Riscatto urbano. La forza dell’innovazione sociale
Più forti sono le pressioni sull’individuo per rispondere agli standard sociali comunemente accettati, più questi tende a esprimere le proprie aspirazioni e la propria individualità attraverso ciò che indossa, guida, mangia, la casa, la macchina, gli hobby… (da “The real meaning of consumer demand” (Il significato reale dei consumatori), Lebow.
Apriamo con una citazione “anti consumismo” presa dal saggio di David Suzuki, L’eredità per introdurre un tema sorretto da un concetto pervasivo: come è possibile cambiare lo stesso sostrato urbano, partendo da un cambiamento di visione.
Una pianificazione e riqualificazione urbana che tenga in considerazione il benessere e i bisogni di una comunità, in modalità partecipativa; i giovani dell’associazione Riscatto Urbano ci credono con passione, intelligenza, senso pratico e competenza professionale.
L’idea di fondo e è quella di promuovere la figura dell’Urban Planner sia per il desiderio di creare un luogo dove condividere idee e progetti per la città metropolitana di Napoli, sviluppando nuove strategie e nuovi scenari possibili. Meno smart city e più città di persone.
Una nuova visione della città in cui cittadini sono co-creatori dello spazio urbano. Una città dove al centro ci sono le persone ed, il sapere socio-culturale e tecnico, diventa lo strumento per migliorare la qualità dei luoghi e di chi li vive.
L’associazione napoletana Riscatto urbano nasce dall’esigenza di mettere insieme una figura, come quella dell’urbanista che non gode di una precisa configurazione professionale e pertanto fa fatica ad affermarsi. Fondatori ,un gruppo di laureati in urbanistica che credono fermamente nel rinnovo urbano come fonte di miglioramento socio-economico e culturale.
Inoltre, sviluppano attività di sensibilizzazione e formazione a sostegno dei professionisti e della collettività sui temi della gestione del territorio.
Non è un caso che il presidente dell’Associazione, Francesco Abbamonte provenga dal mondo del volontariato e dell’associazionismo; un’esperienza parallela che lo accompagna dall’adolescenza rispetto al percorso formativo- professionale.
La riqualificazione urbana è una delle azioni più incisive che si possono attuare per donare ai cittadini un senso di appartenenza e un ambiente fertile per la crescita e lo sviluppo sia personale che collettivo. Noi di abbanews ne siamo convinti ed è per questo che dialogare con Francesco ci apre una finestra su un mondo a 2 passi da noi che sembra un miraggio, ma in realtà esiste, ha solo bisogno di essere ascoltato.
Come operare per un autentico riscatto sociale
Riscatto urbano pertanto si occupa di riqualificazione del territorio partendo dalle esigenze del medesimo, sia attraverso la progettazione di interventi urbani sia attraverso l’erogazione di formazione che accolga sia tecnica (in senso etimologico del termine) che la tecnologia.
“L’équipe di lavoro è multidisciplinare: designer, urbanisti, architetti; che riconoscono la complessità urbana che non può risolversi in un “faccio tutto io”, dichiara Francesco con schietta e sobria consapevolezza.
Ed è proprio questo approccio al lavoro,uno degli elementi innovativi che caratterizzano i professionisti di oggi: la coscienza della necessità di figure affini e complementari per l’ideazione e la messa a punto di un progetto che abbia un’effettiva ricaduta sociale e ambientale.
Il disegno progettuale per Massa Lubrense è quello di “liberare” dal parcheggio, la zona di fronte al mare (Baia delle Sirene). L’obiettivo è quello di restituire lo spazio pubblico ai cittadini. A tale fine, Riscatto urbano ha ideato un concorso rivolto a studenti del settore, sia per accrescere il livello professionale dei giovani, sia come momento per radunare la comunità intorno ad una questione pubblica.
“Per rafforzare il contatto con il territorio stiamo cercando di costruire una rete che supporti la concezione e lo sviluppo di una diversa appropriazione del suolo pubblico. Tra i primi promoter del concorso, il neonato Consorzio AmoNerano, nato per la promozione turistica di Nerano e Marina del Cantone (due frazioni del comune di Massa Lubrense) . Nel coinvolgere i 45 operatori turistici di AmoNerano la nostra sfida è quella di interpretare i loro bisogni e necessità affinché il progetto sia in armonia con le persone e la natura circostante” – ci illustra Francesco.
“Noi cerchiamo un processo partecipato. Ci consideriamo animatori territoriali che cercano di comporre una rete fisica di rapporti e di sviluppo, in una dimensione di innovazione sociale”- continua il nostro giovane e determinato “socio-urbanista”. Il concorso è patrimonio della comunità. Il nostro compito è quello di sensibilizzare la consapevolezza del cittadino rispetto ai suoi diritti “urbani” di cui può essere il protagonista. Poi sta al Comune a raccogliere la sfida di innovazione sociale per il proprio territorio.
Si amo Bellini – basta una virgola!
Grande risonanza mediatica ha avuto il progetto Si amo Bellini che Riscatto Urbano concepì per una riconsiderazione socio-urbana del quartiere, così da suggerire comportamenti virtuosi tramite la pratica della gamification, ossia rendere ludiche attività che di solito rappresentano un peso nella vita quotidiana. Si modificano le abitudini attraverso comportamenti che hanno una conformazione ricreativa.
Piazza Bellini a Napoli è un punto nevralgico di ritrovo dei giovani, ma che necessita di una riconsiderazione urbana. Vi riportiamo, parte della descrizione del progetto “Oggi la piazza è un luogo emblematico del Centro Antico della città di Napoli e si caratterizza per un paradosso: nonostante sia entrato nell’immaginario collettivo come punto di forte aggregazione per giovani, non si è tuttavia innescato quel meccanismo di appartenenza ad esso, risultando essere un luogo molto degradato. Tra le varie pratiche che proponiamo per migliorare la qualità della piazza, vi è il tema dell’incentivazione della raccolta differenziata. Risparmio, il riuso, il riciclo e la condivisione sono elementi essenziali per valorizzare los spazio urbano“.
“Per esempio, abbiamo ri-generato i vuoti delle bottiglie come materiale di costruzione e arredo” ci spiega Francesco, così come abbiamo inserito una lettera nella cassetta della posta delle famiglie, per coinvolgere le persone nel processo di rigenerazione. Tuttavia affinché il progetto sia portato a termine, è indispensabile che ci sia un’amministrazione che ci crede. L’opera di pulizia è rimasta fine a se stessa, noi auspicavamo ad un coinvolgimento delle persone, ad una partecipazione attiva, ad un’autentica animazione sociale che implica ricostituzione sociale”.
Ris-volto professionale dell’Urban planner
I laureati in Urbanistica e Scienze della pianificazione territoriale e ambientale possono iscriversi all’albo degli architetti junior (sezione B) e quindi non possono firmare, per esempio, il progetto di un edificio, mentre un ingegnere sì. Chiediamo a Francesco se anche oltreconfine l’urbanista soffra di un velato affievolimento professionale. “All’estero ci sono diverse sfumature, può s-confinare in programmi di sociologia, economia; non c’è una figura unica”.
La vivacità professionale e la carica innovative partenopee, di cui iniziative come FOQUS ne sono testimonianza, delineano un tratto distintivo della gioventù campana: probabilmente sarebbe necessario un po’ più di coraggio e di presenza dell’amministrazione pubblica per supportare ed incrementare l’iniziativa privata per il benessere comune. Come ci suggerisce Francesco: “La voglia di cambiare, c’è ma ci vuole una guida, una pianificazione a livello istituzionale”.
Come leggiamo nel sito“ Riscatto urbano è il desiderio di creare un luogo dove coltivare e condividere la visione di nuovi scenari possibili”.
L’innovAzione è pensiero ed azione che nasce da una lettura attenta dei fenomeni. Ognuno si noi può apportare un gesto innovativo nella propria realtà, modificando abitudini, inserendo procedure che ritiene più efficaci; non ha importanza l’entità, la dimensione dell’atto, ma l’intensità e l’intenzione. Un riscatto per noi e per chi ci crede.