Carlo Levi e la Basilicata. Quante storie
Carlo Levi e la Basilicata. Quante storie, viene spontaneo pensare, alla luce di quella che fu e continua ad essere una profonda e feconda relazione.
Il celebre scrittore, pittore e politico antifascista – del quale il prossimo 29 novembre si celebreranno i 120 anni della nascita – negli anni Trenta fu mandato al confino prima a Grassano e poi ad Aliano, entrambi in provincia di Matera.
Vi trascorrerà soltanto un anno ma non dimenticherà mai quella terra “oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose” scrive nel suo romanzo Cristo si è fermato a Eboli (1945, ed. Einaudi).
Un romanzo di tale successo nazionale e internazionale che coprì la sua fama di pittore. E invece quella terra dimenticata dallo Stato e dalle Istituzioni dove “neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta” influenzò anche la sua pittura e fu questa a creare il legame indissolubile che resiste al trascorrere del tempo.
Da Lucania ’61 al Museo Nazionale
Nel 1961 Levi dipinse il telero Lucania ’61 dedicato a Rocco Scotellaro, scrittore, poeta e sindaco di Tricarico che appare al centro dell’opera mentre parla ascoltato dalla sua gente e da famosi artisti e scrittori come Umberto Saba, Renato Guttuso e lo stesso Levi. A lato un gruppo di donne cantano Il lamento attorno a Annetta Treves (madre di Levi) e a Francesca Scotellaro che piange il figlio Rocco morto a 30 anni.
Il grande pannello rappresentò la Basilicata all’Esposizione Internazionale Italia organizzata a Torino nel 1961, primo centenario dell’Unità di Italia.
A Metera nel dicembre 1974 l’artista espresse il desiderio di acquistare una casa nei Sassi. Morì poco dopo, il 26 giugno 1975, e la sua salma fu tumulata ad Aliano, come da sua volontà.
Nel frattempo a Roma nasceva nel 1975 la Fondazione Carlo Levi, su richiesta testamentaria dell’artista. Ne fu prima presidente Linuccia Saba, figlia del poeta Umberto e compagna di Carlo.
Parallelamente a Matera si formava un comitato per la costituzione lucana della Fondazione (sarà dal 1980 il Centro Carlo Levi). Venne chiesto al Ministero dei Beni culturali e Ambientali il benestare per trasferire a Metera il dipinto Lucania’61. Nel 1980 la grande tela fu sistemata al piano terra di Palazzo Lanfranchi ed esposta al pubblico con altri quadri dell’artista.
Con l’accordo tra la Fondazione e il Comune di Matera venivano concesse a quest’ultimo le opere pittoriche di Levi in comodato mentre il Centro di Matera riceveva l’uso di alcuni locali di Palazzo Lanfranchi.
Nel 1989 la Regione Basilicata inseriva il Centro Levi tra i “soggetti di rilievo nazionale che operano per lo sviluppo culturale. Per la sua alacre e rispettosa attività culturale e per la disponibilità di una parte importante del patrimonio artistico di Levi nel 1997 il Centro partecipava con la Fondazione e gli altri attori istituzionali alla creazione del Museo di Arte Medievale e Moderna di Palazzo Lanfranchi, oggi Museo Nazionale.
100 opere tornano a casa. Dai depositi ai musei
E al Museo Nazionale di Matera, nell’ambito del progetto 100 opere svelate a casa. Dai depositi ai musei, sono giunti nei mesi scorsi 2 quadri dell’artista napoletano del XVII secolo, Salvator Rosa, attivo in Puglia e Basilicata, provenienti dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini.
Si tratta delle opere Paesaggio con figure e Giocatori di carte parte ora della collezione permanente di Palazzo Lanfranchi.
Primo, quest’ultimo, tra le istituzioni regionali coinvolte nell’iniziativa del Ministero dei Beni Culturali che vede il trasferimento di capolavori dai depositi di 14 musei italiani nazionali mai esposti al pubblico (un ricco patrimonio composto da milioni di opere) nei luoghi dove vennero realizzati.
Immagini: 1) Carlo Levi; 2) sezione del telero Lucania 61′; 3) trasferimento opere di Salvator Rosa dalle Gallerie Barberini Corsini al Museo Nazionale di Matera. Le fotografie sono tratte dal sito ufficiale del Museo Nazionale di Matera