Università dell’Aquila. Primato per il recupero e il riciclaggio delle terre rare

L’Università dell’Aquila prosegue con 2 nuovi progetti europei  la sua specializzazione nel recupero e riciclo delle terre rare, gli elementi chimici essenziali per la fabbricazione degli strumenti e dei dispositivi tecnologici, compresi quelli prioritari per la transizione energetica ed ecologica.

Con un finanziamento di 12 milioni di euro, l’Ateneo abruzzese ha ottenuto il brevetto, per i progetti suddetti, le cui tecniche sono e saranno  trasferite in ambito industriale,  permettendo di recuperare le terre rare da automobili elettriche e ibride, da generatori eolici e da altri dispositivi come hard disk e lampade fluorescenti.

Il primo progetto New-Re – come riporta il comunicato stampa di univaq  è stato avviato a fine 2022 e affidato al Consorzio  Erion, formato da aziende ed enti di ricerca, con il compito di realizzare un primo impianto pilota per il recupero delle terre rare dai magneti contenuti nei motori elettrici e negli altri dispositivi.

New-Re è supportato dal Consorzio Europeo EIT Raw Materials Developing raw materials into a major strength for Europe.

Life (INSPIREE) è, invece, il nome del secondo progetto che prenderà il via a settembre 2023, sotto la coordinazione dell’azienda Itelyum Spa  e che vedrà l’industrializzazione vera e propria del processo, con la realizzazione di un altro impianto, che oltre alla produzione di terre rare a partire da magneti, tratterà anche altre tipologie di materiali come le schede elettroniche e le batteria al litio.

I progetti sono stati sviluppati da ricercatori dell’Università degli Studi dell’Aquila e vedono la partecipazione del gruppo di ricerca del laboratorio di PROCESSI DI VALORIZZAZIONE E TRATTAMENTO INTEGRATO DI RIFIUTI E REFLUI INDUSTRIALI del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia (DIIIE) coordinato da Francesco Vegliò, professore ordinario, settore disciplinare Teoria Dello Sviluppo Dei Processi Chimici.

Vanno ricordati, infine, due ulteriori progetti dell’Ateneo abruzzese nell’ambito del programma europeo di ricerca Horizon 2020, finalizzati al recupero di questi elementi. L’Università dell’Aquila, dunque, rafforza la sua posizione non solo nazionale ma europea nel campo del recupero e riciclo di terre rare, con la possibilità che il suo impianto pilota attragga ricercatori dall’estero.

 Immagine: terre rare – photo by WikiCommons – dominio pubblico

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