Comportamento e rendimento scolastico. Una valutazione da valutare
A ottobre 2022 la docente di Scienze, Maria Cristina Finatti presso l’Istituto tecnico Viola Marchesini di Rovigo, fu colpita da spari al volto, con una pistola ad aria con pallini di plastica. Gli studenti che commisero il fatto furono denunciati d’ufficio per interruzione di pubblico servizio, così ci ricorda il Corriere Veneto.
Un fatto di cronaca scolastica che già a suo tempo rimase “inevaso”, poiché non seguirono provvedimenti da parte della scuola nei confronti di suddetto comportamento. Sempre il Corriere evidenzia come la docente, non ricevendo scuse dagli alunni e dalle famiglie, denunciò l’intera classe per lesioni personali, diffamazione a mezzo social e atti persecutori perché ritenne tutti «simbolicamente complici» di quanto fatto.
Arrivati a fine anno scolastico, terminati gli scrutini, con l’Esame di Stato in corso, colpisce l’opinione pubblica e la società tutta la promozione di due studenti coinvolti nel misfatto.
Nicola Bergamin, avvocato difensore del ragazzo che ha sparato i pallini, ricorda: “Fin dall’inizio abbiamo sottolineato che si trattava di un episodio circoscritto – afferma – il ragazzo ha avuto 9 in condotta e la media dell’8. Il suo impegno è stato confermato da tutti gli insegnanti: siamo soddisfatti per lui, non è stato facile, un singolo episodio rischiava di compromettere tutto”.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha evidenziato quanto la promozione possa veicolare un messaggio diseducativo, nonostante l’autonomia scolastica permetta alla scuola di prendere le decisioni in completa autonomia.
Il comportamento è una condizione sociale e civica, rappresenta il nostro essere al mondo. Mettere al primo posto il rendimento, rispetto a un atto scorretto che minaccia la sicurezza e la salute di una persona, può costituire un precedente malevolo e nocivo per un’agenzia formativa come l’istituzione scolastica.
Ne è riflesso diretto la portata della valutazione del comportamento secondo le norme scolastiche.
Addentriamoci brevemente tra i punti essenziali delle linee guida per l’attribuzione del voto in condotta.
Valutazione del comportamento degli studenti
- La valutazione del comportamento degli studenti accerta i livelli di apprendimento e di consapevolezza raggiunti, con specifico riferimento alla cultura e ai valori della cittadinanza e della convivenza civile; -verifica la capacità di rispettare il complesso delle disposizioni che disciplinano la vita di ciascuna istituzione scolastica;
- diffonde la consapevolezza dei diritti e dei doveri degli studenti all’interno della comunità scolastica, promuovendo comportamenti coerenti con il corretto esercizio dei propri diritti e al tempo stesso con il rispetto dei propri doveri, che corrispondono sempre al riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri; –
- La valutazione del comportamento non può mai essere utilizzata come strumento per condizionare o reprimere la libera espressione di opinioni, correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità, da parte degli studenti.
Caratteristiche ed effetti della valutazione del comportamento
La valutazione del comportamento degli studenti – nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria di secondo grado – è espressa in decimi e viene espressa collegialmente dal Consiglio di classe, concorrendo, unitamente alla valutazione degli apprendimenti, alla valutazione complessiva dello studente.
La valutazione del comportamento inferiore alla sufficienza, ovvero a 6/10, riportata dallo studente in sede di scrutinio finale, comporta la non ammissione automatica dello stesso al successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo di studi. La votazione insufficiente può essere attribuita dal Consiglio di classe soltanto in presenza di comportamenti di particolare ed oggettiva gravità.
Criteri ed indicazioni per l’attribuzione di una votazione insufficiente
L’attribuzione di una votazione insufficiente, vale a dire al di sotto di 6/10, in sede di scrutinio finale, ferma restando l‘autonomia della funzione docente anche in materia di valutazione del comportamento, presuppone che il Consiglio di classe abbia accertato che lo studente:
- nel corso dell’anno sia stato destinatario di almeno una delle sanzioni disciplinari;
- successivamente alla irrogazione delle sanzioni di natura educativa e riparatoria previste dal sistema disciplinare, non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel comportamento, tali da evidenziare un sufficiente livello di miglioramento nel suo percorso di crescita e di maturazione.
Nel caso di Rovigo, sanzioni durante l’anno non ci sono state ed evidentemente il Consiglio di classe non ha ritenuto il fatto di un’”oggettiva gravità”.
Lungi dall’essere giustizialisti e sanzionatori, ci si chiede se la non presa in carico da parte della comunità educante di un comportamento che lede la sicurezza personale e contraddice le regole che sorreggono un’organizzazione, sia educativo ed eticamente corretto.
Ricordiamo inoltre che l’educazione civica è un modulo formativo obbligatorio negli anni scolastici spesso erogato da docenti di diritto o di lettere e che la competenza civica rientra tra le 8 competenze chiave europee le quali, secondo la Raccomandazione del Consiglio d’Europa, contribuiscono all’apprendimento permanente.
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