Alpha neo, la bici a idrogeno. Più efficiente ed ecologica

Mentre infervora il dibattito sulla sostenibilità o meno dei monopattini e delle biciclette elettroniche, ecco sul mercato le due ruote a idrogeno.

Via la ricarica elettrica con batterie al litio (il controverso metallo raro) e che dà al mezzo un’autonomia limitata; la nuova bicicletta, quando si esaurisce la forza fisica umana ed è richiesta la pedalata assistita, va a idrogeno.

Si chiama Alpha neo (vale a dire: prima e nuova) progettata dalla Pragma Mobility, azienda della basca Biarritz, specializzata nella costruzione di celle a combustibile a idrogeno.

Perché è ecologica

Al posto della batteria, allora, una cella, che trasforma in elettricità l’idrogeno stoccato nel serbatoio posto sotto il manubrio e, quando il mezzo è in moto, emette nell’atmosfera gocce d’acqua e un po’ di calore.

Senza forzarla con un una sola carica – assicurano i costruttori – Alpha neo percorre fino a 150 chilometri, pari alla fascia media alta delle biciclette con batteria. E per ricaricarla, presso un terminale idoneo, bastano pochi minuti.  Pesa 30 chili ma raggiunge comunque i 25 chilometri orari ed è green non soltanto perché non emette CO2, ma anche per via della fuel cell, la cui vita è 3 volte più lunga delle batteria, contiene 1000 volte meno metalli rari ed è facilmente riciclabile.

Studiata dal 2013, in commercio dal 2017, da questa estata è disponibile la seconda generazione di Alpha neo presso una decina di società di noleggio francesi, dotate di terminali di ricarica.

La terza generazione – dicono i costrutturi – sarà pronta per il prossimo anno, con autonomia migliorata, destinata al privato attraverso la vendita (costo del mezzo circa 5mila euro) o con abbonamenti di noleggio a lungo termine, con l’installazione di una rete di stazioni di ricarica in varie città della Francia.

Perché, attenzione, l’idrogeno deve essere verde: cioè prodotto senza energia fossile, e qui nasce il problema: la maggior parte dell’elemento a disposizione è ancora prodotto con gas naturale e determina processi inquinanti.

In Italia il green è prodotto da varie aziende ma l’accessibilità varia da un territorio all’altro. Il più diffuso continua ad essere l’idrogeno blue prodotto con il gas perché molto più conveniente.

L’idrogeno verde in Italia

Soltanto nell’aprile scorso è stato siglato l’accordo tra Enel Green Power e il gruppo Sapio per la fornitura a idrogeno senza  fossili a distribuzione su scala nazionale.

L’ accordo prevede che l’Enel metta a disposizione NextHy, il suo Innovation Hub di Carlentini (Sicilia), mentre Sapio, leader del chimico in Europa, si occuperà dello sviluppo, commercializzazione e distribuzione.

Nella cittadina dell’isola l’Enel, dopo sembra aver realizzato già il più grande impianto per la produzione di pannelli fotovoltaici, ha riunito una serie di aziende impegnate nello sviluppo di nuove tecnologie energetiche, dando vita, appunto, alla piattaforma di innovazione NextHy, per ottenere la produzione di idrogeno verde a prezzi competitivi.

Enel e Sapio si sono dichiarate pronte a produrlo, sia per le aziende intenzionate a decarbonizzare la propria attività sia per il settore trasporti, entro il prossimo anno.

Il 2023 si prospetta  come quel “ nuovo anno che porterà una trasformazione. E tutti quanti siamo già aspettando”, come cantava il sempre rimpianto Lucio Dalla.

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Una risposta

  1. gb ha detto:

    ben venga ma non é una bici, é un motorino come lo era il ‘ciao’ di buona memoria

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