Foqus e la Spagna, per lo sviluppo socio-culturale dei Quartieri Spagnoli

Foqus, la fondazione che dal 2014 si occupa della rigenerazione sociale della storica area napoletana chiamata  I Quartieri Spagnoli, ha per partner uno Stato.

La Spagna, attraverso la sua Ambasciata in Italia, svilupperà un programma socio culturale in collaborazione con la fondazione napoletana .

“Per la prima volta – riporta la nota di Foqus – un Paese europeo partecipa alla rigenerazione urbana, culturale e sociale di un quartiere italiano ad alta fragilità con un programma che, nel corso dei prossimi anni, offrirà iniziative di arte contemporanea e cinema, relazioni in ambito educativo e di confronto con i progetti di rigenerazione urbana in corso in città spagnole”.

La Spagna torna nei Quartieri Spagnoli

La Spagna torna nei Quartieri Spagnoli, dunque la denominazione del progetto congiunto. E si parla di ritorno perché la zona in questione è stata costruita nel XVI secolo per accogliere i soldati spagnoli, chiamati per contrastare la resistenza dei napoletani al dominio spagnolo. La presenza delle truppe  trasse con sé prostituzione e criminalità verso le quali a nulla valsero le leggi apposite emanate da Pedro de Toledo, viceré di Napoli per conto di Carlo V d’Asburgo.  Lo stato di conflitto, tipico della zona, che, a oggi, perdura, inizia con la sua edificazione.

“È stata ed è territorio di camorra” rivela Renato Quaglia direttore di Foqus, la fondazione dalla sua nascita si dedica al programma sperimentale educativo per i più piccoli (con le scuole Dalla parte dei bambini), e di formazione rivolto ai giovani e alle donne, per avviarli verso esperienze lavorative.

“Abbiamo creato 136 posti di lavoro e abbiamo più di 350 bambini inseriti nei nostri programmi educativi. Ma la camorra, a oggi, non ci ha fatto niente”. Perché – spiega Quaglia – la mafia non intraprende azioni criminali alle quali la gente potrebbe ribellarsi”.  E Foqus è una realtà rispettata dai residenti del luogo.

I Quartieri oggi

La zona è indicata al plurale perché è costituita dai 3 quartieri. San Ferdinando, Avvocata e Montecalvario, caratterizzati da strette vie ortogonali che partano da Via Toledo. Pur essendo nel cuore della città, i Quartieri rimangono una zona poco integrata con il restante tessuto urbano. I residenti, racconta Quaglia, fanno “vita di quartiere” e quando devono lasciare le loro strade, dicono “vado a Napoli”, come se la loro zona fosse “una periferia nel cuore della città”.

Eppure Avvocata e Montecalvario sorgono nel centro storico di Napoli dichiarato, nel 1995, Patrimonio dell’Umanità e dove, nel 2012, è stata aperta la celebre e premiata stazione Toledo della Linea 1 della metropolitana della città.

Una zona che ha una grande rilevanza storica, architettonica e artistica, oltre a rappresentare il suo carattere peculiare, famoso all’estero per i suoi “bassi” e le viuzze strette che permettono di stendere i panni da un palazzo all’altro.

Il programma congiunto

L’accordo tra la presidente della Fondazione Foqus, Rachele Furfaro, e l’ambasciatore di Spagna, Alfonso Dastis (insieme nella foto in basso), siglato il 6 maggio 2019, ha avviato il programma congiunto.

Previsti nei Quartieri Spagnoli, per i prossimi 2 anni, l’organizzazione di un festival del cinema, seminari di pianificazione urbana, mostre d’arte e scambi educativi con le scuole spagnole.

Di particolare interesse saranno, poi, le esperienze di rigenerazione urbana maturate in Spagna negli ultimi anni che hanno notevolmente assottigliato lo squilibrio tra il Nord e il Sud del Paese.

Il programma congiunto rientra nell’ambito del progetto La cultura è capitale, promosso per il 2019 dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia in collaborazione con la Fondazione per il Sud.

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