Alcolica è la notte. Scoperto il nesso tra sistema immunitario e gratificazione del bere
Se riusciamo a controllare la piacevole propensione al bere durante il giorno, forse ci risulta più difficile farlo di sera e di notte. Una ricerca condotta dall’Università di Adelaide (Australia) spiega perché nelle ore serali e notturne aumenta il desiderio di bere bevande alcoliche e come riuscire a contrastare tale desiderio.
I ricercatori hanno rilevato che i ritmi circadiani (deputati a regolare le modifiche fisiche, mentali in risposta alla luce e all’oscurità) del nostro organismo influenzano i segnali di gratificazione ricevuti dal cervello umano dall’assunzione delle droghe.
Il picco di questa “gratificazione”, secondo la ricerca australiana, solitamente si raggiunge nella fase dell’oscurità della giornata.
Stabilito il fenomeno fisiologico notturno, i ricercatori hanno somministrato alle cavie la sostanza chiamata “ (+)- Naltrexone”, per bloccare il ricettore “TLR4” del sistema immunologico nel cervello con lo scopo di reprimere il desiderio di bere alcool.
Da ricerca a ricerca: passato e presente
La ricerca in questione si rifà a uno studio precedente (pubblicata dal Journal of Neuroscience nel 2012) condotto della stessa Università di Adelaide in collaborazione con l’Università del Colorado (Usa), che dimostrò come la dipendenza dalla droga non sia soltanto un fattore neuronale, ma coinvolge anche il sistema immunitario.
Gli esperimenti sulle cavie misero in luce come la proteina Toll-like receptor 4, la TLR4 del sistema immunitario stimoli la sensazione di soddisfazione e ricompensa dopo l’assunzione delle droghe. “Gli oppioidi“ si legano alla TLR4 allo stesso modo dei batteri, nella loro azione di attivazione delle difese immunitarie. Per questo la proteina si trasforma in un amplificatore della dipendenza”. Lo stesso studio ha documentato come il farmaco Naltrexone funzioni come antagonista dei recettori oppiacei.
Tornando alla ricerca del 2017 – pubblicata dalla rivista scientifica Brain, Behavior and Immunity – anche il nesso tra l’impulso del bere e le ore notturne, risiede, secondo gli studiosi australiani, nel sistema immunologico del cervello e bloccandone la parte specifica, si diminuisce notevolmente la motivazione di bere alcool durante le ore notturne.
Jon Jacobesen, a capo del team evidenzia: “l’alcol è una delle droghe più comuni e accessibili. Per questo è necessario comprendere i meccanismi biologici che spingono verso le bevande alcoliche”.
I dati Italiani. In crescita il binge drinking
L’ampio uso dell’alcool non dipende soltanto dalla sua accessibilità, ma anche o soprattutto dalla cultura alcolica presente in molti paesi del mondo.
In Italia il 64,5% (pari a 35 milioni e 64mila persone, su una popolazione complessiva di 60 milioni) con più di 11 anni di età ha consumato almeno una bevanda alcolica. Gli uomini rappresentano il 77,9%, le donne il 52% (dati Ona-ISS del 2015). Un trend in crescita (nel 2013 i dati fornivano un punto percentuale in meno) soprattutto dei consumatori di alcol fuori pasto e degli addetti al binge drinking, saliti al 27,9%. dal 25,8% del 2013.
Il suddetto fenomeno, letteralmente “abbuffata del bere”, indica l’assunzione di grandi quantità di alcol per raggiungere rapidamente lo stato di ubriacchezza, è molto diffuso nei giovani e giovanissimi. Gli alcolici preferiti sono gli aperitivi, i superalcolici e agli amari; un’abitudine malsana che comporta gravi implicazioni sanitarie e sociali. Il binge drinking causa danni al sistema immunitario e aumenta di 8 volte il rischio di aritmie cardiache Nel 2015 il ministero della Salute ha registrato 8,5 milioni di casi di abuso di alcol.