Fertilità e gravidanza. Il tempo giusto
Una delle tendenze della società occidentale e, in particolare, in Italia è la “posticipazione” della maternità. Questo “ritardo” si ripercuote in parte sulla capacità riproduttiva della donna e all’aumento del ricorso alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), ossia a quelle tecniche che permettono la stimolazione ovarica.
Merck Sereno, azienda leader nel settore biofarmaceutico ha organizzato a Roma, l’appuntamento annuale sui temi di riproduzione umana e alle nuove frontiere della ricerca nel trattamento dell’infertilità. Due giorni dedicati a “New Perspectives in time to pregnancy”. Un autentico “Fertility Forum” in cui medici e ricercatori si confrontano sulle nuove strategie cliniche e di laboratorio per individuare i tempi necessari per una gravidanza con le tecniche PMA.
Se la diagnosi di scarsa capacità riproduttiva, giunge in età matura, diminuiscono le possibilità di successo del trattamento. Secondo i dati del Ministero della Salute al Parlamento, l’età media delle donne che accedono alla PMA è in aumento, raggiungendo i 36,6 anni nel 2013, così come è in aumento la percentuale di donne oltre i 40 anni (31%)2. In pazienti con meno di 34 anni, si sono raggiunte 28 gravidanze, mentre in pazienti con età maggiore di 42 anni, sono state ottenute circa 5 gravidanze.
In questo contesto risulta fondamentale la sensibilizzazione socio-culturale sull’importanza che la donna verifichi la propria capacità riproduttiva a prescindere dal momento in cui desidera o ha le condizioni per avere un figlio. Si capovolge così il paradigma della natalità: non più live birth rate (LBR – Tasso di natalità), ma Time To Pregnancy, o, meglio, Time To Live Birth (TTLB – Tempo necessario per la nascita.
La principale strategia dei medici che trattano una paziente con le tecniche PMA è arrivare ad una gravidanza sana e con pochi effetti collaterali. La personalizzazione del trattamento non è semplice poiché la risposta della donna può non essere predittiva. Tra i principali risultati che emergono dal convegno è la possibilità di identificare con maggiore precisione il tipo di paziente e, pertanto, stabilire con maggiore esattezza la starting dose, la quantità di ormoni che vengono somministrati durante il trattamento iniziale.
La Medicina della Riproduzione è sempre più attenta alle cause dell’infertilità e alla personalizzazione del trattamento.
Nelle donne con scarsa fertilità viene indotta l’ovulazione attraverso la somministrazione di sostanze a base di ormoni follicolo- stimolanti che permettono alle ovaie di produrre ovociti pronti ad essere fecondati. Il rischio è che la donna vada in iperstimolazione, ossia le ovaie producono troppi follicoli e bisognerà sospendere la terapia. A seconda della loro risposta alla stimolazione ovarica, le donne vengono categorizzate in : low responder, normal responder e high responder. Il numero ideale di ovociti dopo la stimolazione si assesta tra i 14 e 16 ovociti.
Trattamenti personalizzati: ricerca italiana
“Per massimizzare le possibilità di successo con la PMA – dichiara Filippo Maria Ubaldi, Direttore Clinico dei Centri di Medicina della Riproduzione GENERA – è necessaria una strategia terapeutica personalizzata, costruita sulle specifiche caratteristiche della coppia infertile secondo un approccio stratificato per paziente. Proprio con l’obiettivo di ridurre il tempo necessario a ottenere una gravidanza, il Dott. Ubaldi ha presentato il suo studio “Follicular Follicular versus luteal phase ovarian stimulation during the same menstrual cycle (DuoStim) in a reduced ovarian reserve population results in a similar euploid blastocyst formation rate: new insight in ovarian reserve exploitation, recentemente pubblicato sulla rivista Fertility & Sterility1, effettuato su pazienti a bassa prognosi riproduttiva con scarsa riserva ovarica.
Per riserva ovarica, si intende la capacità dell’ovulo di produrre follicoli idonei ad essere fecondati e dare un embrione La ricerca e la conseguente sperimentazione mira a massimizzare il numero di ovociti da poter recuperare per ciclo mestruale, riducendo il tempo necessario per ottenere la gravidanza”.
La tendenza attuale della medicina dunque è quella di avviare un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato in base alle caratteristiche della paziente, considerando le relative variabili biologiche, anagrafiche e relazionali.
Fertility 2.0 Award: raccontiamo la fertilità
Nell’ambito del Fertility Forum, Merck ha lanciato la terza edizione del Fertility 2.0 Award iniziativa che premia il migliore contributo divulgativo sui temi della fertilità e della prevenzione dell’infertilità.
Il tema dell’edizione 2016 del Fertility 2.0 Award è “La condivisione a sostegno della fertilità: confronto, relazione, informazione”. Sono proprio le testimonianze che, spesso, rappresentano la chiave di volta per trovare il coraggio di affrontare il problema dell’infertilità. La condivisione e il racconto di un percorso spesso faticoso e non sempre di successo terapeutico rafforza sia la relazione di coppia che il loro approccio con il mondo socio-sanitario.
“Quest’anno il Fertility Forum e il Fertility 2.0 Award – sottolinea Antonio Messina, Presidente ed Amministratore Delegato di Merck Serono S.p.A. – si collocano all’interno di un progetto più ampio: il Manifesto per la Fertilità Merck.
Il Manifesto per la Fertilità Merck,è un documento programmatico di iniziative ideate in armonia con gli scopi del Piano Nazionale del Ministero della Salute, per diffondere una nuova e più consapevole cultura della fertilità nel nostro Paese e per sostenere il progresso scientifico e la formazione professionale degli specialisti.
Per maggiori informazioni sul convegno e i medici presenti, scaricare il Programma Fertility Forum 2016