Nel cuore dell’Appennino la ferita del sisma è ancora aperta

A Piazza Montecitorio, a Roma, il 18 maggio 2019 si svolgerà la manifestazione dei terremotati del Centro Italia.

Sono 138 i Comuni colpiti di Abruzzo, Marche e Umbria dal terremoto che con una sequenza di scosse tra l’agosto 2016 al gennaio 2017 ha sbriciolato il Centro Italia. Le scosse più forti furono quelle registrate il 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016 e il 18 gennaio 2017, che provocarono complessivamente oltre 300 morti e 41mila sfollati.

A 2 e mezzo dal sisma è stata ricostruita solo 1 casa su 10, mentre non è mai partita la ricostruzione pesante ossia degli edifici pubblici, palazzi privati, chiese e beni artistici.  Perché manca un piano unico per la ricostruzione e così si rischia di perdere i fondi dell’Unione Europea e l’intera area del Centro Italia rischia l’abbandono.

Il percorso di questi 2 anni e mezzo difficili,  lo sconforto di chi, malgrado tutto,  resiste e non vuole lasciare la sua terra sono chiaramente riportati e spiegati nella Nota, che pubblichiamo di seguito,   del Coordinamento Terremoto Centro Italia  che torna in piazza il prossimo sabato.

Nota

C’è una parte dell’Italia dove il tempo si è fermato. Nel cuore dell’Appennino la ferita del sisma è ancora aperta. Noi non abbiamo governi amici. Siamo scesi in strada nei nostri territori, siamo scesi in piazza a Roma, abbiamo protestato ma abbiamo anche proposto. Abbiamo scritto emendamenti alle leggi, partecipato ad infinite riunioni, i governi si sono alternati ma la risposta è stata sempre la stessa: una ricostruzione inesistente, un modello di ricostruzione che è imploso su se stesso e che andrebbe cambiato radicalmente perché inadatto, la mancanza di visione e programmazione a medio termine. Insomma l’assenza del Governo, quelli di prima e quelli in carica che solo un anno fa avevano promesso cose che poi non hanno mantenuto.

Ed intanto il Centro Italia colpito dal terremoto continua a morire lentamente giorno dopo giorno da ben 2 anni e mezzo. Perché chi aveva un lavoro non lo ha più. Migliaia di posti di lavoro, aziende artigiane, agricole, commercianti, costretti a chiudere con pochissime possibilità di riaprire. Perché chi lo ha ancora, inizia a perdere la speranza in un futuro di queste terre, soprattutto i giovani. Ad oggi nessuno, tranne la solidarietà degli Italiani, si è preoccupato di ripristinare la situazione, di riportare le condizioni migliori affinché le persone potessero ricominciare a vivere, lavorare, ed avere una speranza di vita dignitosa per se e per la propria famiglia, nei territori che amano senza dover pensare di abbandonarli. Resistiamo immersi nella natura che amiamo come il gamberetto del lago di Pilato. Non abbiamo bisogno di grandi opere inutili ma di un aiuto concreto a ricostruire e rigenerare la bellezza dei nostri luoghi e la ricchezza che ne deriva per l’Italia intera.

Siamo stanchi di un Governo assente che promette e non mantiene e lascia al proprio destino un territorio cosi vasto dell’Italia centrale tra Marche-Umbria-Lazio-Abruzzo. Siamo stanchi di chi usa i soldi destinati ai terremotati (SMS solidali-Fondi Europei) come bancomat per altri fini. Siamo stanchi di passerelle e selfie.
Per tutti questi motivi il Coordinamento Terremoto Centro Italia ha deciso di scendere in piazza e manifestare a Roma il prossimo 18 MAGGIO 2019.

Invitiamo tutti coloro che condividono le nostre ragioni a sostenerci. Non lasciateci soli

Coordinamento Terremoto Centro Italia

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