Stop alle grandi navi e ripristino dell’habitat lagunare. Così si salva Venezia

“Il settore delle navi da crociera è uno dei più colpiti dall’emergenza COVID. Stiamo affrontando con i Ministeri competenti e gli enti locali, il tema del passaggio delle grandi navi davanti a San Marco e alla Giudecca. Penso ci sarà una ragionevole ma inevitabile eliminazione del passaggio delle grandi navi davanti a Venezia”. Queste le parole del ministro dei Beni Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, nel corso dell’audizione in commissione Istruzione al Senato sulle iniziative intraprese dal suo dicastero per rispondere all’emergenza economica post Covid-19.

Una buona notizia, dunque, quella annunciata dal ministro Franceschini per la salvaguardia di Venezia, che fa il paio con l’altra, altrettanto buona, dell’avvio della seconda fase del progetto Life Lagoon Refresh, divulgata da adnkronos pochi giorni fa, che vede terminate l’opera idraulica e morfologica.

Da maggio scorso, infatti, è iniziato il processo d’inversione “della marinizzazione della laguna a Nord di Venezia” per favorire la ri-colonizzazione di circa 20 ettari di canneto e il ripopolamento dell’area da parte di numerose specie ittiche e di uccelli” c’informa la pagina Progetto Life Lagoon Refresh. Iniziata nel 2017, l’opera vuole ripristinare il gradiente salino – ormai perso per la diversione dei fiumi – e ricreare l’habitat a canneto per migliorare l’ambiente lagunare e la sua biodiversità”.

Dopo il rallentamento dei lavori strutturali per la realizzazione del processo a causa dei 2 eventi eccezionali, come il fenomeno metereologico dell’autunno del 2019 e la pandemia del 2020 è stato possibile completare sia l’impianto idraulico, che consente l’immissione d’acqua dolce attraverso 2 tubi da 800 millimetri di diametro e 2 canalette che li collegano al fiume Sile e alla Laguna, sia il primo stralcio dell’opera morfologica.

L’acqua dolce fluisce per gravità all’interno dell’opera di presa, in funzione della differenza di livello dell’acqua tra fiume e laguna, con variazioni di portata che dipendono dalle oscillazioni di marea. “Per evitare il repentino disperdersi dell’acqua dolce, sono state realizzate strutture morfologiche costituite da sacconi biodegradabili posti sul fondale lagunare di fronte all’opera di presa. L’acqua dolce e la variabilità altimetrica prodotta dai sacconi renderanno l’ambiente lagunare favorevole all’attecchimento del canneto”.

Si procederà, dunque, alla piantumazione del canneto e delle fanerogame acquatiche con l’ausilio di pescatori e cacciatori, i quali, oltre ad essere pratici dell’area, hanno frequentato l’apposito corso formativo svoltosi nel luglio 2019 presso l’Università Ca’Foscari. Si prevede anche “l’incremento progressivo della portata d’acqua dolce fino a valori massimi medi di 1000 l/s e la realizzazione del secondo fronte di sacconi biodegradabili che confinano il flusso di acqua dolce. In tutto questo non mancheranno le attività di monitoraggio per la verifica dell’efficacia dell’opera e degli effetti sulle comunità animali e vegetali dell’area di progetto”.

Ancora a causa della pandemia e delle conseguenti misure sanitarie, l’inaugurazione dell’intera opera è stata rimandata a data da destinarsi. Nel frattempo si può seguire l’andamento dei lavori attraverso il sito: lifelagoonrefresh.eu.

Il progetto, cofinanziato nell’ambito del Programma Europeo Life per l’Ambiente e Azione per il Clima, è coordinato dall’Ispra e coinvolge la direzione Ambiente della Regione del Veneto, il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Triveneto, l’Università Ca’ Foscari di Venezia (Dais) e Ipros Ingegneria Ambientale Srl.

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