Torquato Taramelli. L’arte della scienza
Moriva il 31 marzo 1922, esattamente 100 anni fa, Torquato Taramelli, illustre geologo, studioso di sismologia, patriota autentico, acquarellista, devoto archeologo e alpinista. Un artista scienziato. Uno scienziato artista.
La comunità scientifica italiana lo celebra con il convegno L’arte della scienza: l’eredità scientifica di Torquato Taramelli. L’evento, patrocinato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione Ricerca Ambientale), prevede nel programma il contributo dei ricercatori dell’Istituto.
Il convegno si tiene il 31 marzo dalle ore 10 alle ore 16, in presenza presso l’Aula Magna del Collegio Ghislieri, Piazza Ghislieri 5 – Pavia oppure online sulla piattaforma dell’Ordine dei Geologi della Lombardia.
Comitato organizzatore: Claudia Lupi, Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Università di Pavia; AlessioArgentieri, Città metropolitana di Roma Capitale, SGI – Sezione di Storia delle Geoscienze, Marco Pantaloni, ISPRA– SGI, Sezione di Storia delle Geoscienze.
La figura di Torquato Taramelli
Torquato che combattè nella Terza guerra di Indipendenza all’interno delle brigate di volontari garibaldini, sebbene non fu coinvolto in eventi d’armi, eredita il suo ardore patriottico dalla sua famiglia. Il padre partecipò a moti del- 1848-1849 contro gli austriaci, pochi anni dopo la nascita del Nostro, 15 ottobre 1845. Così la madre, che condivideva con il marito lo stesso spirito patriottico.
Studente attento e brillante, fu ammesso per merito al collegio Ghisleri. Si laureò in Scienze Naturali presso l’Università di Pavia con Antonio Stoppani, paleontologoe geologo, autore del primo manuale di geologia italiano e divulgatore scientifico di primo piano: Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali la geologia e la geografia fisica d’Italia.
La passione per le scienze naturali e l’alpinismo, come pure il patriottismo condiviso, consolidarano un profondo e autentico legame tra il giovane Taramelli e Stoppani.
Insegnò presso il Regio Istituto Tecnico di Udine (l’attuale IT Zanon), istituito dal comissario regio Quintino Sella. Si sposò nel 1868 con Clotilde Boschetti (morta nel 1912), figlia di un ingegnere che partecipò alla difesa di Venezia nel 1849, da cui ebbe sedici figli, tre dei quali morirono in tenera età, e due già adulti.
Lo studio e l’insegnamento della geologia avevano per Taramalli anche una valenza irredentista.
“Nell’opera di Taramelli emerge un forte patriottismo scientifico, ossia la convinzione che gli scienziati italiani dovessero riconquistare il primato nello studio del proprio territorio, opponendosi così all’«invasione scientifica […] da parte dei geologi austriaci e tedeschi››. Egli era fermamente convinto che l’Italia dovesse essere studiata, ‹‹specie presso in confini››, da naturalisti italiani. Non si trattava solamente di riconquistare agli italiani lo studio scientifico e in particolare geologico della penisola, ma di fare vera e propria propaganda politico-patriottica, dimostrando come le terre irredente fossero italiane anche sotto il profilo fisico-geologico“. (da Il Progetto di Stoppani e Taramelli per una catografia post-unitaria nelle Alpi orientali di Stefano Magnani (Università di Udiene), S. Marabini -Museo geologico G. Capellini – Bologna-, Elena Zanoni, Università degli Studi di Verona.
Abile consulente, attività che affiancò a quella di studioso e ricercatore, anche per sostenere la sua numerosa famiglia, prestò così, tra le altre, la sua consulenza al comune di Trieste, città dell’Impero austro-ungarico, rispetto all’approvvigionamento idrico, così come lo studio delle sorgenti e dei corsi d’acqua sotterranei.
Sempre ad Udine studiò intensamente il fenomento dei terremoti insieme a Giulio AndreaPirona, naturalista e fondatore della geologia friulana; alla sismologia dedicò molti studi e ricerche. Insegnò presso l’Università di Genova e poi a Pavia, di cui fu anche rettore. Estese le sue ricerche a tutto l’arco alpino e alla Pianura Padana. Molti dei suoi scritti erano accompagnati dalle sue accurate e raffinate illustrazioni. Un’abilità che fu rilevante nella preparazione e realizzazione di molte carte geografiche. Partecipò al progetto della Carta geologica d’Italia.
Quando il 5 gennaio 1862 Sella venne nominato direttore del rilevamento della Carta, in una nota inviata al ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio (MAIC) egli aveva indicato Stoppani come il responsabile dei lavori sul terreno. Sella aveva poi lasciato cadere il progetto, anche se nominalmente ne rimase il responsabile politico.
La pubblicazione della Carta Geologica fu lunga e laboriosa per via delle polemiche tra Stoppani e Taramelli da una parte e gli ingegneri dall’altra. La Carta geologica, per sé stessa, doveva essere assolutamente un lavoro di scienza, da affidarsi quindi a uomini di scienza e non a figure tecniche, come il Corpo degli Ingegneri Minerari.
Taramelli fu infatti incaricato da Sella di redigere la carta geologica del Friuli, strumento indispensabile per la conoscenza del territorio, per la valorizzazione e lo sfruttamento delle risorse. Taramelli, oltre a documentarsi riguardo alle ricerche precedenti, dall’inizio del 1867 iniziò una serie di ricognizioni che lo portarono a esplorare non solo il Friuli ma anche le regioni limitrofe, il Veneto, la Carinzia, il Carso e l’Istria, accompagnato spesso da Giulio Andrea Pirona che nel 1861 aveva realizzato la prima carta geologica del Friuli (scala 1:332.000).
La recente scoperta dei diari riguardanti le ricognizioni, effettuata tra il 1871 e il 1874, fornisce una straordinaria documentazione che ha consentito di comprendere l’approccio di Taramelli, mostrando una prospettiva diversa rispetto al pubblicazioni ufficiali.
Come leggiamo in “Il Progetto di Stoppani e Taramelli per una catografia post-unitaria nelle Alpi orientali: ” “Taramelli indaga e registra attentamente la natura dei terreni e delle rocce, la loro conformazione, le stratificazioni dei sedimenti, raccoglie indicazioni e annotazioni utili per lo studio delle stratigrafie, del rilievo e della morfologia del territorio, classifica campioni, effettua osservazioni sulla presenza degli eventuali elementi fossili caratterizzanti i sedimenti e analizza, inoltre, le relazioni con le formazioni geologiche individuate nelle aree limitrofe.
Pagina dopo pagina, inoltre, egli elenca le date e i luoghi delle esplorazioni, con attenzione costante per il rilevamento dell’orario delle osservazioni, delle distanze, delle temperature e soprattutto della pressione, generalmente misurata con un barometro aneroide, ai fini della determinazione delle quote di livello, prese in coincidenza di luoghi o edifici di rilievo. Con metodo scientifico i dati sono sistematicamente raccolti e organizzati secondo schemi e tabelle che in parte sarebbero stati ripresi e rivisti in seguito, a corollario di alcune pubblicazioni. Ne sono un esempio le ricognizioni compiute in Carnia nell’agosto del 1871”
Acuta e penetrante l’analisi multidisciplinare del territorio come si evidenzia nel saggio citato: “Nello studio, e trasformazioni recenti del paesaggio appaiono come uno degli interessi di Taramelli più frequentemente attestati nei taccuini ed è in questo ambito che, come ebbe egli stesso ad annotare, in misura maggiore che altrove l’interazione tra geologia, storia, archeologia e altre discipline, come l’agronomia, può rivelarsi uno strumento importante e opportuno per il geologo che intendesse comprendere appieno la natura, le forme evolutive e le modificazioni di un determinato territorio.
Nella sua lunga carriera fu presidente della Società geologica, membro di diverse società scientifiche nazionali e internazionali.
La mostra Terra Nascosta
In concomitanza con il centenario della morte al Museo di Storia naturale Kosmos di Pavia sono esposti per la prima volta 33 acquerelli autografi restaurati, oltre a studi e reperti del Traforo del Sempione, video, microscopi digitali.
La mostra interattiva mostra Terra Nascosta, si svolge dal 5 marzo al 12 giugno 2022, presentata dal Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia, in collaborazione con il Sistema Museale Oltrepò pavese dona ai visitatori un’autentica esperienza sensoriale ed intellettiva, alla scoperta dei fenomeni geologici che hanno un forte impatto sulla società. Dai terremoti alle eruzioni vulcaniche, fino al dissesto idrogeologico.
Il percorso si sviluppa su due livelli: uno storico con le principali tappe della carriera scientifica di Taramelli e uno ludico-didattico con postazioni interattive e video per imparare a riconoscere le rocce, leggere la cartografia, considerare i rischi naturali in relazione alle attività umane.