Limenet, la nuova tecnologia che rimuove la CO2

Raccogliere e trasformare l’anidride carbonica, ossia la principale causa del cambiamento climatico in una soluzione acquosa con benefici per l’ecosistema marino, diventa possibile con la tecnologia Limenet che dà anche il nome alla start up che l’ha brevettata, ingegnerizzata e presentata nel corso del convegno Oceano Amico. Sequestro di CO2 in acque marine: motivazione, opportunità e metodi, organizzato dalle università milanesi Politecnico e Bicocca.

Per comprendere il suo funzionamento basta ricorrere alla natura,  agli oceani che naturalmente assorbono CO2 e la immagazzinano nelle rocce, o alle stalattiti e stalagmiti delle grotte, anch’esse risultato del ciclo geologico del carbonio – apprendiamo da Limenet  – che per millenni ha mantenuto l’equilibrio carbonico della nostra atmosfera agendo così: l’acqua salata dell’idrosfera (mari e oceani) assimila l’anidride carbonica e ne neutralizza l’acidità grazie alle rocce carbonatiche.

Ciò avviene però in tempi molto lunghi, troppo per assorbire le emissioni delle attività antropiche in continua crescita. Il mare e la biosfera non riescono a bilanciare la quantità eccessiva di anidride carbonica nell’atmosfera: per questo si produce l’effetto serra e l’aumento dell’acidificazione dell’acqua marina, compromettendo l’intero ecosistema.

Replicare il ciclo geologico, accelerandone i tempi

Ecco, la tecnologia Limenet è riuscita a replicare il ciclo geologico del carbonio accelerandone i tempi, come dimostra il progetto pilota in atto a La Spezia, che ha già rimosso i primi 150 chilogrammi di anidride carbonica.

Fondata da Stefano Cappello, oggi suo amministratore delegato e con anni di ricerca sulle spalle, la tecnologia innovativa di Limenet, dopo aver raccolto l’anidride carbonica dall’atmosfera o da altre sorgenti, riesce a trasformarla in una soluzione acquosa di bicarbonati di calcio attraverso la reazione con la calce spenta decarbonizzata di sua produzione. Dispersa in mare, la soluzione è in grado di aumentarne l’alcalinità contrastandone l’acidificazione.

Per la seconda parte del lavoro

Possiamo allora continuare con il nostro stile di vita, di produzione e di consumo? Assolutamente no. Considerando che anche se smettessimo all’istante di emettere gas serra (ma il riscaldamento globale di + 1,5° di media tra il 2030-50 è un dato di fatto) ci vorrebbero secoli prima che la CO2 venisse assorbita naturalmente. La transizione energetica è ineluttabile.

Come ha spiegato Stefano Caserini – docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano – “Dopo aver fatto il massimo per ridurre il più velocemente possibile le emissioni di gas serra – avremo una seconda parte del lavoro che sarà quella di togliere dall’atmosfera miliardi di tonnellate di Co2 che saranno già presenti. Questo perché i livelli che avremo, una volta terminata la decarbonizzazione non saranno compatibili con gli obiettivi ambiziosi dell’accordo di Parigi”.

 

Immagine: ai lati da sinistra i cofondatori  Enrico Noseda e Giovanni Cappello, al centro Stefano Caserini, fondatore e amministratore delegato  di Limenet Tech

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