Resto a casa e riciclo

Il 18 marzo è la Giornata Mondiale del Riciclo, istituita 3 anni fa per diffondere l’importanza del riuso e riutilizzo, uno dei pochi eventi che possiamo rispettare  restando a casa, come vuole il decreto governativo, per fronteggiare l’emergenza Covid19.  In che modo? Ingegnandoci su come riciclare quel che spesso avanza e che tanto costa smaltire; pratica utile e che può rivelarsi anche un passatempo per questi giorni di forzata casalinghitudine.   Legambiente a tal proposito lancia delle idee – o meglio  ricette – secondo i criteri del suo più ampio progetto ECCO (acronimo per Economie Circolari di Comunità). Attività che rientrano nell’ambito del tema di questa 3° edizione della Giornata del Riciclo che recita #RecyclingHeroes, dove per eroi s’intendono tutti i cittadini che anche in questi giorni di emergenza non rinunciano alle azioni quotidiane che tutelano l’ambiente.

Delle ricette suggerite da Legambiente, ve ne proponiamo due, puntando sul riuso degli avanzi di cucina e della carta.

Gli avanzi delle cucine domestiche, dei locali della ristorazione, delle mense e dei mercati rionali e di quartiere formano  un terzo dei rifiuti urbani italiani. L’umido corrisponde al 36% della differenziata ed equivale a una produzione annuale di 113 chili per italiano.  Per questo la prima attività la riserviamo agli amanti della cucina, una ricetta antispreco: il dado vegetale fatto in casa.

Il concentrato di verdure, com’è noto, è essenziale per preparare buoni piatti e quello già pronto è spesso accusato di essere troppo grasso, troppo salato e/o di contenere sostanze altamente nocive. Ecco, invece, come si fa  salubremente in casa con gli avanzi di verdure di stagione, secondo la ricetta di Lucia Cuffaro – autrice del blog autoproduciamo.it.

Gli ingredienti – 35 g di sale, 300 g di scarti di verdure di stagione, 2 spicchi d’aglio, 100 g di erbe aromatiche e 250 g di cipolle. La preparazione – Si lavano e si tagliano grossolanamente gli scarti delle verdure poco acquose (parti dure dei broccoli, verze, carote, sedano, etc.) ed erbe aromatiche come salvia, rosmarino, timo, maggiorana, origano. Si pesa il preparato fino a raggiungere i 400 g e si uniscono le cipolle e l’aglio. Poi si passa tutto al mixer per avere un battuto molto fine. Si aggiunge nella ciotola il sale fino e si scola il composto con l’aiuto di un colino a trama fine facendo fuoriuscire il liquido in eccesso (da usare come brodo). Va riposto, quindi, in un barattolo di vetro pulito in frigorifero dove si conserva fino a 6 mesi, meglio se sterilizzato facendolo bollire in una pentola con l’acqua, oppure messo in un forno preriscaldato a 140 gradi per qualche minuto. Un cucchiaio di questo dado equivale a un cubetto di dado industriale.

Per chi non ama cucinare invece ecco la seconda ricetta, di mero bricolage e che contribuisce ad abbassare i numeri della raccolta differenziata della carta e cartone, aumentata nell’ultimo anno del 4%, superando i 3,4 milioni di tonnellate raccolte. E invece vecchi giornali, volantini, carte da regalo o buste possono diventare colorate sculture di cartapesta.  Quel che occorre – Carta da riciclare dicevamo, e inoltre 4 bicchieri d’acqua, 1 bicchiere di farina (meglio se di riso ma va bene qualsiasi tipo). Via con il bricolage – S’inizia dalla colla: in una ciotola stemperate la farina con qualche cucchiaio d’acqua cercando di sciogliere molto bene i grumi che si formeranno. Mettete il composto in un pentolino, aggiungete l’acqua rimanente e lavoratelo con una frusta. Ponetelo sul fuoco a fiamma bassa continuando a mescolare. Dopo 2 o 3 minuti, aggiungete una presa di sale che vi consentirà di conservare la colla per qualche giorno in più, in frigorifero, riposta in un barattolo di vetro. Quando la colla avrà raggiunto la consistenza desiderata, lasciatela raffreddare.

Tagliate a strisce carta di giornale, riviste o volantini pubblicitari e scegliete una superficie da rivestire (come una ciotola o un piatto). Immergete le strisce una alla volta nella colla fredda, eliminando quella in eccesso. Sistemate le strisce sulla superficie da rivestire, spianandole accuratamente con un pennello in modo da evitare che si formino pieghe, grinze e rigonfiamenti. Stratificate per un minimo di tre volte in modo da creare una base solida. Alternate gli strati disponendo le strisce prima in orizzontale e poi in verticale. Lasciate asciugare, meglio se all’aria aperta, per qualche ora. Appena la superficie risulterà dura basterà staccare la creazione di cartapesta dall’oggetto “originale” e, con un po’ di carta vetrata, rendetela più liscia, rimuovendo eventuali imperfezioni. Al termine, se si vuole, è possibile colorare l’oggetto con tempere o applicare sulla sua superficie bottoni, corda o altri elementi decorativi di recupero.

ECCO, tutto torna

Il progetto ECCO (acronimo per Economie Circolari di Comunità) di Legambiente promuove la rigenerazione ambientale, sociale e culturale ed è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Avviso 1/2018).

I punti del progetto
1. a) diffondere conoscenze ed informazioni in tema di prevenzione, riutilizzo e riciclo dei rifiuti;
2. b) aumentare la consapevolezza dei consumatori ed enti locali riguardo la possibilità di ridurre i rifiuti attraverso il loro riutilizzo o con l’acquisto di prodotti rigenerati;
3. c) favorire la nascita di nuove attività economiche legate all’economia circolare attraverso lo sviluppo di un sistema di mercato per i beni di “seconda vita”;
4. d) accrescere l’occupabilità e competitività dei giovani nel settore dell’economia circolare, favorendo l’inserimento nel mercato del lavoro di persone socialmente deboli;
5. e) contribuire al miglioramento della qualità ambientale all’interno delle città, riducendo la quantità dei rifiuti urbani attraverso la promozione del riutilizzo e del riciclo;
6. f) sperimentare nuove forme di inclusione e innovazione sociale fondate sul concetto di community welfare che, attraverso la creazione di community che promuovono lo scambio e il riuso di beni non utilizzati, favoriscono l’integrazione e la coesione sociale.

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