School Day-eLearning Day. Ognuno ha la sua musica ma è bello suonare insieme
Presso la Camera dei Deputati, si è svolto lo School Day – eLearning Day, una giornata di con-divisione fra docenti, dirigenti e addetti alla formazione. Lavori in corso, per intenderci, in corso nei corsi di scuola di ogni ordine e grado. Un’officina pragmatica per rinnovare una professione, quella del docente, che mai deve dimenticare il suo fine ultimo: promuovere la cultura, nell’accezione più ampia del termine.
Argomento centrale, dunque, la conoscenza che, depauperata dalle maglie strette di una teoresi fine a sé stessa, non si spaventa di andare al passo con i tempi, divenendo sapere, saper fare e saper essere; affinchè gli studenti e le studentesse ap-prendano le modalità per essere autonomi, responsabili e consapevoli delle proprie scelte. Sicchè, diviene irrinunciabile da parte dei professori e professoresse professare una didattica aperta e dinamica, una form-azione all’avanguardia che metta al centro dell’attività la dialettica fra corpo insegnante e classe di discenti.
Tante le iniziative proposte, abilmente mediate dal fondatore dell’ente promotore Know K srl, Sergio Venturino. informatico doc ha in-formato e mediato con sagacia e puntualità i vari interventi. Democrazia in aula! L’ultima parola al professore e famoso cantautore Roberto Vecchioni che ha riacceso le luci (di San Siro ndr) sulla parola cultura, termine inclusivo dal quale non è possibile prescindere dall’idea di fatica, sacrificio e impegno. Perchè, l’apprendimento richiede un lungo lavoro.
Interessante l’intervento della Dirigente del liceo Kennedy di Roma, la prof.ssa Lidia Cangemi, che ha presentato il progetto DADA, un’iniziativa che convolge una folta rete di istituti secondari secondo grado. Il suo concept si sostanzia nell’idea che il movimento sia un vettore di attenzione, consapevolezza, nonché senso critico. Insomma, uscire dalla classe permette di sentirsi parte integrante del processo di conoscenza. Le aule in questo progetto si liberano dal concetto di proprietà, scivolando verso la permanenza momentanea di una certa classe: la V B ad esempio; diventano, allora, dipartimenti: l’aula di scienze, di matematica, di italiano luoghi aperti, pronti ad accogliere alunni e alunne. Punti di flessibilità e ristoro intellettuale. La scuola del fare, la scuola in cammino verso il futuro.
Un inter-vento che scuote e appaga la platea. Segue il prof. Mauro Pompetti, un ingegnere, stregone dei tempi moderni, che racconta la sua storia particolare di docente. Qualche anno fa decise di inventare un nuovo modo di insegnare: ogni anno con i suoi studenti decide che cosa inventare. Quindi, mostra e dimostra attraverso l’esperienza diretta. Gli alunni e alunne ingranaggi mobili del meccanismo di apprendimento. Quattro anni fa i suoi discenti si sono concentrati sulla costruzione di droni. Da qui il premio DRONESBENCH.
Vincente la piattaforma Impari del prof. Luciano Pes, docente di filosofia, che fin da subito ci tiene a sottolineare che IMPARI è un termine proprio della cultura sarda che significa INSIEME. Si impara insieme, perchè sono gli studenti e le studentesse a fare comune, creando direttamente i contenuti (libri, mappe, musei virtuali, test…). Ebbene sono i discenti che producono il materiale didattico e contribuiscono in maniera diretta alla com-prensione e alla costruzione di modelli dinamici di conoscenza.
La prof.ssa Chiara Spalatro animatrice culturale si definisce docente capovolta. Ciò significa scegliere come caposaldo del proprio metodo l’anticipazione di tematiche ad esempio attraverso filmati che studenti e studentesse visionano in maniera propedeutica. Piccoli assaggi di sapere, tenedo conto che l’appetito vien mangiando! Ebbene l’insegnante lascia che, come il buon vino, la curiosità e il dubbio fermentino nelle anime dei e delle discenti. Si cerca di in-fondere dubbio e ricerca.
L’attenzione non si è mai affievolita di fronte a tante avanguardie formative, vere e proprie scuole di form-azione. Eppure una considerazione restava sottesa: la rivoluzione ahimè spesso resta sopita, pura ideologia se non smuove tutti, se cioè non è in grado di essere inclusiva, coinvolgendo ogni angolo della massa di studenti e studentesse. Un movimento di pensiero diviene prassi solo se riesce a cambiare il paradigma vigente che, in campo formativo, ancora non è in grado di considerare i diversi stili di apprendimento come vari e variegati sistemi cognitivi ed emozionali. Aneliti di individualità.
Questa la posizione della dott.ssa Paola Stroppa, psicologa, formatrice, grande comunicatrice. Cosa significa DSA BES? Modi inconsueti per classificare disturbi che distrurbi non sono. Il cervello ha delle modalità di funzionare particolari ed ognuno può avere la propria. Da qui nasce la personalità, singolare, autentica che non è un disturbo, ma che tuttavia disturba le menti omologate. Talvolta, innegabile, i criteri standardizzati di giudizio facilitano diagnosi che clinicizzano senza curare.
Eppure, ha concluso Vecchioni, “ognuno ha la sua musica”, lo spartito che dovrebbe seguire senza pre-occuparsi dell’accordo e il disaccordo del sentire comune……
Fotografia: Roma – 9 dicembre 2019, Camera dei Deputati, incontro ‘Competenze, inclusione e metodologie didattiche 4.0’ – School Day – eLearning Day, da sinistra Roberto Vecchioni, Giorgio Lovecchio, Sergio Venturino