmán si arruolò e partecipò alla Guerra di Arauco, nel Sud dell’odierno Cile. In battaglia dimostrò coraggio e abilità con le armi e la sua vera identità non fu scoperta fintanto che non venne gravemente ferita. Si salvò e continuò a vivere in Sud America, fino alla morte avvenuta nel 1630.

La sua vita è stata resa nota da una presunta autobiografia. Gli storici, ancora oggi dibattano sulla paternità del testo (alcuni lo definiscono un apocrifo) e sulla sua identità di genere (amava le donne, fingeva di amare le donne con i commilitoni per celare la sua identità o era transgender), ma sono concordi nell’affermare l’esistenza storica di Catalina de Erauso, detta la suora tenente.

Una personalità ecclettica e in parte “feroce” così come ce la descrive ToriTolfer, parlando delle Memorie di Catalina, pubblicate nel 1829, due secoli dopo la sua esistenza. “ Era in qualche modo terribile – una colonialista e un’assassina, una bugiarda e un’imbrogliona – ma ciò nonostante, le sue memorie ci affascinano ancora oggi, data la sua tendenza a travalicare ogni struttura sociale che cercò di contenerla.

Lieutenant Nun: Memoir of a Basque Transvestite in the New World – le memorie di Catalina, tradotto in inglese, è stato pubblicato nel 1997.

Anche Ana Maria de Soto (1775-1833) per entrare nella Marina spagnola, si camuffò da maschio. A 18 anni, con il nome di Antonio Maria de Soto – si arruolò nella 6° compagnia dell’11° battaglione della Fanteria de Marina, con base a San Fernando (Cadice).

Capelli castani chiari e occhi dello stesso colore, sono gli unici elementi fisici che ci sono stati tramandati di questa giovane donna, che prese parte a varia battaglie come granatiere.

Con la fregata Nostra Signora della Mercedes partecipò agli attacchi a Bañulus e alla difesa di Rosas nella guerra tra la Spagna e la Francia post-rivoluzionaria (1793-1795) e, pochi mesi dopo, di Cadice contro l’ammiraglio britannico Nelson. La difesa di Cadice fu l’ultima battaglia di Ana Maria che si ammalò gravemente e così emerse la sua vera identità. Nel 1798 fu costretta a lasciare la Marina, ma con onore, con il pieno riconoscimento del suo coraggio e dei meriti e servizi forniti alla Marina per 5 anni e 4 mesi.

Nel luglio dello stesso anno un Ordine Reale recitava: “… in attenzione alle azioni di guerra, al suo eroismo, alla sua accertata condotta e singolari costumi che mai ha abbandonato nel corso del suo apprezzabile servizio, Sua Maestà, il Re, gli concede 2 reali valloni diari come pensione e l’uso dei colori della divisa della Marina sugli abiti conformi al suo sesso”.

Nel dicembre dello stesso anno, il monarca Carlo IV concesse ad Ana Maria lo stipendio da primo sergente dei battaglioni della Marina con la licenza di occuparsi dei suoi genitori. Un nuovo intervento reale le concesse la licenza per gestire una tabaccheria a Montilla (Cordova) un lavoro che svolse per il resto della sua vita, considerando che con la salita al trono di  Fernando VII le venne revocata la pensione militare.

Morì nel 1833 e, ancora oggi Ana Maria de Soto, la cui esistenza è documentata negli Archivi storici spagnoli militari e civili, è famosa per essere stata il primo sergente della Marina spagnola, e, probabilmente, del mondo moderno.

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